“Il modo migliore di trattare le questioni ambientali è quello di assicurare la partecipazione di tutti i cittadini interessati, ai diversi livelli”.
Dichiarazione di Rio sull’Ambiente e Sviluppo
Il Summit della Terra – prima conferenza mondiale dei capi di Stato sull’ambiente – si è tenuto a Rio de Janeiro dal 3 al 14 giugno 1992. Vi parteciparono 172 governi e 108 capi di Stato o di governo, 2.400 rappresentanti di Organizzazioni Non Governative. Aderirono al Forum oltre 17mila persone. Stabilisce l’inestricabile relazione tra trasparenza, sensibilizzazione, accesso effettivo ai procedimenti giudiziari e partecipazione ai processi decisionali.
Partecipazione del pubblico e cittadinanza attiva diventano così la chiave per garantire la protezione dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile.
La Convenzione di Aarhus sull’accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale è il primo e unico strumento internazionale, legalmente vincolante. Recepisce e pone in pratica tale principio, dando concretezza ed efficacia al concetto di democrazia ambientale.
La Convenzione Aarhus si pone così all’avanguardia di un processo che non solo trasforma la Pubblica Amministrazione, rendendola più trasparente e aperta alle istanze del pubblico, ma, contestualmente, promuove un bilanciamento tra sviluppo umano e sviluppo sostenibile.
Il vero cuore della Convenzione è, infatti, il cittadino e l’idea che esso, avendo a disposizione più informazioni, possa ampliare le opportunità e le scelte a propria disposizione e possa avere un peso nelle scelte che vengono prese ad alto livello, realizzando il proprio diritto a vivere in un ambiente che rispetti il proprio benessere e la propria salute. (fonte ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare)
Richiesto uno studio sulla Convenzione di Aarhus
Nei giorni scorsi, il Consiglio Europeo, riguardo la Convenzione di Aarhus (città della Danimarca) ha emesso una risoluzione, con la quale chiede alla Commissione Europea di presentare uno studio sul trattato. L’obiettivo della Convenzione di Aarhus è garantire l’accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale.
Lo studio richiesto è il risultato delle conclusioni del Comitato di controllo della convenzione di Aarhus (Compliance Committee) a seguito di un presunto mancato rispetto da parte dell’UE delle disposizioni della Convenzione sull’accesso alla giustizia. Stabilisce le possibilità per migliorare l’accesso del pubblico e delle ONG alla giustizia ambientale, compresa un’eventuale revisione delle pertinenze legislative dell’UE.
La Convenzione di Aarhus è uno strumento significativo per la democrazia ambientale. La convenzione e il suo protocollo sui registri delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti sono gli unici strumenti internazionali giuridicamente vincolanti. Mettono in pratica il 10° principio della Dichiarazione di Rio sull’ambiente e lo sviluppo.
L’UE ha attuato la Convenzione di Aarhus attraverso il regolamento (CE) n. 1367/2006. Questo regolamento consente alle Organizzazioni Non Governative di avviare procedimenti dinanzi alle Corti europee contro le decisioni delle istituzioni e degli organi del CE.
Il 1° dicembre 2008, l’ONG ClientEarth ha contattato il Comitato per la conformità della Convenzione di Aarhus sostenendo che l’UE non ha rispettato gli obblighi previsti dalla trattato.
L’ONG ha affermato che la legislazione dell’UE e la giurisprudenza delle Corti europee hanno ostacolato l’accesso alla giustizia per le persone e le ONG in materia ambientale.
Convenzione di Aarhus: conclusione del Compliance Commitee
Il Compliance Committee è giunto alla conclusione che l’UE non ha rispettato la convenzione. Né il regolamento di Aarhus né la giurisprudenza della Corte di giustizia dell’UE attuano o ottemperano all’accesso alle disposizioni della convenzione in materia di giustizia.
Pertanto, il Comitato ha raccomandato che tutte le istituzioni dell’UE competenti prendano provvedimenti per superare queste carenze, al fine di garantire la piena conformità dell’UE agli obblighi derivanti dall’accordo.
L’articolo 241 del TFUE del Consiglio è entrato in vigore il giorno della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, il 19 giugno 2018. In linea con l’accordo interistituzionale del 2016 sul miglioramento della legislazione; la Commissione deve rispondere al Consiglio entro tre mesi.
Il Consiglio chiede alla Commissione di completare lo studio entro il 30 settembre 2019 e, se le modifiche al regolamento (CE) n. 1367/2006 sono ritenute appropriate in vista dei risultati dello studio, di preparare una proposta di modifica del regolamento entro il 30 settembre 2020.