Drastico calo del consumo di energia per l’anno 2020. Una notizia positiva dallo studio trimestrale dell’ENEA, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. La ricerca è riportata nell’analisi trimestrale del sistema energetico italiano.
Al calo record del consumo di energia (-10% rispetto al 2019) e delle emissioni di CO2 (-12%) si associa un grade aumento dell’indice ISPRED (+38%) che misura la transizione energetica sulla base dell’andamento dei prezzi, della sicurezza e della decarbonizzazione. Non a caso l’Agenzia registra un forte andamento del mercato verso le tecnologie low carbon (+60%).
Un approfondimento sulle nuove tecnologie low carbon
L’analisi dell’ENEA sottolinea quanto siano in aumento le importazioni delle tecnologie low carbon. La domanda che sorge spontanea a questo punto è: cosa si intende per tecnologie low carbon? Parliamo di veicoli elettrici e ibridi ma non solo.
Sono tutte quelle tecnologie che mirano a un basso impatto ambientale. I principali investimenti con un’impronta ecologica sono relativi al fotovoltaico ed eolico. Dunque, veicoli a zero o bassissime emissioni e apparecchiature in grado di rendere green gli edifici e le strutture pubbliche e private, riducendo le emissioni di gas serra.
Tutti questi cambiamenti dello stile di vita e il passaggio a una economia circolare sono necessari poiché la crescita demografica mondiale è pari a circa 75milioni ogni anno. Un aumento della popolazione induce a una maggiore richiesta di risorse naturali. Ciò implica che va abbassato, ancora di più, il livello di emissioni puntando tutto sulle energie rinnovabili.
A questo proposito lo studio registra una forte decrescita nell’utilizzo del petrolio e del carbone, mentre il gas si rafforza come prima fonte energetica in Italia, anche se con consumo in calo rispetto allo scorso anno. La quota di utilizzo delle energie rinnovabili, sui consumi totali, è pari al 20%, un dato che consente all’Italia di superare il livello medio dell’Unione Europea, del 17%.
La pandemia e la riduzione del consumo di energia
L’epidemia di Covid-19 ha travolto il sistema economico globale in una misura e con una velocità senza precedenti. L’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, si era espresso in merito alle conseguenze derivanti dalla pandemia da Covid-19. Egli, aveva lanciato, a gran voce, un appello alle forze politiche del paese, per fare in modo che la ripartenza post epidemia fosse il giusto pretesto per tornare sul discorso delle energie rinnovabili e della bonifica degli edifici contaminati da sostanze cancerogene come l’amianto.
Questo poiché l’avvocato è fermamente convinto che l’uomo è causa del suo male. La strage di morti a cui abbiamo assistito durante lo scorso anno, e che non si arresta così facilmente, è dovuta all’incuria dell’uomo verso l’ambiente.
Le conseguenze del virus si ripercuotono sulla salute dell’uomo ma anche sull’economia del Paese. La pandemia, infatti, ha portato a una recessione maggiore rispetto a quella della crisi finanziaria del 2009, il calo maggiore mai registrato dal secondo dopoguerra.
Comunque sia, la ricerca dell’ENEA ha anche rilevato che il virus ha ridotto drasticamente il consumo di energia. In più, sui mercati dell’energia, la ripresa della seconda metà dell’anno ha attenuato l’impatto della crisi sulla domanda di gas naturale. Al contrario, più incerta è stata la ripresa dei consumi petroliferi, c’è anche da dire che l’eccesso di offerta ha determinato un crollo dei prezzi del petrolio fino a minimi storici.
Cambiamenti climatici, decarbonizzazione e pandemia
Nel corso del 2020, la componente climatica ha fornito una spinta alla riduzione dei consumi. Il riscaldamento globale è diminuito di oltre il 3% rispetto al 2019, fornendo dunque un impulso alla riduzione dei consumi per riscaldamento.
Le temperature più miti di questo gennaio e febbraio hanno indotto una decisa frenata della domanda di riscaldamento. Non a caso il 2020, insieme al 2016, è stato uno degli anni più caldi mai registrati.
Uno dei fattori più incisivi del miglioramento della transizione energetica è la decarbonizzazione che ha subito un miglioramento del 40% rispetto al 2019. La curva della domanda di carbone mostra una decrescita causa Covid-19.
Il calo dei consumi si è inoltre concentrato sulle fonti fossili, e tra queste su quelle a maggiore intensità carbonica (carbone e petrolio). Inoltre, la pandemia ha portato a un drastico calo di emissioni di CO2, anche se la traiettoria decrescente del consumo di anidride carbonica non ha ancora raggiunto gli obiettivi dell’Unione Europea fissati per il 2030.
Infine, resta ancora da valutare in che misura, una volta superate le condizioni eccezionali del 2020, la traiettoria emissiva possa tornare a ridurre la sua pendenza. Non a caso, i dati dell’ultimo decennio evidenziano quanto le riduzioni maggiori di emissioni si sono sempre registrate negli anni di crisi economica. In questo dovrà essere d’aiuto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il cui obiettivo è portare avanti una ripresa economica green, che tuteli l’ambiente e la salute delle persone.