Le conclusioni del Consiglio “Ambiente” pongono l’accento sull’urgenza, senza precedenti, di intensificare gli sforzi globali per evitare gli effetti pericolosi dei cambiamenti climatici, i cui effetti si stanno facendo sentire in tutto il mondo.
Le conclusioni cui sono giunti oggi i ministri costituiscono la base per la posizione dell’Unione Europea in occasione della prossima conferenza sul clima COP24 a Katowice, in Polonia, a dicembre.
Clima: importanti obiettivi raggiunti dal Consiglio Europeo
«Oggi – ha dichiarato Elisabeth Köstinger, ministro federale austriaco per la Sostenibilità e il turismo – abbiamo sottolineato ancora una volta che l’UE continuerà a guidare l’azione globale sull’azione per il clima e che l’UE deve svolgere un ruolo cruciale in questo importante problema. Le conclusioni di oggi ci danno una posizione solida e coerente per la COP24».
I ministri hanno ricordato i progressi compiuti negli ultimi mesi dall’UE, grazie a politiche ambiziose messe in atto nel pieno rispetto dell’Accordo di Parigi e a una legislazione che rispetta gli impegni presi per ridurre le emissioni di gas a effetto serra.
Tra questi, “il nuovo obiettivo UE 2030 per le energie rinnovabili del 32%, il nuovo obiettivo di efficienza energetica del 32,5%, la riforma del sistema di scambio delle emissioni dell’UE, gli obiettivi di riduzione delle emissioni nei settori che non rientrano nel campo ETS e l’integrazione dell’uso del suolo, cambiamento dell’uso del suolo e silvicoltura (LULUCF) nel quadro climatico ed energetico dell’UE”.
Bruxelles manifesta che “una crescita a basse emissioni e resiliente ai cambiamenti climatici è possibile”.
L’UE sta continuando con successo a dissociare la crescita economica dalle emissioni. “Tra il 1990 e il 2016, il PIL dell’UE è cresciuto del 53% mentre le emissioni totali sono diminuite del 22,4%. La quota dell’UE delle emissioni globali di gas a effetto serra è scesa da una stima del 17,3% nel 1990 al 9,9% nel 2012”.
Secondo Palazzo Europa, “un’azione collettiva ed equa da parte di tutti sia il modo migliore per realizzare un’azione ambiziosa sul cambiamento climatico”.
I ministri dell’Ambiente hanno, inoltre, adottato oggi conclusioni sulla Convenzione sulla diversità biologica (CBD – dall’inglese Convention on Biological Diversity – è un trattato internazionale adottato nel 1992 al fine di tutelare la biodiversità), sul Protocollo di Cartagena sulla biosicurezza (è un protocollo della CBD che ha come obiettivo la protezione della biodiversità dai rischi derivanti dal trasferimento, dalla manipolazione e dall’uso degli organismi geneticamente modificati ottenuti dalle moderne tecniche di biotecnologia) e sul Protocollo di Nagoya (ABS – sull’Accesso alle Risorse Genetiche e l’equa condivisione dei benefici derivanti dal loro utilizzo; è uno strumento internazionale adottato dalla CBD nel corso della sua X Riunione, il 29 ottobre 2010 a Nagoya, in Giappone ed è stato sottoscritto il 2 febbraio 2011).
Anche da queste conclusioni si definisce quale sarà il quadro politico generale dell’UE in occasione della quattordicesima riunione della “Conferenza delle parti della convenzione sulla biodiversità”, in Egitto a novembre 2018.
Il Consiglio riconosce che sono stati compiuti buoni progressi verso la realizzazione di alcune parti del Piano strategico per la biodiversità 2011-2020 (concordato alla decima Conferenza delle Parti della Convenzione, a Nagoya, Prefettura di Aichi, Giappone, e i relativi 20 obiettivi chiamati gli Aichi Target, ratificato da oltre cinquanta Paesi e in vigore a tutti gli effetti) ma chiede maggiori sforzi per raggiungere pienamente questi obiettivi.
Bruxelles, tuttavia, esprime profonda preoccupazione poiché i servizi ecosistemici da cui l’umanità dipende sono ad alto rischio; uso insostenibile e perdita di biodiversità, il cambiamento degli habitat, il degrado del suolo, i cambiamenti climatici, le specie esotiche invasive e l’inquinamento terrestre e marino, continuano ad aumentare.
Pertanto, la Commissione esorta gli Stati membri “a impegnarsi a fondo nei prossimi due anni per attuare pienamente la strategia dell’UE sulla biodiversità fino al 2020 e le strategie nazionali e i piani d’azione sulla biodiversità”.
I ministri chiedono un ambizioso piano strategico che ponga la biodiversità e i servizi ecosistemici in primo piano nelle agende politiche di tutte le Nazioni Unite, verso la visione del 2050 e di concretizzare maggiormente la CBD e i suoi protocolli.
Il Consiglio ha rilevato, inoltre, la necessità di convocare un vertice di capi di Stato / capi di governo, nel 2020, per rafforzare la visibilità politica della biodiversità e il suo contributo essenziale all’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
I ministri dell’Ambiente di Bruxelles hanno accolto con favore l’iniziativa del governo della Repubblica Araba d’Egitto di ospitare un vertice di alto livello, a novembre prossimo, per discutere dell’integrazione della biodiversità nei settori energetico e minerario, delle infrastrutture, manifatturiero, della trasformazione e della salute.
Il Consiglio “Ambiente”, infine, ha raggiunto anche un accordo sui nuovi standard di CO2 per autovetture e furgoni, fissando norme più rigorose in materia di emissioni di anidride carbonica.
«Entro il 2030 – ha commentato Elisabeth Köstinger, ministro federale austriaco per la Sostenibilità e il turismo -, le nuove auto emetteranno in media il 35% in meno di CO2 rispetto agli attuali limiti di emissione. L’accordo che abbiamo raggiunto oggi è una solida base su cui iniziare i colloqui con il Parlamento europeo».