lunedì, Gennaio 13, 2025

Qui Concordia. La base di ricerca in Antartide hub internazionale

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HA PRESO IL VIA NELLA BASE ITALO-FRANCESE DI CONCORDIA LA CAMPAGNA DI RICERCA ESTIVA 2022-23. GRAZIE A UNA NUOVA PISTA DI ATTERRAGGIO COSTRUITA DAGLI ITALIANI, CONCORDIA È DESTINATA A DIVENTARE IN ANTARTIDE UN HUB INTERNAZIONALE AL SERVIZIO DELLA RICERCA SCIENTIFICA

La campagna di ricerca estiva 2022-23 del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) ha preso il via nella base italo-francese di Concordia. I ricercatori della nuova spedizione hanno dato il cambio ai tredici tecnici invernanti del 18° winterover. Questi, hanno svolto attività di ricerca e di manutenzione della base antartica, la quale per nove mesi era rimasta irraggiungibile a causa di temperature esterne fino a -80 °C.

Quarantacinque ricercatori, ventisette italiani e diciotto francesi sono arrivati nella stazione a oltre 3mila metri di altezza sul plateau antartico orientale. Vi resteranno fino a febbraio 2023.

L’equipe italo-francese lavorerà a trenta progetti di ricerca nell’ambito di astronomia, scienze della Terra, fisica e chimica dell’atmosfera, climatologia e medicina. Tra questi progetti, diciassette saranno a cura del PNRA, undici dell’Istituto polare francese Paul Emile Victor (IPEV) e due coordinati congiuntamente.

Inoltre, trentacinque tecnici del PNRA e dell’IPEV saranno impegnati in attività di gestione della base e di carico e scarico dei voli che trasportano personale, cibo e strumentazione scientifica.

In Antartide una pista di atterraggio Made in Italy

A questo proposito, ENEA e Aeronautica Militare, in collaborazione con Vigili del Fuoco hanno realizzato una aviopista antartica larga 60 metri e completata per i primi 1.700 sui 2.200 previsti dal progetto. La prima del continente antartico su una morena. Cioè una spianata di materiale roccioso, allo stato di detrito fine o grossolano prodotto dal movimento del ghiacciaio (Treccani)

Infatti, i progettisti hanno sfruttato l’accumulo di detriti, che sovrastano Boulder Clay, un ghiacciaio spesso oltre 100 metri, che si trova a 4 km dalla stazione Zucchelli, per creare la superficie della pista di atterraggio.

Un C-130J della 46a Brigata Aerea dell’Aeronautica Militare ha effettuato lunedì 21novembre scorso, il primo atterraggio sulla pista destinata a diventare in Antartide un hub internazionale al servizio della ricerca scientifica, non solo italiana.

Il grosso aeromobile dell’AM ha trasportato materiali e cibo per fare fronte all’emergenza causata dal ridotto spessore di ghiaccio marino. Il fenomeno, legato ai cambiamenti climatici, quest’anno non ha consentito l’atterraggio di grandi velivoli sul pack di fronte alla base costiera italiana Mario Zucchelli nella Baia di Terranova.

L’aviopista di Boulder Clay una risorsa importante

«Questa aviopista – spiega Elena Campana, responsabile dell’Unità Tecnica Antartide dell’ENEA, che cura la pianificazione logistica delle spedizioni italiane – consentirà di aumentare affidabilità, flessibilità e sicurezza delle operazioni logistiche del PNRA – Programma Nazionale di Ricerche in Antartide. Si tratta di una risorsa importante – aggiunge – anche per gli altri programmi antartici che si trovano a operare nel Mare di Ross. I Programmi antartici della Nuova Zelanda e della Corea del Sud ci hanno già espresso il loro forte interesse a collaborare e questa infrastruttura che potrà dare supporto anche alle attività del Programma antartico degli Stati Uniti».

Fondamentale il ruolo del Servizio Infrastrutture del Comando Logistico AM

L’Aeronautica Militare ha svolto un ruolo fondamentale sia nella progettazione sia nella realizzazione della pista di Boulder Clay. Nei prossimi mesi saranno completati i lavori di allungamento della pista, grazie al notevole spiegamento macchine operatrici per movimento terra messo a disposizione dal Servizio Infrastrutture del Comando Logistico AM. L’, quindi, sarà pienamente operativa già a partire dalla prossima spedizione antartica.

L’aviostruttura di Concordia un progetto unico al mondo

«Si tratta di un progetto unico al mondo nel suo genere – spiega il Tenente Colonnello Antonello Germinario, ingegnere dell’Aeronautica Militare -, estremamente complesso per la severità del contesto antartico e per il sito in cui sorge, che ha richiesto un lunga attività preliminare di studio e monitoraggio della stabilità strutturale, svolta insieme all’ENEA e ai ricercatori del PNRA».

L’ufficiale si è occupato della progettazione dell’opera e quest’anno svolge anche il ruolo di esperto geotecnico e di capo-cantiere. Aggiunge, poi, che «per verificare l’idoneità all’atterraggio e al decollo delle diverse categorie di velivoli, gli indici di resistenza strutturale della pista vengono costantemente monitorati sia da parte del Laboratorio Geotecnico del 2° Reparto Genio AM sia dall’ENEA».

In Antartide il più grande studio sui cambiamenti climatici

La stazione Concordia darà supporto al campo di Little Dome C, lontano circa 40 chilometri.  Qui è in corso il progetto europeo Beyond Epica Oldest Ice, il più grande studio sui cambiamenti climatici. Il piano mira a estrarre a una profondità di circa 3mila metri il nucleo di ghiaccio più antico della Terra per ricavare informazioni sul clima terrestre fino a 1,5 milioni di anni fa.

«Questo inizio di stagione, a Concordia, è fortemente condizionato dalle temperature ancora molto basse, che rimangono per gran parte della giornata al di sotto dei -45 °C, circa 5 °C in meno rispetto a quelle degli anni passati», spiega Rocco Ascione dell’ENEA.

«In queste condizioni – aggiunge lo station leader della base antartica – il lavoro all’esterno diventa estremamente difficoltoso: anche nelle giornate poco ventose il personale è stato esposto a un windchill [1] fino a -65 °C, percependo temperature parecchio inferiori a quelle reali. Le basse temperature stanno limitando anche il normale impiego dei mezzi meccanici. Siamo comunque riusciti a riportare in superficie le attrezzature e i mezzi di trasporto dal loro ricovero invernale, costruito sotto il ghiaccio dove la temperatura si mantiene costante intorno ai -50 °C anche durante il lungo inverno antartico».

[1] Per windchill si intende un fenomeno per il quale, in presenza di vento, la temperatura percepita dal corpo umano risulta essere inferiore a quella reale.

A Concordia anche esperimenti dell’Agenzia Spaziale Europea

A febbraio prossimo arrivano tredici nuovi ricercatori del 19° winterover – sei italiani, sei francesi e un medico tedesco dell’Agenzia Spaziale Europea. Gli invernanti si faranno carico per i successivi nove mesi del mantenimento dell’infrastruttura e delle attività di ricerca invernali. Tra queste, nove progetti di biomedicina in collaborazione con l’ESA

Il PNRA è finanziato dal ministero dell’Università e Ricerca (MUR) e gestito da ENEA per la pianificazione logistica e dal CNR per la programmazione scientifica.

La 38a spedizione italiana in Antartide coinvolge complessivamente 240 tra studiosi e tecnici. Tra questi, ventitré operatori e specialisti di Esercito, Marina, Aeronautica e Arma dei Carabinieri messi a disposizione dalla Difesa.

I ricercatori saranno impegnati in cinquanta progetti focalizzati principalmente su scienze dell’atmosfera, geologia, paleoclima, biologia, oceanografia e astronomia.

L’Aeronautica Militare, i n particolare, contribuisce con un velivolo C-130J della 46ª Brigata Aerea di Pisa.

L’equipaggio è addestrato a operare in condizioni climatiche e ambientali estreme, per i collegamenti già in essere tra la Nuova Zelanda e il continente antartico.

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Numero verde ONA

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