IL PODCAST OGGIGIORNO È UNO DEI MEZZI PIÙ UTILIZZATI PER FARE INFORMAZIONE. SONO MOLTO DIFFUSI IN PARTICOLARE I PODCAST CHE AFFRONTANO TEMI AMBIENTALI, IN TENDENZA CON IL SEMPRE PIÙ ACCESO DIBATTITO SULLE PROBLEMATICHE CHE AFFLIGONO IL NOSTRO PIANETA. MA QUAL È LA MODALITÀ PIÙ CORRETTA PER ARRIVARE AL GRANDE PUBBLICO?
Il podcast: il mezzo di comunicazione dei nostri tempi
La parola “podcast” fa la sua comparsa nel 2004 sul giornale “The Guardian”. Sull’etimologia della parola esistono essenzialmente due filoni: alcuni affermano che podcast rappresenti semplicemente la fusione di “iPod” (il famoso lettore portatile digitale di musica) e broadcasting (la diffusione di suoni o suoni e immagini attraverso trasmissioni radiofoniche o televisive).
Altri sostengono che la parola sia l’acronimo di “Personal Option Digital Cast” oppure “Personal On-Demand Broadcast”.
Attraverso questo strumento vengono trasmessi file audio (ma possono essere trasmessi anche video) in cui gli autori possono trattare argomenti di qualsiasi tipo, suddividendoli in puntate (qualora lo desiderino).
Negli ultimi anni il numero di utenti che segue podcast è triplicato, con un’interessante impennata nel periodo del lockdown. Ci riferiamo in particolare al 2020, anno in cui la chiusura forzata induceva a ricercare un modo diverso di occupare il proprio tempo.
Questa forma di comunicazione risulta inclusiva, perché può essere fruita anche da persone con disabilità visiva. È accessibile inoltre a tutti coloro che, a causa di una vita frenetica, ne possono far uso solo nei ritagli di tempi (in macchina, sulla metro ecc.).
I podcast sull’ambiente
Attualmente l’ambiente e la complessità dei problemi ad esso legati sono al centro del dibattito quotidiano a livello mondiale. Le persone hanno la necessità di capire ciò che sta accadendo al nostro pianeta. e seguono con crescente interesse i differenti canali di comunicazione, in cerca di risposte ai cambiamenti in atto.
In Italia l’informazione ambientale sta diventando sempre più pop, grazie all’approccio divulgativo con cui viene trattata. Tra le forme più gettonate, oltre alla miriade di contenuti social, sono molto seguiti i podcast. Questi ultimi però possono rappresentare un campo minato per chi li realizza.
Per questo Amapola, società benefit che si occupa di consulenza nel campo della comunicazione della sostenibilità, ha deciso di fornire preziosi consigli a riguardo. Lo ha fatto condensando in dieci puntate delle sue trasmissioni audio un utile vademecum da seguire.
La difficoltà di semplificare la complessità
Uno dei principali problemi che ci si ritrova a fronteggiare quando si parla di ambiente è l’utilizzo di un linguaggio che arrivi a tutti. Gli argomenti affrontati spesso sono di difficile comprensione e dietro questo scoglio non di rado si nasconde la tanto temuta disinformazione.
Il confronto sul tipo di approccio da utilizzare viene avviato con la fisica e climatologa Serena Giacomin, nella puntata dal titolo molto eloquente “Il difficile è farla semplice”. Rimane aperto un interrogativo: è giusto voler semplificare la complessità, se essa è connaturata con l’argomento stesso che viene intavolato?
L’inganno è sempre dietro l’angolo
Un altro aspetto che un buon comunicatore ambientale deve tenere in considerazione è la flessibilità di risposta ai mille interrogativi che le problematiche ambientali generano. Spesso le fake news hanno la capacità di indurre dubbi al limite dell’assurdità nell’uditore/lettore ed è ancora più arduo replicare e correggere il tiro.
Nasce così un’interessante riflessione condotta assieme a Matteo Colle, direttore relazioni esterne e sostenibilità del Servizio Idrico Integrato della Città metropolitana di Milano.
A proposito di notizie ingannevoli, Amapola non poteva non parlare anche di greenwashing. Per greenwashing si intende la strategia di comunicazione adottata da organizzazioni e imprese con lo scopo di celare lati oscuri sotto un fittizio profilo green. Quello che viene messo in evidenza durante il dibattito, al quale prende parte Rossella Sobrero, esperta di comunicazione della sostenibilità e docente universitaria, è la difficoltà che a volte si presenta nel riconoscere le suddette subdole azioni.
Tutti possiamo contribuire a migliorare la comunicazione ambientale
Sul finale Amapola lancia a tutti l’invito a fornire il proprio contributo al tema della comunicazione ambientale, costituendo un mondo in continua evoluzione. Ognuno di noi potrebbe fare la propria parte, cominciando dall’informazione.
Troppo spesso argomenti di fondamentale importanza per la salute del nostro pianeta vengono ignorati, eppure il primo passo per migliorare la comunicazione ambientale è dotarsi degli strumenti per capire di cosa si parla.