METALLI PESANTI E SOLVENTI SONO SOSTANZE, CANCEROGENE, DERIVATE DALL’ESTRAZIONE DI IDROCARBURI O DALLE MISCELE USATE PER ESTRARLI DAI POZZI. PRELIEVI DEL SEDIMENTO SONO EFFETTUATI PERIODICAMENTE IN MARE AL LARGO DI ANCONA NEI PRESSI DELLA PIATTAFORMA ENI CLARA EST
Dal documento ENI reso noto dal ministero dell’Ambiente, la premessa sul Campo di CLARA EST- CLARA NW
Il campo di Clara Est è ubicato nell’offshore del Mare Adriatico a circa 45 km al largo di Ancona.
Il giacimento (di gas)… con asse orientato NW-SE… si estende per circa 70 km2.
Il campo di Clara Est è stato scoperto nel 1968 con la perforazione dal pozzo Clara Est 1;
dal 1972 al 1996 sono stati perforati i pozzi Clara Est 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8 e 9 per delimitare la struttura.
Nell’ottobre 1998 è stata presentata da ENI una domanda di pronuncia di compatibilità ambientale concernente la realizzazione della piattaforma Clara Est con la perforazione di quattro pozzi e la posa del relativo sealine di collegamento.
Nel documento SIA (Studio di Impatto Ambientale) si riportava un profilo di produzione ottenuto dagli studi statico e dinamico di giacimento (modello Eclipse) del maggio 1998.
In seguito al Decreto VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) n° 4470 del 7/02/00 che approvava il programma lavori presentato, nel periodo 1999-2000 si è sviluppato il campo con la perforazione di quattro nuovi pozzi (Clara Est 10, 11, 12 e 13) da una piattaforma di tipo BEAF.
La produzione è stata poi avviata nell’ottobre 2000 con una portata iniziale di circa 840 kSm3/g.
Il ministero dell’Ambiente, inoltre, ha reso noto anche il documento di ENI sul campionamento in mare relativo al “Monitoraggio dell’area interessata dall’installazione della piattaforma Clara NW”.
Da queste verifiche, risulta che in mare ci sono quantità di metalli pesanti altamente tossici, composti organici, clorurati etc, responsabili dell’inquinamento dell’ambiente marino.
È giusto ricorrere al gas nostrano per sfuggire dalla crisi del gas russo?
Leggo di questa grande spinta da parte dei nostri politicanti per continuare la rincorsa verso il gas nostrano come metodo per sfuggire dalla crisi del gas russo e dalla guerra in Ucraina.
Stolti!
Come se decidessimo da oggi a domani e… voilà, il gas dalla Pianura padana o dal Mare Adriatico arriva nei termosifoni di mezza Italia.
Da come la vedo io, è un modo un po’ vile per continuare la propaganda tanto cara a Cingolani e compari del trivellare l’Italia. Vuoi per la “strategia energetica nazionale”, vuoi per la bolletta, vuoi per la guerra. Ma alla fine sempre per l’ENI.
Ma perché poi tutto questo trivellare non va bene?
Ci ho speso anni della mia vita a predicare e non mi rimetterò qui a ripetere tutta la pappardella.
Quello che però è interessante, è che per i petrolieri di tutto il mondo, ENI inclusa, pozzi, raffinerie e simili non sono mai di grande impatto. È tutto lieve, trascurabile, di poco conto.
Un “che vuoi che sia”, che però è detto dalla bocca del lupo.
In Italia ci sono circa 1500 pozzi di petrolio e gas, di cui 950 circa gestiti dall’ENI, in mare e in terra.
Ogni tanto ci sono controlli, verifiche di ottemperanza, di cui l’ENI deve riferire i risultati dei suoi monitoraggi. Quello che segue, è quanto ENI dice di aver trovato in mare al largo di Ancona, nei pressi sua piattaforma Clara. La concessione di coltivazione di idrocarburi gassosi in mare è B.C. 13. AS.
Notare che dicono sempre che queste sostanze sono poco di sopra la soglia, o anomalie, o temporanee.
Balle.
Sono tutte cose che il mare, per conto suo, non ha. E trovarle, anche in quantità modeste (ma in alcuni casi sono sette volte sopra la soglia!) da una piattaforma che è li da decenni, non è una cosa sana.
Un pochettino di schifo moltiplicato per trenta o quarant’anni significa tanto schifo, che resta e che circola nel mare.
In ogni caso, nel mare di Ancona si trovano:
1) “anomalie degne di nota” di Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA, con composti di idrogeno e carbonio disposti in modo circolare, con uno o più anelli). Gli IPA sono correlati a tumori alla pelle, polmoni, vescica, fegato, stomaco. Alcuni di loro sono genotossici e inducono mutazioni al DNA che portano al tumore. Gli IPA sono pure collegati a malattie del sistema cardiovascolare, danni ai feti e limitato lo sviluppo del sistema immunitario e neurologico. Ci sono circa cento specie di IPA.
In uno dei campionamenti hanno trovato un particolare composto di IPA, Dibenzo(a,h)antracene, di circa sette volte più elevato rispetto alla norma. Non ci sono studi adeguati sugli umani, ma sui topi questa sostanza è cancerogena.
In altri campioni hanno invece trovato naftalene che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità è un possibile cancerogeno.
2) Idrocarburi pesanti (composti molecolari di carbonio ed idrogeno dove ci sono più di 12 molecole di carbonio). Alcuni di questi, come il benzo[a]pyrene, di formula chimica C20 H12, sono possibili carcinogenici.
3) Idrocarburi alifatici (composti molecolari di carbonio e idrogeno con alta concentrazione di carbone rispetto all’idrogeno). Alcuni studi mostrano che l’esposizione costante ma duratura nel tempo può causare problemi a reni e fegato.
4) Solventi organici aromatici fra cui i BTEX, benzene, etilbenzene, toluene, xilene e lo stirene. Il benzene è un carcinogeno e causa leucemia, leukemia; l’etilbenzene è un possibile carcinogeno, per il toluene e lo xilene non ci sono dati sufficienti. Lo stirene è un possibile cancerogeno.
5) Metalli pesanti fra cui: alluminio, arsenico, bario, cadmio, cromo, ferro, mercurio, nickel, piombo, rame, vanadio, zinco, indio, silicio. Di questi, il nickel è un carcinogeno, il rame e lo zinco causano problemi al sistema endocrino, e problemi ai feti, il vanadio è carcinogenico negli animali, il cromo esavalente e l’arsenico sono cancerogeni, il cadmio causa problemi degenerativi alle ossa, il mercurio causa problemi al sistema nervoso, il bario causa problemi a fegato, reni, e cuore, il piombo causa problemi ai reni e al cervello, l’indio è collegato al tumore ai polmoni e a danni al sistema respiratorio.
E la lista continua
Come già detto, in alcuni casi se ne trova poco. In altri casi, tanto. Ma un po’ di fatti sono certi: queste sostanze le trovano vicino ai pozzi di petrolio e gas in mare. A 250 metri di distanza dalle piattaforme. Anche se poco, sono sostanze, come detto sopra, che il mare di per sé non ha.
Certo, potrebbero venire da altre fonti (quali?) ma le trovano spesso vicino alle piattaforme. E tutte queste sostanze sono derivate dall’estrazione di idrocarburi o dalle miscele usate per estrarli dalla pancia della Terra.
Queste le parole dei comunicati ENI
Gli Idrocarburi Policiclici Aromatici hanno mostrato la prima anomalia degna di nota nel 1° survey post lavori di installazione, a 250 m di distanza verso NW. Sia come numero di composti sia come concentrazioni di IPA totali.
Raggiungendo, tuttavia, una concentrazione pari a meno della metà del Livello Chimico di Base (LCB) indicato nel Manuale ICRAM-APAT (2007).
L’unico superamento è stato rappresentato dal Dibenzo(a,h)antracene il cui tenore era circa 7 volte più elevato rispetto all’LCB.
Nell’estate 2016 (2° post lavori) si è verificato un brusco decremento di questi contaminanti, seguito da un nuovo incremento nell’inverno dell’anno successivo (3° post lavori, inverno 2017). Sebbene tutti i composti presenti mostrassero tenori molto inferiori agli LCB.
Eccetto il Naftalene, presente in molti siti con tenori maggiori. Ciononostante, in nessun caso la sommatoria di tutti i composti rilevati è risultata superiore all’LCB. Una tale situazione non è più stata rilevata nei survey successivi.
Quindi gli IPA, in tutto il 2° semestre 2019, hanno mostrato solo 5 valori al di sopra del LR e tutti nel mese di luglio, con un massimo di 0,082 μg/L rilevato alla stazione CL8 (fondo).
– Non sono riportate segnalazioni per gli Idrocarburi totali: i composti leggeri (C <12), infatti, sono sempre stati inferiori al limite di rilevabilità mentre i composti pesanti (C >12) hanno raggiunto le concentrazioni maggiori nel pre-survey, risultando poi presenti successivamente in concentrazioni modeste e inferiori a quelle iniziali.
A luglio solo quattro valori di IT sono risultati al di sopra del Limite di Rilevabilità (LR), con un massimo assoluto di 70 μg/L nella stazione CL5 a 40 m di profondità. In ottobre tutti i valori sono risultati al di sotto del LR mentre a dicembre gli IT sono stati rilevati solo in tre campioni, tutti prelevati dai siti di controllo, con un massimo assoluto di 27 μg/L in CL6 a 40 m di profondità.
– Gli Idrocarburi Alifatici (IA) a luglio hanno presentato solo quattro valori al di sopra del LR, con un massimo assoluto di 39 μg/L alla quota superficiale della stazione CL4. Analogamente agli IT, anche gli IA sono stati tutti al di sotto del LR in ottobre e a dicembre. E sono stati rilevati in soli tre campioni prelevati da due stazioni di controllo, con massimo di 10 μg/L a 40 m di profondità nel sito CL6.
– I risultati inerenti i Solventi Organici Aromatici durante il 2° semestre 2019 hanno mostrato per il benzene valori nel range 0,010-0,020 μg/L. A luglio la distribuzione delle concentrazioni è risultata geograficamente omogenea, con media di 0,012±0,02μg/L. In ottobre solo le stazioni di controllo hanno evidenziato valori al di sopra del LR (0,014±0,003 μg/L). A dicembre solo su 5 campioni (4 di controllo) si sono registrati valori superiori al LR anche se molto prossimi a questa soglia.
– L’etilbenzene a luglio ha mostrato valori medi di 0,013±0,003 μg/L e 0,024±0,011 μg/L rispettivamente per le stazioni vicino alla piattaforma e per quelle di controllo. Queste ultime sono state caratterizzate da concentrazioni maggiori anche se statisticamente omogenee. A ottobre non sono stati rilevati valori al di sopra del LR, mentre a dicembre i controlli si sono differenziati chiaramente dalle stazioni CL1-CL4, mostrando un valore medio di 0,038±0,050 μg/L contro 0,014±0,001 μg/L.
– Lo stirene ha mostrato tenori in generale maggiori per i controlli CL5-CL8. A luglio la media nei siti CL1-CL4 si è attestata su 0,040±0,031 μg/L, mentre nei riferimenti si è registrato un valore medio di 0,153±0,147 μg/L, con una dispersione piuttosto elevata. A ottobre sono state rilevate concentrazioni piuttosto basse e geograficamente omogenee (0,022±0,006 μg/L), mentre a dicembre si è riscontrato un sensibile aumento e una notevole differenziazione tra i siti della piattaforma (0,038±0,021 μg/L) e i controlli (0,318±0,056 μg/L).
– Il toluene è sempre risultato non rilevabile nei siti CL1-CL4, mentre ai controlli e stato rilevato solo a luglio in 10 campioni ma con concentrazioni molto basse (0,12±0,02 μg/L).
– Lo xilene è infine stato quantificato a luglio solo a 40 m di quota nella CL1 in superficie ed a -20 m nella CL6. Non rilevato in ottobre, è ricomparso a dicembre in 21 campioni; i 5 campioni raccolti nei siti CL1-CL4 hanno mostrato una media di 0,020±0,001 μg/L, mentre per i 16 campioni dei siti CL5-CL8 la media è risultata di 0,040±0,005 μg/L, dunque superiore.
– Il Glicole Etilenico è sempre risultato inferiore al limite di rilevabilità strumentale (< 2.2 mg/L) in tutto il semestre di riferimento del report di monitoraggio.
– A luglio le concentrazioni di alluminio non hanno evidenziato differenziazioni geografiche, pur con una ampia dispersione dei valori. Il range è variato tra 0,96 μg/L (CL2, 40 m) e 19 μg/L (CL4, 40 m), con media di 4,29±3,71 μg/L. In ottobre i valori registrati nelle stazioni di controllo si sono abbassati a 0,47±0,30 μg/L (con solo 6 campioni al di sopra del LR), mentre vicino alla piattaforma la media è stata simile a quella di luglio (4,08±3,32 μg/L), sempre con notevole dispersione dei dati. A dicembre solo 3 campioni sono risultati al di sopra del LR, tutti prelevati ai controlli, con il massimo di 3,4 μg/L sul fondo della stazione CL8.
– La distribuzione dell’arsenico è risultata molto omogenea dal punto di vista geografico, con una ridotta variabilità temporale nell’arco del 2° semestre, mostrando comunque una lieve tendenza alla diminuzione. A luglio il valore medio registrato è stato di 0,52±0,12 μg/L, a ottobre di 0,27±0,19 μg/L e a dicembre di 0,22±0,03 μg/L.
– Il bario ha mostrato una certa omogeneità geografica e un trend negativo nel corso del semestre. Le concentrazioni medie rilevate sono passate da 2,14±0,50 μg/L di luglio, a 1,19±0,78 μg/L di ottobre, e infine a 0,20±0,24 μg/L di dicembre, quando in tre campioni della CL4 e in uno della CL7 l’elemento non è stato rilevato.
– Le concentrazioni di cadmio sono risultate quasi tutte al di sotto del LR, tranne che per tre campioni a luglio, quando comunque sono risultate molto basse (≤0,02 μg/L).
– Per il cromo sono stati ottenuti risultati analoghi a quelli del cadmio; infatti, solo 3 campioni in tutto il semestre (CL6 20 m a luglio, CL2 40 m e CL8 40 m a dicembre) sono risultati al di sopra del LR.
– In generale le medie calcolate delle concentrazioni di ferro hanno evidenziato dispersioni notevoli e sovrapponibili per l’elemento, rendendole non differenziabili dal punto di vista statistico. Le medie globali sono risultate di 5,06±3,53 μg/L (range 0,85-15,00 μg/L) a luglio, 2,05±1,80 μg/L (range 1,20-9,30 μg/L) a ottobre, e 3,72±10,01 μg/L (range <0,40-50,00 μg/L) a dicembre. Il massimo assoluto è rilevato a dicembre (50,00 μg/L) nella stazione CL2 a 40 m di profondità e potrebbe rappresentare uno spike.
– Non rilevato a luglio, il mercurio ha presentato a ottobre e a dicembre una distribuzione geografica omogenea e concentrazioni simili. A ottobre la media complessiva era di 0,022±0,009 μg/L, a dicembre di 0,019±0,009 μg/L (sul 75% dei campioni utili).
– A luglio è stata registrata una media complessiva del nichel pari a 0,65±0,28 μg/L (75% dei campioni al di sopra del LR) e la distribuzione è risultata spazialmente omogenea. A ottobre solo un valore è risultato al di sopra del LR (CL2, fondo), e comunque molto basso. A dicembre le stazioni vicine alla piattaforma hanno evidenziato concentrazioni superiori a quelle di controllo anche se mediamente comparabili per l’elevata variabilità (0,28±0,30 μg/L e 0,11±0,05 μg/L, rispettivamente).
– Per il piombo a luglio, ottobre e dicembre solo 3, 5, e 2 campioni su 32, rispettivamente, sono risultati al di sopra del LR. A luglio è stato registrato il massimo assoluto per il semestre: 0,14 μg/L nella stazione CL3 a 40 m di profondità.
– Per il rame a luglio solo il 50% dei valori è risultato al di sopra del LR. Non si è riscontrata una differenziazione geografica, con media globale di 0,33±0,20 μg/L. A ottobre e dicembre solo 4 e 9 campioni, su 32, rispettivamente, avevano valori maggiori del LR. A ottobre si è riscontrato un range di 0,14-0,27 μg/L nelle stazioni CL1-CL4 (ai controlli tutti i valori erano inferiori al LR). A dicembre il range globale è stato di 0,05-6,40 μg/L, con il massimo assoluto misurato in CL1 in superficie.
– Il vanadio è stato sempre distribuito piuttosto omogeneamente e con valori bassi. Solo a luglio è risultato non rilevabile in diversi campioni di entrambi i gruppi di stazioni, mentre nelle due campagne successive è stato sempre rinvenuto. Le medie globali sono state di 0,46±0,08 μg/L a luglio, 0,21±0,15 μg/L a ottobre, e 0,22±0,04 μg/L a dicembre.
– A luglio lo zinco è stato quantificato nel 75% dei campioni, con un range di concentrazione pari a 0,80-32,00 μg/L. Questo massimo, assoluto per l’intero semestre, è stato rilevato in CL1 in superficie e, assieme alla concentrazione in CL3 del fondo (30,00 μg/L), potrebbe rappresentare uno spike. In ottobre non si sono registrati valori al di sopra del LR, mentre a dicembre le concentrazioni, tutte basse, sono state registrate sul 66% dei campioni; le medie sono state di 0,31±0,18 μg/L nelle stazioni CL1-CL4 e di 0,76±0,63 μg/L nelle stazioni CL5-CL8.
– L’indio è stato rilevato solo in tre campioni prelevati a dicembre, tutti provenienti dalla stazione CL6 (superficie, 40 m e fondo), con massimo di 0,34 μg/L in superficie.
– Il silicio non è stato rilevato a luglio; in ottobre e in dicembre le medie globali sono risultate simili e pari a 0,11±0,07 mg/L e 0,12±0,11 mg/L, rispettivamente. Le concentrazioni sono apparse variabili ma complessivamente modeste.