L’ABBANDONO E LA VIOLENZA SUGLI ANIMALI SONO EMERGENZE DI CUI SI È DISCUSSO DURANTE LA CONFERENZA ORGANIZZATA DA ALTERNATIVA
Nonostante tutti i risvolti drammatici che la pandemia globale dovuta al Covid-19 ha portato con sé, un aspetto positivo è stato che molti animali sono stati adottati. Purtroppo, però, passata l’emergenza e con l’arrivo delle vacanze, sono aumentati i casi di abbandono.
Nelle sole prime settimane di luglio l’ENPA, l’Ente Nazionale Protezione Animali, ha registrato l’abbandono di circa mille cuccioli. Inoltre, secondo i dati riportati dal ministero della Salute, nel 2021 nei canili sanitari italiani sono entrati 72.115 cani. Invece i canili rifugio ne hanno accolti 29.194.
Indagando le ragioni dell’abbandono, emerge un aspetto preoccupante. Il 28,3% di chi ha preso un cane negli ultimi due anni ha dichiarato di averlo fatto appositamente per far fronte al lockdown. Inoltre circa 196mila individui hanno ammesso di aver adottato un animale solo per aggirare i limiti alla mobilità imposti dal governo.
Perciò risulta chiaro come aumentare la consapevolezza della responsabilità di convivere con un animale da compagnia sia l’unico modo per contrastare efficacemente il fenomeno dell’abbandono. Proprio questo tema è stato affrontato durante il convegno “Randagismo e violenza sugli animali: cosa non funziona e quali le soluzioni?”, organizzato il 26 luglio a Roma, alla Sala del Cenacolo della Camera dei Deputati, e presentato da Ilaria Ferri, consulente scientifico del gruppo parlamentare Alternativa.
Abbandono degli animali: serve maggiore responsabilità
«Chi adotta deve capire che quell’animale ha delle esigenze, comporta delle responsabilità», così sostiene l’onorevole Emanuela Corda di Alternativa durante l’evento. Della stessa opinione è anche lo zooantropologo Roberto Marchesini. Nel suo intervento accusa la visione antropocentrica della società. «Le relazioni con le altre specie sono fondamentali – dichiara Marchesini-. Ma nel nostro tempo c’è una svalutazione di questo aspetto. Il grande nemico è la banalizzazione dell’animale».
Infatti spesso gli animali vengono privati delle loro peculiarità, umanizzati. In più sono vittima di maltrattamenti, più o meno espliciti, che si ripercuotono sul comportamento stesso dell’animale. «Un fenomeno piccolo, come la nostra relazione con gli animali – spiega Camilla Pagani, psicologa sociale del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) – deve essere analizzato prendendo in esame eventi più grandi, come la guerra e gli incendi. È il simbolo di questo periodo, segnato dalla sopraffazione dei più deboli».
E l’abbandono è sicuramente la più grande sofferenza a cui si può sottoporre qualsiasi essere vivente. Questo argomento è stato approfondito da un’altra degli esperti intervenuti, il medico veterinario Mariachiara Catalani. Il suo lavoro consiste nel coordinare i professionisti e volontari dei rifugi e dei canili e fare una valutazione delle caratteristiche di ogni animale abbandonato. «Lo scopo è attenuare lo shock dell’animale – spiega Catalani-. È importante fargli trascorrere al meglio possibile il periodo in canile ed educarlo per farlo accogliere presto in una famiglia. Bisogna rendere il periodo in canile formativo».
Combattere i maltrattamenti sugli animali: proposta di legge
Un ulteriore tema importante emerso durante l’incontro è quello del maltrattamento degli animali, emergenza che deve essere affrontata dallo Stato italiano con maggior vigore. Vi è la necessità di approvare una riforma per il riconoscimento di questi atti come crimini sociali. «Occorre riconoscere la pericolosità dei soggetti che compiono atti violenti contro gli animali – sostiene Emanuela Corda -. Infatti chi gode a far del male agli esseri viventi ha più probabilità di compiere atti violenti contro gli esseri umani».
Per questo l’onorevole presenterà una proposta di legge per istituire il servizio di coordinamento e raccolta dati sui reati a danno degli animali. «Ogni singolo atto di violenza contro l’animale – conferma Camilla Pagani – dovrebbe essere analizzato».
L’incontro è stata anche l’occasione per analizzare ciò che non funziona delle normative che regolano il fenomeno del randagismo e quello del maltrattamento, riflettendo sui possibili nuovi percorsi da intraprendere. In particolare la legge 189 del 2004 reca “Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate“.
Mentre disciplina il rapporto con gli animali d’affezione e prevede azioni di prevenzione del randagismo la legge 281 del 1991. Quest’ultima ha istituito anche un fondo per la tutela del benessere e per la lotta all’abbandono degli animali da compagnia. Purtroppo però, in questo modo, «il sistema dei canili è diventato un business – accusa l’onorevole Corda -. Lo scopo di alcuni è diventato quello di prendere più cani possibili, perché ogni cane diventa un assegno circolare. Andrebbe rivisto il sistema».
L’abbandono degli animali si combatte con la cultura
Le stesse problematiche emerse durante la conferenza sono anche quelle messe in risalto dalla campagna educativa e di sensibilizzazione della Fnovi (Federazione nazionale ordini veterinari italiani), in collaborazione con il ministero della Salute, che, per la prima volta, è rivolta a chi adotta. Lo scopo è guidare chi vuole adottare un animale verso una scelta più consapevole ed educare chi è già proprietario di animali a un rapporto più corretto e responsabile. Anche l’ENPA è in linea con questa missione.
«Gli animali sono esseri senzienti e quando li accogliamo nelle nostre famiglie dobbiamo farlo con amore, ma anche con consapevolezza. Prendere un cane o un gatto oggi per riportarlo dopo un anno o meno è solo un atto sconsiderato– spiega Carla Rocchi, presidente nazionale dell’ENPA -. Abbiamo così realizzato anche un piccolo vademecum destinato all’adottante. Per sconfiggere l’abbandono, bisogna ripartire dalla cultura degli animali, da come rapportarsi con loro, al fine di evitare errori che poi si ripercuotano sui nostri amici a quattro zampe».
Infatti, come la stessa Emanuela Corda ha ricordato durante la conferenza, «noi non siamo soli ma la nostra vita è indissolubilmente legata agli altri esseri viventi».