domenica, Settembre 15, 2024

Colonnello dell’Esercito Italiano muore a causa dell’UI. Il ministero della Difesa condannato a risarcire il figlio

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URANIO IMPOVERITO E AMIANTO LETALI NELLE MISSIONI DI GUERRA: LA CORTE D’APPELLO DI L’AQUILA HA CONDANNATO IL MINISTERO DELLA DIFESA A CONCEDERE I BENEFICI PREVIDENZIALI ALL’ORFANO DEL COLONNELLO RAFFAELE ACQUAFREDDA

La Corte d’Appello di L’Aquila ha emesso una sentenza definitiva, accogliendo il ricorso presentato dall’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto. il verdetto ha imposto al ministero della Difesa di riconoscere le prestazioni previdenziali che spettano al figlio orfano del colonnello dell’Esercito Italiano Raffaele Acquafredda, Vittima del Dovere. Il ministero dovrà versare circa 250mila euro per i ratei arretrati e garantire all’orfano un vitalizio mensile di circa 2.100 euro.

“L’appellante – è scritto nel giudizio – che al momento del decesso del padre (1° ottobre 2012) aveva 23 anni, ha, fin dal primo grado, fornito elementi dai quali poter desumere che parte del complessivo reddito nel 2013 sia stato guadagnato successivamente al decesso del padre”.

E scrive ancora il giudice, “la legge fa riferimento per i figli al requisito della vivenza a carico, che non può che essere riferita ad un momento antecedente il decesso (art.6 n.11. n. 466/1980), contrariamente a quanto argomentato dal ministero”.  

Il colonnello Raffaele Acquafredda

Raffaele Acquafredda, classe 1964, originario di Montesilvano, comune della provincia di Pescara in Abruzzo, nel 1985, a soli 21 anni, si arruola nell’Esercito Italiano. Vi presta servizio fino al 2006. Partecipa a diverse missioni in teatro operativo.  

Come Ufficiale Superiore di Artiglieria della Brigata Multinazionale Nord a Sarajevo. E, quindi, come addetto all’artiglieria terrestre interviene all’Operazione Joint Guardian, intervento di mantenimento della pace in Kosovo, avviata nel 1999 dopo la fine del conflitto tra la NATO e le forze serbe.

Ma nei Balcani, durante gli eventi bellici, le forze NATO hanno sparato proiettili all’Uranio Impoverito, contaminando acqua, aria e suolo con radiazioni, nanoparticelle di metalli pesanti e altre sostanze chimiche cancerogene, come polveri e fibre di amianto.

Questa esposizione ha causato il cancro al rene all’ufficiale, portandolo alla morte prematura, a soli 50 anni. Raffaele Acquafredda lascia la moglie e due figli.

«Prosegue l’epidemia dei nostri uomini in divisa impegnati nelle missioni per effetto dell’uso di proiettili all’uranio impoverito: più di 400 i deceduti e 8mila i malati – denuncia Bonanni –. Come Osservatorio Nazionale Amianto proseguiamo il nostro impegno in rappresentanza e tutela dei nostri militari e di tutte le vittime che hanno subito l’esposizione alla fibra killer».

La richiesta dei risarcimenti

Ora la decisione è nelle mani del TAR, dove è in corso la causa intentata da tutti i familiari per ottenere il risarcimento dei danni subiti dal colonnello Acquafredda. Parallelamente, è stato avviato un altro procedimento al Tribunale di L’Aquila per il risarcimento del danno da lutto subito dalla vedova e dai due orfani.

Numero verde ONA

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