Sciopero globale per chiedere ai governi e agli adulti di intervenire al fine di impedire l’inesorabile peggioramento dei cambiamenti climatici
Venerdì 15 marzo il Climate Strike
“Inutile studiare e formarsi per il futuro, se questo futuro non ci sarà”
La possibilità di avere un futuro ,è questo che chiedono migliaia di giovani, tra cui i Giornalisti nell’Erba, pronti a scendere in piazza il 15 Marzo e a scioperare per attirare l’attenzione del governo e della politica sui cambiamenti climatici e le problematiche ambientali.
Il Climate Strike, lo “Sciopero della scuola per il clima”, arriva anche in Italia.
Il movimento giovanile è stato innescato dalla sedicenne svedese Greta Thunberg, una bambina con la faccia pulita e i capelli raccolti, che combatte una battaglia, iniziata con la presa in giro da parte dei compagni di classe che la definivano buonista e moralista, solo perché interessata a problematiche ambientali.
Eppure Greta non si ferma, guarda avanti, per il suo futuro e quello dei compagni, che un giorno, a sua detta, capiranno quanto sia importante lottare.
Da agosto 2018 Greta, ogni venerdì, si ferma davanti al parlamento nazionale della Svezia, innalzando il suo cartello: “Skolstrejk for klimatet”, “Sciopero della scuola per il clima”, appunto.
Inizia ad attirare l’attenzione, giovani di tutto il mondo scendono in piazza per scioperare e allarmare le autorità, sensibilizzando coetanei e docenti, affinché tutti si mobilitino per impedire che il mutamento delle temperature stravolga per sempre il nostro pianeta.
“Non dubitare mai che un piccolo gruppo di cittadini coscienziosi e impegnati possa cambiare il mondo. In verità è l’unica cosa che è sempre accaduta” (Margaret Mead)
Il suo modo di manifestare ha coinvolto migliaia di persone dimostrando che un solo individuo che crede fermamente nei suoi ideali non è solamente una goccia d’acqua nell’oceano.
È quella goccia che, fondendosi con le altre, muta in mare, sfiorando le rive e corrodendo le rocce, plasmandole, addolcendone gli aspri lineamenti.
Giornalisti nell’Erba, progetto nazionale e internazionale di giornalismo e comunicazione ambientale dai 3 ai 29 anni, da tredici anni scrivono e indagano sui cambiamenti climatici. La rete si mobilita per questa giornata di sensibilizzazione in molte città d’Italia e, oltre a manifestare, ha istituito un premio per giovani reporter previsto per maggio del prossimo anno.
Riscaldamento globale: cos’è e cosa provoca
Il riscaldamento globale è l’innalzamento della temperatura superficiale del pianeta, con particolare riferimento all’atmosfera e alle acque oceaniche.
La terra ha attraversato continue modificazioni della temperatura, parte di questo aumento è dovuto a cause naturali ma la maggioranza della comunità scientifica concorda nell’indicare le attività umane di produzione di gas a effetto serra e di disboscamento come la causa principale del riscaldamento globale.
Le attività dell’uomo, a partire dall’epoca della prima Rivoluzione industriale, con l’utilizzo di nuove macchine e il concentrarsi delle occupazioni umane, hanno provocato un aumento della concentrazione di gas a effetto serra, in particolare l’anidride carbonica e il metano.
Altri fattori che causano il surriscaldamento per opera dell’uomo sono l’utilizzo di combustibili fossili, la deforestazione, le attività produttive, i trasporti e persino il riscaldamento delle case.
Evidenti conseguenze sono lo scioglimento dei ghiacciai, la riduzione dell’estensione delle calotte polari, l’innalzamento globale del livello degli oceani e fenomeni come le eruzioni vulcaniche. Talvolta provocando le cosiddette estensioni di massa.
Il periodo che stiamo attraversando vede un rialzo delle temperature molto più rapido di quelli passati e, come riporta Legambiente, sono 453 i fenomeni meteorologici riportati dalla mappa cittàclima.It che dal 2010 a oggi hanno provocato danni nel territorio italiano (277 i comuni dove si sono registrati eventi con impatti considerevoli) e ancora più rilevante è il tributo che continuiamo a pagare in termini vite umane e di feriti, oltre 189 le persone vittime del maltempo (sempre dal 2010 ad oggi), con già quattro morti nei primi mesi del 2019, a seguito dei quindici eventi estremi registrati nella penisola. A questo si aggiunge l’evacuazione di oltre 45mila persone a causa di eventi quali frane e alluvioni negli ultimi diciotto anni.
Senza dimenticare che il 2018, secondo le registrazioni del consiglio nazionale delle ricerche-isac di bologna, è stato l’anno più caldo dal 1800 a oggi per l’Italia, con un’anomalia di +1,58° C sopra la media. A livello globale, solo nel 2018, secondo il rapporto di Munich re, si sono contati 850 disastri naturali soprattutto alluvioni, inondazioni, frane (46%) e uragani e tempeste (42%) con un costo stimato in 160miliardi di dollari. Le perdite maggiori sono state causate dalla siccità che è costata circa 4miliardi di dollari.
“Se non agiamo ora per contenere l’aumento del riscaldamento globale entro 1,5 gradi centigradi, ci rimarranno solo undici anni per arrivare al punto di non ritorno. Basterebbe che tutti i Paesi rispettassero gli Accordi di Parigi per contenere l’aumento di CO2. I potenti della terra, i nostri governanti, che hanno in mano le leve dell’economia e della politica devono agire, immediatamente”.
Tantissimi il 15 marzo per lo sciopero globale #CLIMASTRIKE in molte parti d’Italia
A partire da Frascati, alle porte della capitale, per una grande manifestazione promossa da Giornalisti Nell’Erba e dal Comune: adesioni massicce, stando alle previsioni, con il coinvolgimento di tutte le scuole del territorio (Cicerone, Buonarroti, Pantaleoni, Fermi, Vanvitelli, Dandini, Nazario Sauro, Villa Sciarra, qualcuno dal Touschek ed altri anche da Roma stessa). Sono i giovani e giovanissimi a guidare il corteo e a spiegare alla cittadinanza il significato del loro ‘sciopero’. Al loro fianco anche la scienza (con il fisico Giovanni Mazzitelli, a disposizione per chiarire e spiegare il climate change, insieme alle associazioni Frascati Scienza e G.Eco) e l’informazione (con giornalisti che hanno seguito le Conferenze mondiali sul clima e possono rispondere alle loro domande).
Al climate strike interviene anche Il sindaco Roberto Mastrosanti: «Mi inorgoglisce vedere tanti giovani cittadini mobilitarsi uniti per la lotta al cambiamento climatico. Gli studenti di Frascati hanno raccolto l’appello di Greta Thunberg, c’è un grande fermento e l’adesione si prospetta massiccia – Io sarò in corteo al loro fianco. Confido che questo sia solo il primo passo per un impegno costante nel tempo, è il loro futuro ad essere a rischio. Dobbiamo agire adesso».
Insieme ai ragazzi anche insegnanti di ogni ordine e grado
‘Perché il 15 marzo noi docenti abbiamo il dovere di manifestare insieme ai nostri alunni? Istruzione di qualità e Lotta contro il cambiamento climatico sono rispettivamente il quarto e il tredicesimo dei 18 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile elencati dall’ONU nell’Agenda 2030 dichiarano le coordinatrici nazionali Rete Docenti Giornalisti Nell’Erba, delegate Educazione e Formazione gNe.
Pronti a dire la loro, gli gNe, da nord a sud d’Italia, dai più piccoli, come i bambini della primaria Giuliotti di Greve in Chianti ai ragazzi dell’intero Istituto Comprensivo di tre cittadine in provincia di Foggia (Bovino, Castelluccio dei Sauri e Panni).
Aderiranno anche i ragazzi di Corigliano Calabro, istituto Erodoto, che ogni mese dedicano una giornata al climate strike e concludono il programma con una manifestazione l’ultimo venerdì prima della fine della scuola, quelli del liceo G. Alessi di Perugia, dell‘Istituto superiore Di Vittorio Lattanzio e dell’Istituto Via G. Messina di Roma.
Attività per la giornata del 15 marzo saranno organizzate anche nella scuola secondaria di primo grado Italo Calvino dell’Istituto Comprensivo Via Francesco Gentile 40 di Roma e nell’Istituto Comprensivo Via G. Messina, sempre di Roma.
Cosa dicono i giovani sul cambiamento climatico e sul climate strike
«Il 15 marzo io partecipo al climate strike perché la natura sta collassando– dice Valerio G., 13 anni, di Frascati – Non possiamo permettere che la temperatura del pianeta aumenti ancora. Servono interventi radicali e urgenti. 11 anni sono pochi, non ci possiamo distrarre. Dobbiamo difendere il nostro futuro. Dobbiamo passare dal fossile alle rinnovabili. Dobbiamo abbandonare questa economia che punta solo al profitto».
«Come dice la giovane ambientalista svedese Greta Thunberg, abbiamo poco tempo per agire: il potere, è vero, è in mano ai ‘grandi’ ma anche alle persone, perché ognuno di noi può fare la differenza», è l’opinione di Francesca S, della redazione gNe Parola Nostra della scuola media di Bovino (Foggia)
Dalla redazione di Frascati. Linda O., 13 anni dice: «Il 15 marzo è importante perché non voglio scappare da questo meraviglioso pianeta. E non credo nella vita su Marte!». Luca P., 12 anni: «Voglio che il governo promuova un’economia circolare e sostenibile invece che un’economia lineare».
Sofia R., 12 anni: «Noi giornalisti Nell’Erba abbiamo lavorato tanto per capire e far capire i problemi del clima, ma non basta di sicuro, le nostre piccole azioni non sono sufficienti. Adesso sono i governi che devono fare qualcosa. E subito».
Ancora dalla Puglia: «È importante il contributo di tutti noi, perché con le nostre battaglie possiamo far capire alle autorità quanto il nostro pianeta ci sta a cuore e incentivare un cambiamento veramente radicale: è necessario agire al più presto perché ormai non c’è più tempo da perdere e non abbiamo più scuse, altrimenti il nostro pianeta andrà alla deriva», dice Simona D.P.
A Perugia (Liceo G. Alessi) parlano di Climate change. Luca M, 16 anni: «Un’arma che abbiamo creato e che ci siamo puntati contro». Federica V., 17 anni:«Un errore che noi abbiamo commesso e al quale dobbiamo porre rimedio»..Lucia B, 16 anni: «Il cambiamento climatico per me è il frutto irresponsabile dei nostri lussi e delle nostre comodità». Chiara F, 16 anni: «Una nostra colpa ed una nostra responsabilità». Vittoria, 16 anni: «È un disastro ambientale che vive nella nostra indifferenza».Lorenzo P. «È la conseguenza disastrosa ed irreversibile di abusi e dello sfruttamento da parte della società moderna ai danni del pianeta».
I piccolissimi di Greve in Chianti:«Gli uomini stanno facendo cambiare il clima perché stanno facendo tanto fumo», dice Adele G. di 6 anni. E Pietro S., suo coetaneo: «Il mondo sta seccando e i ghiacci si stanno sciogliendo per colpa dei grandi».
Francesco P., 13 anni, di Frascati: «Io parteciperò al climate strike del 15 marzo perché ci vogliono delle vere e proprie leggi, perché siamo in una situazione molto critica». Chiara M., 12 anni: «Quest’anno alla COP24 non sono stati raggiunti gli accordi che speravo e sono davvero preoccupata, perché non abbiamo più tempo per continuare a perderlo».
Valerio G., 13 anni: «Protesto perché non è possibile che ancora oggi si usino i combustibili fossili. Bisogna passare alle rinnovabili, che oltretutto creano lavoro per noi giovani»
Vincenzo I., 12 anni: «Gli adulti pensano che potremmo essere noi a risolvere queste problematiche nel mondo, ma non ci sarà più tempo»
Sara F. 13 anni, parla da Cagliari (“Pascoli? Nivola di Assemini): «Non viviamo in un mondo virtuale, lottiamo contro il riscaldamento globale». Francesco F. 13 anni: «Potenti della terra, il futuro del pianeta è nella vostra mano quindi ora iniziate a salvarla».Mattia P. 13 anni: «Dobbiamo pensare al nostro futuro, abbiamo pochissimo tempo per salvare la terra, per salvare noi stessi». Elisa C., 14 anni: «Il disastro ambientale cresce come la nostra ignoranza».
Ancora liceali perugini. Gabriele, 16 anni: «Il cambiamento climatico è una realtà, sta a noi decidere se combatterla o alimentarla». Giulia, 15 anni:«Il cambiamento climatico è un fenomeno che si presenta come la sfida chiave del nostro tempo»
Claudia C. di 13 anni, dalla redazione di Parola Nostra (Bovino). «Abbiamo la sciocca abitudine di rimandare, rimandare sempre! Rimandiamo il pagamento di una bolletta così come rimandiamo qualcosa di più serio, come il climate strike per cui stiamo manifestando: la necessità di intervenire contro i cambiamenti climatici. Non è più accettabile che i governi non si muovano e che solo pochi si preoccupino: come possiamo far finta di non accorgerci che ci stanno rubando il futuro sotto ai nostri occhi?»
«I cambiamenti climatici ci sono, esistono, sono una realtà. Sembra strano che oggi i giovani del mondo devono gridarlo con forza per farlo sentire a tutti. Soprattutto ai potenti della Terra, che o fingono di non vedere e di non capire, oppure negano con arroganza l’evidenza, parlando di gigantesca fake news», mettono per iscritto Sara C., anni 11, Giuseppe R. di 12, Giovanni A e Giuseppe D. di 13 dalla redazione di Castelluccio dei Sauri -. A quei potenti, ai quali abbiamo affidato le sorti del Pianeta e del nostro Futuro, ricordiamo che non è più il tempo di prendere tempo. La vostra politica è fallimentare: ha creato grandi squilibri economici, ha prima condannato alla fame e alla povertà il sud del Mondo e adesso sta divorando tutto il resto. Abbiamo solo 11 anni per invertire la rotta e noi giovani siamo decisi a fermarvi per salvare il nostro futuro».
Eppure? «il clima non è di moda – spiega Lara Attiani 15 anni, di Roma – Quando ne parlo o ne scrivo so già che i miei compagni mi prenderanno in giro. So che faranno battute e risatine. Lo so. La maggior parte dei miei coetanei non ne sa nulla di cambiamento climatico. Non sa che davvero abbiamo solo 11 anni per agire ed evitare il peggio. Non capisce che se non alziamo tanto la voce i nostri governi continueranno a non ascoltare e quindi a toglierci il nostro futuro, pensando solo a ciò che chiedono quelli che oggi votano. Il 15 marzo, vi prego – continua Lara – scendete in piazza. In tanti. Tutti. Al climate strike io ci sarò. E non mi importa proprio nulla delle battutine: io ci metto la faccia. Io la voce la alzo».
Il segreto del cambiamento è focalizzare tutta la tua energia, non sul combattere il vecchio, ma sulla costruzione del nuovo. (Socrate)