IL 22 E 23 MARZO A PISTOIA SI È TENUTO IL PRIMO FESTIVAL LETTERARIO ITALIANO DEDICATO AL CAMBIAMENTO CLIMATICO. LA MANIFESATAZIONE SI É SVOLTA NEI LOCALI DELLA BIBLIOTECA SAN GIORGIO E HA COINVOLTO GRANDI E PICCINI
Come la letteratura verde può salvare il pianeta
Nel 2024 ancora sembra essere diffusa una certa tendenza al negazionismo climatico, ossia quell’inclinazione a credere che non sia del tutto vero che il nostro pianeta sta cominciando a subire gli effetti del cambiamento climatico in atto.
Eppure siamo tutti concordi nel ricordare per esempio l’estate del 2023 come la più infuocata di sempre… E allora che si fa? Si tenta di fare opera di sensibilizzazione attraverso uno dei mezzi più potenti che l’uomo ha in dotazione: la parola.
È con questo intento che è nato il Climate Fiction Days, un evento per raggruppare e rappresentare quegli autori che coraggiosamente hanno deciso di affrontare il tema del cambiamento climatico nei loro testi, che siano romanzi o fumetti. Il sottotitolo “Come la letteratura verde può salvare il paese” potremmo intenderlo come il manifesto programmatico del festival.
Raccontare il cambiamento climatico
La rassegna, ideata e diretta dalla scrittrice e traduttrice Alessandra Repossi, ha visto nella prima giornata un confronto tra addetti ai lavori, dal titolo “Raccontare il cambiamento climatico: dall’antropofiction al reportage narrativo”.
Una riflessione sulle modalità di narrare l’evoluzione/involuzione del pianeta attraverso questo genere letterario, il Climate fiction appunto, che recentemente si è imposto all’attenzione italiana, alla luce del crescente attivismo degli ultimi anni sul tema ambientale.
L’espressione “climate fiction” (cli-fi) fu lanciata dal giornalista Dan Bloom nel 2007, per inquadrare un sottogenere della fantascienza, che affrontava la questione climatica e fu resa virale da un tweet della scrittrice e ambientalista Margaret Atwood.
La letteratura internazionale sul cambiamento climatico
Nella mattinata del 23 marzo sono stati protagonisti ai Climate Fiction Days i romanzi internazionali che affrontano la tematica ambientale, con i relativi traduttori che si sono occupati di trasporre i testi in lingua italiana. Tra di loro la stessa direttrice artistica del festival, Alessandra Repossi, che insieme con Francesca Cosi ha tradotto “Présence de la mort” dello scrittore svizzero Charles Ferdinand Ramuz.
Una commistione di elementi fantastici e altri drammaticamente realistici è il romanzo dello scrittore taiwanese Wu Ming-yi, dal titolo italiano “Montagne e nuvole negli occhi”. Il rapporto tra uomo e ambiente emerge in tutta la sua fragilità e la traduzione di Silvia Pozzi, Professoressa di Lingua e Letteratura dell’Università di Milano Bicocca, ha reso perfettamente il lirismo della narrazione.
Parole e immagini per rappresentare il cambiamento climatico
È stato poi dedicato spazio al racconto del cambiamento climatico attraverso il fumetto, con l’opera a quattro mani “Non è mica la fine del mondo” di Francesca Riccioni e il compianto Tuono Pettinato. Le immagini si fondono al testo dando vita ad un prodotto di grande efficacia.
Per i più piccoli un laboratorio a tema tenuto dallo scrittore Flavio Soriga e l’illustratore Riccardo Atzeni, per sensibilizzare gli adulti del domani a prendersi cura del pianeta che abitano.
“La nuvola di smog” di Italo Calvino e il cambiamento climatico nel 1958
“Il corso normale delle stagioni pareva cambiato, densi cicloni percorrevano l’Europa, l’inizio dell’estate era segnato da giorni carichi d’elettricità, poi da settimane di pioggia, da calori improvvisi e da improvvisi ritorni d’un freddo come di marzo. I giornali escludevano che in questi disordini atmosferici potessero entrare gli effetti delle bombe; […] Del tempo adesso si evitava di parlare, o dovendo dire che pioveva o che s’era schiarito s’era presi da una specie di vergogna, come si tacesse qualche nostra oscura responsabilità”. Sono queste le parole dello scrittore Italo Calvino, che nel 1958 scrive un racconto dal titolo “La nuvola di smog” sulla rivista “Nuovi Argomenti”.
L’attualità delle parole di Italo Calvino
Siamo nel periodo del boom economico italiano, quell’età dorata in cui l’ottimismo imperante rendeva ciechi a problemi di qualsiasi natura, eppure un animo sensibile come quello di un letterato percepiva che c’era qualcosa che non andava nell’aria. Le parole di Italo Calvino risuonano drammaticamente attuali e si attagliano perfettamente alla situazione che stiamo vivendo.
Lo scrittore identifica la nube grigia che ammanta ogni cosa nella città con l’inquietudine che attanaglia l’essere umano e anticipa di più di sessant’anni i tempi, dimostrandoci che, ieri come oggi, lo stato di salute dell’uomo non può essere slegato dallo stato di salute del suo pianeta.