LA CITTÀ DELLA DOMENICA È UN’AREA PRIVATA VICINO PERUGIA: NATO COME PARCO DIVERTIMENTI, OGGI AFFIANCA ANCHE ATTIVITÀ DIDATTICHE E DI TUTELA DELLA NATURA
La Città della Domenica nacque il 21 aprile del 1963, giorno della sua inaugurazione. Fu il primo parco per famiglie in Italia. Si trova a Perugia in località Ferro di Cavallo, a pochi chilometri dal centro cittadino.
L’idea fu di Mario Spagnoli (1900-1977), figlio di Luisa Spagnoli, che nel 1960 decise di trasformare i terreni di sua proprietà sul Monte Pulito, in un parco per il tempo libero delle famiglie. L’imprenditore perugino pensava a una sorta di città ideale che doveva inizialmente prendere il nome di “Spagnolia”.
Oggi la Città della Domenica è una enorme riserva naturale, un parco divertimenti faunistico e tematico. Ben 43 ettari di spazio. Nel 2005 la Città della Domenica è diventato anche un sito SIC Natura 2000.
Città della Domenica, tra fauna e favole vicino Perugia
Nella fitta vegetazione di Monte Pulito, alle porte di Perugia, sorge oggi un funpark caratterizzato da aree faunistiche mescolate a strutture fiabesche.
Ci sono il Castello della Bella Addormentata, il Villaggio di Pinocchio, la Scuola di Magia e il Labirinto. Tra le aree tematiche, ci sono il Razzo Spaziale e il Far West con Fort Apache, la Riserva degli Indiani e il Ponte Matto.
Inaugurato nel 2019, inoltre, il Bosco Parlante, un percorso dove i bambini possono esplorare la natura guidati da storie raccontate da alberi parlanti e compiere il percorso di Messaggeri degli Alberi. Il progetto ha visto la collaborazione di Claudio Cavalli, uno dei creatori del programma RAI L’albero Azzurro e di Kiril Cholacov, noto artista e scultore di attrazioni per i parchi più importanti d’Italia.
Com’è diventato un parco faunistico e di tutela ambientale? L’evoluzione della Città della Domenica è stata diversa rispetto a quella dei parchi divertimento che sono nati in Italia negli anni successivi. Mentre questi ultimi hanno incrementato le macchine, il parco umbro ha dato spazio sempre di più alla didattica, iniziando ad ospitare molte specie di animali allo stato brado, oltre ad alcune specie esotiche tenute in cattività.
La collaborazione con l’università per gli animali
“Il Parco – si legge in una nota – è da sempre promotore di progetti per la salvaguardia delle specie italiche in via d’estinzione attraverso strette collaborazioni con enti pubblici ed Università.
Oltre al Cavallo di Monterufoli della Giara e della capre di Monte Cristo, il Parco ha iniziato già dai primi anni ottanta un progetto per salvare dall’estinzione l’asino bianco dell’Asinara Equus asinus var. albina. Che proprio questa struttura ha contribuito a rinsanguare, in collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia e l’incremento Ippico Sardo grazie al progetto recentemente è stata ufficialmente riconosciuta come specie“.
C’è anche il rettilario, realizzato negli anni Novanta: è uno dei più importanti d’Europa. Qui sono stati ricreati habitat per alligatori, caimani e tante specie di serpenti tra cui alcuni dei più velenosi esistenti al mondo. Più recente, l’allestimento di un percorso evoluzionistico alla scoperta di tanti preziosi fossili da tutto il mondo. Il rettilario collabora da anni con il ministero dell’Ambiente come il più importante centro di recupero di rettili velenosi e coccodrilli nel territorio nazionale.