lunedì, Settembre 9, 2024

Chernobyl: il suicidio dei soldati russi

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HANNO SCAVATO TRINCEE E TOCCATO RIFIUTI NUCLEARI A MANI NUDE NELLA ZONA INTORNO E DENTRO LA CENTRALE NUCLEARE DI CHERNOBYL, IN DISUSO MA CONTAMINATA DOPO IL DISASTRO DEL 1986.

Nei giorni scorsi le truppe russe hanno scavato trincee nella “Foresta Rossa” e organizzato il proprio accampamento nella zona contigua alla centrale di Chernobyl.

Il tutto è stato ripreso da un drone dell’Agenzia statale dell’Ucraina.

La “Foresta Rossa”, chiamata così per le cime degli alberi diventate rosse a causa delle radiazioni nucleari, è una delle aree più contaminate del pianeta.

Questo a causa del tragico disastro della centrale nucleare di Chernobyl avvenuto nell’86.

Dopo tanti anni dall’incidente nell’area contigua alla centrale si era sviluppata questa foresta di pini. La vegetazione aveva ricoperto la zona e il pericolo radiazioni era relativamente basso perché il cesio 137, lo stronzio 90 e il plutonio si trovavano, ormai, nel sottosuolo.

Questi isotopi, pericolosi e cancerogeni sono stati assorbiti dalle radici e dal muschio ma ora, dopo la rimozione del suolo fatta dai militari russi, la radioattività in superficie è aumentata drasticamente.

Lo studio dei ricercatori ucraini prima dell’avvento delle truppe di Mosca

La foresta rossa era la dimostrazione di come la natura e gli animali possono reagire all’esposizione a radiazioni.

I ricercatori ucraini studiavano, in collaborazione con la NASA, i mammiferi che vivevano in quella zona per capire la capacità di adattamento degli esseri viventi e delle piante all’esposizione cronica. Sono fuggiti quando i militari hanno preso il controllo della centrale e i loro esperimenti sono stati distrutti.

Gli esperti pensano che l’area intorno alla centrale sia stata danneggiata in modo permanente sia per le radiazioni sia per la presenza dei militari russi e i combattimenti che hanno provocato la fuga degli animali che vivevano nella foresta.

Trincee scavate a Chernobyl dall’armata Rossa

I giovani soldati di Mosca non solo hanno scavato trincee in una zona contaminata ma, come ha dichiarato l’ingegnere Valeriy Simyonov, capo per la sicurezza della centrale, un militare di Putin di un’unità di protezione chimica, biologica e nucleare ha prelevato a mani nude una fonte di cobalto-60 in un deposito di rifiuti nucleari.

Questo si è esposto a una radiazione talmente alta da far schizzare il contatore Geiger (lo strumento che misura le radiazioni ionizzanti).

“Hanno portato materiale radioattivo all’interno della centrale nucleare attraverso le scarpe e i vestiti”, ha detto il soldato ucraino Ihor Ugolkov.

Hanno contaminato anche l’attrezzatura e non hanno usato, secondo quanto emerso finora, regole di sicurezza.

Il fatto che abbiano commesso queste azioni porta a pensare che fossero inconsapevoli dei rischi che correvano. Ma l’incidente del 1986 a Chernobyl è stato il più grosso disastro nucleare della storia ed è difficile che dei soldati, nonostante la giovane età, non fossero a conoscenza della pericolosità di quelle azioni.

Hanno obbedito agli ordini dei superiori

Che sapessero o meno i rischi che correvano, quei militari hanno obbedito agli ordini impartiti da Mosca. E, i soldati che hanno devastato l’Ucraina in parte, con questo gesto, hanno ucciso sé stessi.

Quelli che sono stati esposti a una così alta soglia di radiazioni nucleari, secondo il ministro dell’energia ucraino, Gemer Galushchenko, non vivranno più di un anno.

I cingoli dei veicoli blindati hanno mescolato il suolo “radioattivo” e contaminato le loro attrezzature senza aver avuto protezioni adeguate.

Hanno agito senza prestare attenzione alle regole di sicurezza. La guerra, un conflitto di interessi, ha portato morte, violenza e stupri per la popolazione ucraina ma anche il suicidio di questi giovani soldati russi.

Durante la belligeranza l’uomo perde totalmente la sua umanità e commette azioni brutali senza guardare in faccia nessuno. Bambini, donne uomini. Compie un vero e proprio massacro.

Senza scrupoli né per i civili né per i militari stessi. L’uomo continuerà ad uccidere e a disseminare morte se non cambierà il modo di vedere le cose. Distruggerà gli altri, sé stesso e la natura, perdendo, così, totalmente la sua “umanità” e presto o tardi, anche il pianeta in cui vive.

Numero verde ONA

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