Il termine ecomafie è un neologismo che indica le attività illegali delle organizzazioni criminali, di tipo mafioso, che arrecano danni all’ambiente.
Ecomafie: come nasce questa definizione?
Le ecomafie lucrano su crimini ambientali, legati in particolar modo al traffico illecito dei rifiuti. I rifiuti speciali pericolosi, in particolar modo, necessitano di essere smaltiti secondo specifici e costosi sistemi di smaltimento e contenimento del pericolo provocato dalle sostanze pericolose che contengono. Le ecomafie li smaltiscono abusivamente fornendo costi vantaggiosi e causando gravissimi danni all’ambiente e alla salute delle persone che vivono nelle vicinanze dei luoghi di interramento e incenerimento illegale dei rifiuti pericolosi.
Attività come l’escavazione abusiva, il traffico di animali esotici, il saccheggio dei beni archeologici e l’allevamento di animali da combattimento possono essere considerati ecoreati.
Le ecomafie e l’ambiente
Secondo il rapporto Ecomafia 2007 di Legambiente, il business attribuito alle ecomafie corrisponde a circa 23 miliardi di euro all’anno.
Cifre altissime e le regioni in cui si registra un maggior numero di reati ambientali sono nell’ordine Campania, Sicilia, Calabria e Puglia, le stesse in cui sono presenti le principali organizzazioni mafiose italiane.
Lo smaltimento illegale di rifiuti pericolosi e di rifiuti radioattivi da parte di aziende che hanno ricevuto l’appalto per la loro depurazione, gestione e messa in sicurezza è considerato da Legambiente l’ecoreato più lucroso e pericoloso.
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