NELLA SPLENDIDA CORNICE DELLA TENUTA AGRICOLA DI CASTEL DI GUIDO, UNA DELLE PIÙ GRANDI AZIENDE AGRICOLE PUBBLICHE D’EUROPA, È INIZIATA LA RACCOLTA DELLE OLIVE. QUESTO APPUNTAMENTO ANNUALE RAPPRESENTA UN MOMENTO DI TRADIZIONE E INNOVAZIONE, CHE CONFERMA L’IMPEGNO DI ROMA CAPITALE PER UN’AGRICOLTURA SOSTENIBILE E SOLIDALE. IL RACCOLTO SI INSERISCE IN UNA PIÙ AMPIA VISIONE DI AGRICOLTURA URBANA CHE GUARDA AL FUTURO, CON RADICI SALDAMENTE ANCORATE ALLA TRADIZIONE
Un polmone verde nel cuore del Lazio: la Tenuta agricola di Castel di Guido
A pochi chilometri da Roma, la Tenuta Agricola di Castel di Guido si estende su oltre 2.000 ettari, configurandosi come una delle più importanti risorse agricole e ambientali di proprietà pubblica in Italia. Questo vasto territorio, noto anche come Macchiagrande di Ponte Galeria, rappresenta un esempio virtuoso di gestione integrata tra produzione agricola, tutela dell’ecosistema e sensibilizzazione della comunità locale.
La raccolta delle olive, avviata quest’anno a metà novembre, è uno degli appuntamenti più attesi, simbolo di una tradizione secolare che si rinnova nel tempo. Gli uliveti della tenuta, curati secondo i principi dell’agricoltura biologica, producono un olio extra vergine di oliva di alta qualità, destinato a mercati locali e progetti di solidarietà. Quest’attività agricola non è solo un momento produttivo, ma anche un’occasione per rafforzare il legame tra la città e la sua campagna, promuovendo valori di sostenibilità e responsabilità.
Un modello di agricoltura multifunzionale
La Tenuta di Castel di Guido non si limita alla coltivazione di ulivi. Ospita ampie distese dedicate alla produzione di cereali biologici, coltivati con metodi che rispettano la biodiversità del territorio. L’allevamento della prestigiosa razza bovina maremmana, riconosciuta per la sua rusticità e resistenza, rappresenta un’altra delle eccellenze della tenuta.
Ogni mese, la mandria fornisce circa 20mila litri di latte, che vengono distribuiti dalla Centrale del Latte di Roma, contribuendo al sostegno della filiera corta e al consumo di prodotti locali.
Parallelamente, Castel di Guido è teatro di progetti di riforestazione, che mirano a contrastare i cambiamenti climatici e a migliorare la qualità dell’aria. Queste iniziative, sviluppate in collaborazione con esperti ambientali, hanno portato alla piantumazione di alberi autoctoni, arricchendo il paesaggio e favorendo l’habitat di numerose specie animali.
Un centro per l’educazione ambientale
La tenuta svolge anche un ruolo fondamentale come centro di educazione ambientale. Attraverso programmi dedicati, le scuole locali partecipano ad attività didattiche che spaziano dalla scoperta delle pratiche agricole biologiche all’esplorazione della flora e fauna del territorio. Questi percorsi mirano a sensibilizzare i più giovani sull’importanza di un rapporto equilibrato con l’ambiente, ispirando un senso di responsabilità verso il pianeta.
Inoltre, la tenuta organizza eventi aperti al pubblico, come visite guidate e laboratori, che permettono ai cittadini di immergersi nella natura e comprendere il valore delle risorse agricole e ambientali del Lazio. Ma torniamo alle olive.
L’uliveto biologico: qualità e innovazione
L’uliveto della Tenuta di Castel di Guido copre una superficie di 30 ettari e conta circa 1.500 piante delle varietà Frantoio, Pendolino e Leccino, tutte coltivate in regime biologico.
Quest’anno la produzione è stimata attorno ai 200 quintali di olive, da cui si ricaveranno oltre 2mila litri di olio di altissima qualità.
La Tenuta punta a ottenere la Certificazione IGP Roma, una denominazione che confermerebbe il valore e l’autenticità di questo olio, rendendolo un prodotto simbolo della Capitale. Parte dell’”oro verde” sarà destinata alla vendita, mentre una quota sarà riservata a iniziative di beneficenza e promozione, per progetti di solidarietà, volti a sostenere persone in difficoltà.
Questo impegno sociale è rispecchiato da iniziative simili presenti in altri uliveti romani, come “Olio Bene Comune” a Tor Vergata, dove comitati di quartiere e associazioni coinvolgono volontari nella raccolta delle olive del Parco dei Romanisti, e l’olio prodotto viene distribuito alle famiglie bisognose del quartiere.
L’assessora Sabrina Alfonsi, commentando l’importanza di queste iniziative, ha dichiarato: «L’agricoltura a Roma è anche questo: partecipazione, crescita della comunità, solidarietà, tutela dell’ambiente». L’impegno dell’assessorato punta a rafforzare questi progetti nelle prossime settimane, con l’obiettivo di far crescere e ampliare le opportunità di inclusione e aiuto reciproco che essi offrono.
Un modello di sostenibilità e innovazione
Con il suo equilibrio tra tradizione agricola e iniziative all’avanguardia, la Tenuta Agricola di Castel di Guido si conferma un simbolo di come Roma possa integrare la produzione agricola con l’educazione ambientale e il sostegno alla comunità. Questo vasto territorio, che rappresenta uno dei polmoni verdi più significativi della Capitale, si pone come laboratorio di idee e azioni concrete per promuovere un modello di agricoltura pubblica orientata alla sostenibilità e alla rigenerazione sociale.
Recentemente, l’impegno per un’agricoltura più inclusiva è stato ribadito con l’approvazione, da parte dell’assessorato all’Agricoltura, di un nuovo Regolamento per gli Orti Urbani Comunitari, che mira a trasformare spazi incolti in aree produttive e comunitarie. Parallelamente, sono stati avviati progetti di assegnazione di terre pubbliche a giovani imprenditori agricoli, come dimostra il recente affidamento di un lotto alla Marcigliana. Queste iniziative hanno l’obiettivo di sostenere le nuove generazioni, favorendo l’accesso alla terra e incentivando modelli produttivi innovativi e sostenibili.
L’agricoltura urbana, così concepita, non si limita alla coltivazione, ma diventa un motore di sviluppo sostenibile, capace di migliorare la qualità della vita dei cittadini attraverso la creazione di spazi verdi condivisi e la generazione di nuove opportunità lavorative.
La raccolta delle olive come simbolo di rinascita agricola
La recente raccolta delle olive nella tenuta, avviata a metà novembre, ha assunto un significato che va oltre il semplice gesto agricolo. Gli uliveti di Castel di Guido, curati secondo i principi dell’agricoltura biologica, producono un olio extra vergine di oliva che non è solo un’eccellenza locale, ma anche un simbolo di come la terra possa essere strumento di inclusione e crescita. Questo evento annuale rappresenta una vera e propria dichiarazione d’intenti: dimostrare che l’agricoltura può essere allo stesso tempo radicata nella tradizione e orientata verso il futuro.
Come sottolineato da Sabrina Alfonsi, questa raccolta non è solo un momento produttivo, ma una celebrazione dei valori di solidarietà e impegno comunitario. «Il nostro obiettivo – ha dichiarato l’assessora – è che progetti come questi possano rafforzarsi e crescere, portando sempre più persone a riscoprire il valore della terra e dell’impegno comune».
Un’agricoltura urbana per un futuro inclusivo
La Tenuta di Castel di Guido, con i suoi uliveti, i progetti educativi e i percorsi di inclusione sociale, rappresenta in definitiva il fulcro di una nuova concezione dell’agricoltura pubblica. Questa visione non si limita alla produzione di beni materiali, ma mira a creare un impatto positivo a livello sociale e ambientale, trasformando la terra in un luogo di opportunità e condivisione.
La scelta di destinare ampi spazi alla produzione biologica, alla riforestazione e alla sensibilizzazione ambientale sottolinea l’importanza di un approccio integrato, in cui ogni attività è parte di un ecosistema più ampio.
In un’epoca in cui i territori rurali rischiano di essere marginalizzati, la Tenuta Agricola di Castel di Guido dimostra dunque che l’agricoltura può essere molto più di un’attività economica: può diventare un motore di cambiamento culturale e sociale.