martedì, Febbraio 11, 2025

Bracconaggio, ranger sacrificati al commercio illecito di animali

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Dodici ranger uccisi a causa del bracconaggio

Nel Parco Nazionale dei Vulcani Virunga, nella Repubblica Democratica del Congo, in Africa, sono state brutalmente uccise in un attacco alcuni giorni fa, sedici persone. Dodici ranger e quattro civili.

La morte delle dodici guardie del parco è solo una delle tante facce del commercio illegale di specie selvatiche. Questo vale 23miliardi di dollari l’anno ed è strettamente connesso ad altre reti criminali come droga e traffico di armi.

Bracconaggio - Parco Nazionale Vulcani Virunga, i gorilla di montagna
Parco Nazionale Vulcani Virunga, i gorilla di montagna vittime del bracconaggio

Il Parco Virunga è la più antica area protetta africana, dove vivono gli ultimi 880 gorilla di montagna.
Ma qui la conservazione spesso deve fare i conti con il bracconaggio, per il commercio illegale e l’uso criminale di altre risorse naturali.

La legna delle foreste dei vulcani, per esempio, viene illegalmente trasformata in prezioso carbone, per finanziare una criminalità diffusa spesso collegata agli interessi dei signori della guerra. . Questo, porta con sé povertà, instabilità e violazione dei principali diritti dell’uomo. Non era certo la prima volta. Negli ultimi venti anni, per difendere i rarissimi gorilla di montagna, specie in estinzione, sono morti duecento ranger.

Le vittime dei bracconieri nel Parco Virungai: gli attacchi più noti

Il 22 luglio 2007, il patrimonio del Parco Virunga ha subito uno dei più gravi attacchi: un nucleo familiare di sei gorilla venne sterminato per impossessarsi dei cuccioli, molto richiesti dal mercato.

Nel 2018 sono stati massacrati cinque ranger e una guida in un’imboscata. Erano giovani tra i 22 e i 30 anni e avevano dedicato la vita alla difesa di un patrimonio naturale che accoglie i gorilla di montagna.

Anche il direttore del Parco, Emmanuel de Merode, fu ferito in un attentato nel 2014.

Fra queste montagne morì anche Diane Fossey, zoologa americana famosa per gli studi sui gorilla di montagna in Ruanda e brutalmente assassinata per essersi opposta al bracconaggio.
Era impegnata a distruggere le trappole dei bracconieri insieme al suo gruppo di lavoro, tra i monti del Ruanda, nel 1985, anno della sua morte.

Grazie anche ai finanziamenti della National Geographic Society e della Wilkie Brothers’ Foundation, Diane Fossey istituì, in una remota foresta nella provincia del Ruhengeri, il Centro di Ricerca sui Gorilla di Karisoke.
All’attività scientifica, documentata dai famosi reportage di Bob Campbell, fotografo del National Geographic, alternò un’aspra lotta con i bracconieri. Questi, uccidevano i gorilla o li rapivano per spedirli in zoo disposti a pagare profumatamente.

Il bracconaggio ha condotto la popolazione di gorilla ad un passo dall’estinzione, raggiungendo la pericolosa soglia di 300 esemplari rimasti, appena una trentina di anni fa. In seguito, anche con il supporto di fondazioni internazionali, sono state incrementate molte delle azioni di salvaguardia.

Il Parco Nazionale dei Vulcani Virunga

Bracconaggio - Parco Nazionale Vulcani Virunga, un plotone di ranger donne
Parco Nazionale Vulcani Virunga, un plotone di ranger donne

Il Parco dei Vulcani Virunga è entrato a far parte dei beni tutelati dall’Unesco nel 1975. È uno dei primi parchi nazionali in Africa, creato nel 1985 per uno scopo: proteggere i gorilla in estinzione.

I Virunga sono una catena di vulcani, quasi tutti dormienti, che si trovano lungo il confine settentrionale del Rwanda con la Repubblica Democratica del Congo e l’Uganda.
Formano un ramo della Albertine Rift Valley e le parti inferiori dei loro pendii sono coperte da una foresta montana.

Il Volcanoes National Park comprende cinque degli otto vulcani Virunga, che sono il Karisimbi, il Bisoke, il Muhabura, il Gahinga e il Sabyinyo.

Nel Parco Virunga trovano ancora rifugio numerose bande armate che operano illegalmente e compiono arruolamenti, spesso forzati. Parte dei finanziamenti per l’acquisto di armi derivano dal commercio di preziosi minerali come il coltan.

Questo raro minerale, si trova in Congo e in pochi altri Paesi. È impiegato per la produzione di condensatori più efficienti da utilizzare per le apparecchiature elettroniche come computer, cellulari, videocamere e molte altre. Per questo motivo la sua richiesta è aumentata di molto a partire dagli anni ’80.

Il bracconaggio perché è così diffuso

Il traffico di animali e piante protette è un fenomeno portato avanti con pratiche scorrette e pericolose, in tutto il mondo.

Questi sono i casi in cui si parla di bracconaggio:

  • Abbattimento di animali con fini gastronomici attraverso l’utilizzo di trappole o armi vietate, al di fuori della stagione di caccia e/o all’interno di aree protette in cui non è consentita l’attività.
  • Abbattimento e/o la cattura di qualsiasi animale dichiarato protetto
  • La cattura di uccelli o mammiferi attraverso trappole o persino la sottrazione di uova dai nidi destinati al commercio illegale (come avviene spesso per alcuni rapaci protetti)
  • Abbattimento di animali da destinare prima all’imbalsamazione illegale e poi al commercio.

Alcuni tra i più noti animali abbattuti illegalmente

Bracconaggio - Parco Nazionale Vulcani Virunga, elefanti
Parco Nazionale Vulcani Virunga, i bracconieri danno la caccia agli elefanti per l’avorio delle zanne

In Africa ci sono tra i 450mila e i 500mila elefanti. Purtroppo, più di 30mila vengono uccisi ogni anno per soddisfare la domanda di avorio che arriva dall’Asia, dove le zanne vengono vendute a circa 1.000 dollari (800 euro) al chilo.

Il rinoceronte è tra gli animali più ricercati sul mercato nero. Il suo corno raggiuge sul mercato prezzi stellari: 95mila dollari al Kg, contro i poco più di 91mila dollari al Kg della cocaina venduta in Italia. (Secondo Blackmarket Prices). Se calcoliamo il peso di un singolo corno – dagli 8 ai 13 chilogrammi – , ogni rinoceronte può rappresentare un affare che va dai 750.000 a più di 1milione di dollari.

I corni di rinoceronte richiesti per cure miracolose

I corni vengono spesso strappati agli animali vivi, lasciati ad agonizzare per ore prima di morire. Poi vengono venduti nei Paesi del Sudest asiatico, soprattutto Vietnam e Cina, per molteplici scopi. Ad esempio, come ingredienti di miracolose cure per il cancro, l’impotenza, l’influenza o semplicemente i postumi da sbornia. Tutto questo senza fondamento medico-scientifico, visto che il corno è fatto di cheratina, la stessa sostanza di cui sono fatte le nostre unghie o dei nostri capelli.

Il commercio illegale di tigri e parti del loro corpo è facilitato dalla corruzione. Ci sono zone in cui è collegato a crimini gravi, come sequestro di persona, commercio illegale di armi, rapine, estorsioni, omicidi, riciclaggio e crimini informatici che consentono di vendere anche online i prodotti illegali.

La loro pelliccia è merce pregiata, simbolo ambito di lusso e potere. I cuccioli, invece, sono rivenduti come animali da compagnia. Inoltre, le tigri sono cacciate per sport, per paura, per superstizione: secondo alcune culture, le ossa tritate rendono più forti. Secondo altre, gli organi genitali aiutano la virilità. Gli occhi curano le malattie della vista. È così che le tigri scompaiono giorno dopo giorno e con esse viene danneggiato anche il loro habitat.

Numero verde ONA

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