sabato, Febbraio 8, 2025

Boschi vetusti, nasce la Rete nazionale. La prima in Europa

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NASCE IN ITALIA LA RETE NAZIONALE DEI BOSCHI. PUBBLICATO IN GAZZETTA UFFICIALE IL DECRETO A FIRMA DEL MINISTRO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA. L’ITALIA È CAPOFILA IN EUROPA

La Rete nazionale dei boschi vetusti in Italia è quasi realtà. Nei giorni scorsi, infatti, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il decreto a firma del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, con il quale si istituisce la Rete. L’Italia è la prima a farlo in Europa.

La rete è uno strumento di valorizzazione della biodiversità degli ecosistemi forestali, come previsto dal Testo Unico delle foreste, ed ha ottenuto l’ok dal Tavolo di concertazione permanente del settore forestale.

I boschi infatti sono habitat vitali per piante, animali e insetti. Mantenere in salute gli ecosistemi forestali aiuta a preservare la biodiversità, consentendo alle specie di flora e fauna di sopravvivere e riprodursi in un ambiente adatto.

boschi

I boschi vetusti, uno scrigno di biodiversità

Sono 166 i boschi vetusti censiti in Italia. Messi insieme, hanno una superficie totale di oltre 4mila ettari.

“I boschi vetusti costituiscono importantissimi scrigni di biodiversità e sono di fondamentale importanza per lo studio delle dinamiche naturali che caratterizzano i boschi e quindi per lo studio della sostenibilità della gestione forestale, che deve rappresentare un elemento trainante per la valorizzazione delle aree interne della Nazione”.

A sottolinearlo è il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, che ha firmato il decreto.

Ma quali sono i requisiti perché un bosco sia definito vetusto? La sua estensione deve essere almeno di dieci ettari e non deve essere stato utilizzato dall’uomo per più di 60 anni. Infine deve presentare tutti gli stadi di evoluzione naturale degli alberi. Devono esserci dunque giovani piantine ma anche alberi adulti; nonché alberi morti in piedi e a terra, insomma veramente di tutto. Importanti anche una profonda lettiera e ampi spazi arbustivi e erbacei.

boschi

Nella Rete nazionale le aree segnalate dalle Regioni

I boschi vetusti saranno segnalati dalle Regioni per essere identificati come tali ed essere inseriti nella Rete nazionale. Il monitoraggio e l’aggiornamento della Rete sarà in capo alla Direzione generale delle foreste del Masaf, come già avviene per la tutela degli alberi monumentali d’Italia.

Le foreste vetuste saranno poi georeferenziate e mappate nella futura Carta forestale d’Italia. Anche quest’ultima è in fase di realizzazione: ci stanno pensando la Direzione foreste ed il CREA e dell’Università di Firenze.

Nella rete nazionale dei boschi vetusti saranno inserite anche le 13 faggete vetuste primordiali riconosciute dall’UNESCO come Patrimonio mondiale dell’umanità. Faranno sezione a parte e costituiscono un’ulteriore superficie complessiva di 2.150 ettari.

boschi conifere

Proteggere le foreste, per proteggere il Pianeta

I boschi hanno un ruolo molto importante non solo per la conservazione della biodiversità, ma anche nella regolazione del clima, nella protezione del suolo e nella regolazione del ciclo dell’acqua.

Infatti la grande quantità di piante assorbe anidride carbonica (CO2), gas responsabile dell’effetto serra e del riscaldamento globale. In questo modo contribuisce a mitigare il cambiamento climatico. Inoltre, i boschi rilasciano anche molto ossigeno nell’atmosfera durante il processo di fotosintesi, contribuendo alla qualità dell’aria che respiriamo.

Preservano il suolo: le radici degli alberi prevengono l’erosione e l’impoverimento del terreno; lo mantengono stabile, riducendo il rischio di frane e alluvioni grazie alla loro azione di assorbimento dell’acqua.

Numero verde ONA

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