A causa dei bruschi cambiamenti climatici, dell’inquinamento, della distruzione degli habitat e lo sfruttamento di flora e fauna, la biodiversità è continuamente minacciata dall’estinzione.
Estinzione di massa moderna come l’estinzione dei dinosauri?
La biodiversità è la varietà degli esseri viventi sulla Terra. Questa rischia di finire in contro a una sesta estinzione di massa. Gli esperti sono, infatti, preoccupati visto che negli ultimi 25 anni sono state dimezzate le popolazioni di animali selvatici, quasi come se stessimo facendo un salto indietro, al tempo in cui i dinosauri sono diventati animali estinti in natura.
L’ Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) ha stilato un inventario completo e dettagliato di tutte le specie a rischio di estinzione. Il testo è chiamato “lista rossa” e, secondo questa, rischiano l’estinzione: 1199 Mammiferi, 1957 Anfibi, 1373 Uccelli e 993 Insetti.
Anche l’Italia presenta una situazione alquanto preoccupante in merito all’estinzione delle specie animali e la biodiversità in Italia. È causa infatti della frammentazione e il degrado dei principali habitat naturali, messi da parte per fare spazio alle grandi città e ai campi di agricoltura intensiva.
Quali animali si sono estinti? Secondo i dati riportati dall‘ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), nel nostro Paese sono sei le specie di vertebrati animali estinti di recente. Tra le specie di animali estinti recentemente ci sono due tipi di pesci (storione e storione ladano), tre uccelli (gru, quaglia tridattila, gobbo rugginoso) e persino il pipistrello rinolfo di Blasius.
Dalle analisi svolte dei principali settori produttivi, emerge che uno dei problemi che sta mettendo la biodiversità con le spalle al muro è proprio l’agricoltura. La percentuale con la quale essa influisce sulla problematica corrisponde infatti al 70%.
Strategia Nazionale per la Biodiversità
L’ISPRA è in collaborazione con l’Osservatorio Nazionale sulla Biodiversità. Insieme cercano di far fronte all’emergenza hanno elaborato una strategia, denominata: Strategia Nazionale per la Biodiversità.
L’elaborazione di una strategia mirata a tutelare tutte le specie di fauna e flora è necessaria. Perché la biodiversità rappresenta la fonte dalla quale l’umanità trae i beni e i principali servizi diretti o indiretti, basta pensare alle materie prime con le quali abbiamo innalzato intere civiltà per poi finire ai servizi legati agli habitat. Per questo si deve ridurre fino ad annullare le specie animali estinte.
Proteggere la natura un obiettivo mondiale o Utopia
Proteggere la natura dovrebbe essere uno degli obiettivi principali di tutte le potenze mondiali, in quanto essa rappresenta una fonte di potere e ricchezza economica che pian piano si sta esaurendo.
L’Italia fortunatamente è uno dei Paesi europei più ricchi di natura. Questo è sicuramente favorito dalla posizione geografica e da vari fattori come: varietà geomorfologica e microclimatica. La fauna italiana racchiude in sé 58mila specie e anche la flora comprende così tante specie che sono rispettivamente suddivise in: flora della Briofite, flora dei Licheni e flora delle piante vascolari. Questo però non garantisce che un giorno non ci siano anche molti animali estinti in Italia.
Il protocollo di Nagoya per tutelare la biodiversità
Il protocollo di Nagoya è un importantissimo strumento internazionale adottato dalla CDB (Convenzione sulla diversità biologica). Determina vari obiettivi per tutelare l’ambiente. Uno di questi obiettivi è quello di stabilire una giusta ed equa condivisione dei beni derivanti dalle risorse naturali dei Paesi in via di sviluppo.
La storia ci insegna che i Paesi più ricchi nel sottosuolo sono spesso quelli più poveri e che vivono in una situazione di povertà assoluta nonostante esportino tantissime materie prime ai Paesi esteri e maggiormente industrializzati.
Questo forte sfruttamento dei Paesi in via di sviluppo nuoce gravemente all’equilibrio mondiale della diversità biologica per questo nel 2010 è stato approvato il Global Strategic Plan, una strategia mondiale che prevede di ristabilire la situazione tra il 2011 e 2020.
Il Global Strategic Plan prevede 20 obiettivi suddivisi in 56 indicatori chiamati Aichi Biodiversity Targets. Purtroppo dagli ultimi dati riscontrati si è appreso che dei 56 indicatori di riferimento solo 5 sono rispettati correttamente, 33 hanno fatto piccoli progressi e 10 non hanno mostrato miglioramenti, 5 mostrano una situazione addirittura peggiorata, mentre 3 non sono stati ancora analizzati.
Da questi dati traiamo la conclusione che pur mancando solo due anni alla fine del progetto, i Paesi cui hanno aderito hanno fallito miseramente. Questo, siamo sicuri, si rifletterà un giorno non molto lontano su tutta la popolazione terrestre.