IL 5 GIUGNO SI CELEBRA LA “GIORNATA MONDIALE DELL’AMBIENTE”. L’EVENTO DI QUEST’ANNO, COME ANNUNCIA LO SLOGAN #BeatPlasticPollution, È DEDICATO ALLA LOTTA ALL’INQUINAMENTO DA PLASTICA
Il 5 giugno si celebra il World Environment Day, la “Giornata Mondiale dell’Ambiente”, per ricordare la prima Conferenza delle Nazioni Unite sul tema. I Paesi che aderivano alla ONU si riunirono dal 5 al 16 giugno del 1972 nella capitale della Svezia.
La cosiddetta Dichiarazione di Stoccolma fissò i ventisei principi sui diritti e le responsabilità dell’uomo rispetto all’ambiente. L’evento di quest’anno, come annuncia lo slogan #BeatPlasticPollution, è dedicato alla lotta all’inquinamento da plastica. Questo argomento è sempre più presente e prioritario nelle agende di governi e aziende.
L’avvenimento odierno è dedicato a sensibilizzare la gente a comprendere e ad approfondire le soluzioni alla crisi provocata dall’inquinamento da plastica e a promuovere e incentivare lo sviluppo di un’economia circolare.
Secondo l’OCSE – Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, nel 2022 il mondo ha prodotto 430milioni di tonnellate di plastica. Di cui 8milioni finiscono in mare. Circa 280milioni di tonnellate sono manufatti che in breve tempo diventano rifiuti. 150 milioni di tonnellate (nel 2021 erano 130mln t) sono prodotti utilizzati una sola volta.
Riciclo Riutilizzo Riorientamento
Il Programma Ambientale delle Nazioni Unite, UNEP – United Nations Environment Programme, ha presentato un documento intitolato “Chiudere il rubinetto: come il mondo può mettere fine all’inquinamento da plastica e creare un’economia circolare”. Uno strumento giuridicamente vincolante per la riduzione dell’uso della plastica, globale e condiviso. Il report cita tre soluzioni chiave, delle tre “R”, per accelerare il cambiamento verso una reale economia circolare.
“Gli studi – si legge nel rapporto – dimostrano che i sistemi di riutilizzo offrono la massima opportunità di ridurre l’inquinamento da plastica (una riduzione del 30% entro il 2040) sostituendo alcuni dei prodotti più problematici e non necessari. Accelerare il mercato del riciclaggio della plastica garantendo che il riciclaggio diventi un’impresa più stabile e redditizia potrebbe ridurre la quantità di inquinamento da plastica di un ulteriore 20% entro il 2040. Plasmare il mercato delle alternative alla plastica – riorientamento – per consentire sostituzioni sostenibili, evitando così di sostituire i prodotti in plastica con alternative che sostituiscono piuttosto che ridurre gli impatti. Le alternative sostenibili potrebbero ridurre l’inquinamento del 17% entro il 2040”.
“Plastica: dalla natura alle persone. È ora di agire”
Per la Giornata mondiale dell’ambiente il WWF pubblica il nuovo report “Plastica: dalla natura alle persone. È ora di agire“. L’associazione ambientalista “chiede al governo di andare oltre il riciclo dei soli imballaggi e di estendere la raccolta differenziata a tutti i prodotti in plastica di largo consumo allo scopo di far crescere l’economia circolare come valore condiviso”.
La plastica è, ormai, l’unico materiale prodotto dall’uomo che si trova ovunque nel mondo: negli oceani, nei suoli, nei fiumi, nell’aria, nel cibo. Se da un lato la plastica ha portato benefici all’umanità, dall’altro, il suo impatto su ogni essere vivente e habitat è sempre più devastante. I danni per specie e salute umana sono, purtroppo, (quasi) irreversibili.
Nel suo report il WWF afferma t che l’inquinamento da plastica in natura ha superato il “limite planetario” (Planetary boundary), oltre il quale non c’è più la sicurezza che gli ecosistemi garantiscano condizioni favorevoli alla vita.
La stessa relazione conferma che il nostro è tra i peggiori Paesi inquinatori che si affacciano sul Mediterraneo. Infatti, l’Italia contribuisce all’inquinamento soprattutto in qualità di secondo più grande produttore di rifiuti plastici in Europa.
Inoltre, oggi, la produzione di plastica è responsabile di circa il 3,7% delle emissioni globali di gas serra, è evidenziato nel report. Se le tendenze attuali continueranno senza controllo, gli ambientalisti prevedono che questa percentuale possa aumentare fino al 4,5% entro il 2060.
La soluzione è l’economia circolare
Come previsto dalla normativa vigente, la plastica se non da imballaggi, non può essere riciclata. Quindi, sedie e arredamenti in plastica, penne e pennarelli, spazzolini, giocattoli, pettini, spugne e spugnette, bacinelle e ciotole, gonfiabili e palloni, utensili da cucina e guanti, scarpe e ciabatte… finiscono in discarica o a recupero energetico. Solo di spazzolini da denti, in Italia ogni anno gettiamo 4mila tonnellate di plastica.
È chiaro, quindi, che se aumentassimo il riciclo rendendolo più efficiente e riciclando più tipologie di prodotti oltre agli imballaggi, potremmo dare vita a molte più cose con la plastica riciclata, risparmiando molta più materia prima e molte più emissioni di CO2.
La plastica di un oggetto non più adoperabile deve essere riutilizzabile e riciclabile possibilmente all’infinito. Tanto da eliminare le fasi di estrazione di materie prime e smaltimento.
«L’efficienza nell’utilizzo delle risorse, promossa dall’economia circolare, deve diventare un fattore cruciale per orientare nuovi modelli di produzione e di consumo, e consentire una transizione verso stili di vita e dinamiche socioeconomiche più rispettose dell’ambiente – afferma Eva Alessi, Responsabile Sostenibilità del WWF Italia -. Per questo vogliamo muovere alle istituzioni richieste più ambiziose. Non c’è più tempo da perdere».
L’obiettivo comune è porre fine all’inquinamento da plastica entro il 2040. Per raggiungere questo scopo è urgente l’adozione da parte di tutti i Paesi del mondo di un trattato globale sulla plastica. Che sia coerente con il mandato stabilito nella risoluzione del marzo 2022 dell’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEA), «perché – conclude Eva Alessi – i danni all’ambiente causati dalla plastica e dalle sostanze chimiche ad essa associate sono di portata planetaria e trascendono i confini nazionali, avendo effetti sulla salute del pianeta e delle persone di tutto il mondo».