A CAUSA DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI, IL MADAGASCAR È STATO COLPITO IN DUE SETTIMANE DALLA TEMPESTA TROPICALE ANA E DAL CICLONE BATSIRAI. QUASI 40MILA BAMBINI HANNO BISOGNO DI ASSISTENZA UMANITARIA
Lo scorso fine settimana il ciclone Batsirai si è riversato sul Madagascar. Il tornado ha distrutto centinaia di scuole e centri sanitari e danneggiato le strade. Più di 70mila persone hanno dovuto abbandonare la propria casa. Di questi, oltre 37mila sono bambini, che hanno bisogno di assistenza umanitaria.
Qualche giorno prima, la tempesta tropicale Ana aveva già colpito duramente alcune zone sia del Madagascar sia di Mozambico, Zimbabwe e Malawi.
La crisi climatica è una crisi dei diritti dei bambini
«Sono stato in Malawi la settimana scorsa – ha dichiarato Mohamed M. Fall, Direttore regionale dell’UNICEF per l’Africa occidentale e meridionale – e ho visto in prima persona come la tempesta tropicale Ana ha sconvolto la vita di più di 870mila persone, molte delle quali bambini. L’UNICEF è sul campo a lavorare con il governo, le comunità e i partner per fornire assistenza salvavita in questi Paesi. Ma questo non è sufficiente».
Gli eventi distruttivi «hanno messo di nuovo in luce la necessità di assistenza umanitaria immediata fin dall’inizio, anche nelle zone più remote dove l’accesso è difficile».
I team dell’UNICEF, insieme con il governo locale, alle agenzie delle Nazioni Unite e alle ONG partner, stanno rispondendo alle necessità più immediate e allo stesso tempo stanno valutando l’entità dei danni alle aree colpite e i bisogni da affrontare.

In Madagascar biodiversità a rischio a causa del surriscaldamento globale
Il Madagascar è la quarta isola più grande del mondo, nell’Oceano Indiano. Il Paese è dotato di un ecosistema unico al mondo. Infatti, gli animali – vedi i lemuri – e le piante di questo territorio non si trovano in nessun’altra parte del pianeta.
I cambiamenti climatici sono la causa anche di una crescente siccità e conseguente carestia. Infatti, a causa dell’innalzamento delle temperature cresce la desertificazione con gravi danni all’agricoltura. Pertanto è difficile procurarsi cibo e acqua.
Secondo un rapporto dell’ONU, in alcuni villaggi del Madagascar l’ultima pioggia è stata tre anni fa, in altri, otto anni fa o addirittura dieci anni fa.
Più di 1milione di persone soffre la fame
Le conseguenze sono devastanti per una popolazione che per l’80% vive al di sotto della soglia di povertà. A causa della carestia, più di 1milione di persone si trova in condizione di insicurezza alimentare e, secondo l’ONU, la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente.
Il colmo, secondo il World Food Programme (WFP), agenzia dell’ONU che si occupa di assistenza alimentare nel mondo, è che i malgasci non hanno nessuna colpa. Non hanno fatto nulla per contribuire al cambiamento climatico. Non usano combustibili fossili, ciononostante, purtroppo, stanno subendo le conseguenze del riscaldamento globale.
Le azioni per il clima non sono insufficienti
«Ancora una volta – continua Mohamed M. Fall – troppo pochi impegni vengono tradotti in azioni significative per i bambini. La crisi climatica è una crisi dei diritti dei bambini.
Molto semplicemente, abbiamo bisogno di:
- Un maggiore investimento nella capacità di adattamento al clima e di resilienza.
- Riduzione delle emissioni di gas serra.
- E un mondo che ascolti meglio e agisca di più alle richieste di azione sulle decisioni climatiche che arrivano direttamente dai giovani, compresi quelli colpiti nell’Africa orientale e meridionale».