LA RIQUALIFICAZIONE DELL’AREA DI BAGNOLI-COROGLIO METTE A RISCHIO L’EQUILIBRIO DEL PARCO SOMMERSO DI GAIOLA, UNO DEI TESORI MARINI DEL MEDITERRANEO. IL PROGETTO DI RICONFIGURAZIONE DELLA RETE FOGNARIA, HA SOLLEVATO ALLARMI PER L’AGGIUNTA DI UN NUOVO SCOLMATORE VICINO AI FONDALI PROTETTI. IL WWF ITALIA AVVERTE SUI POSSIBILI DANNI AMBIENTALI
Il progetto di Bagnoli: tra riqualificazione e dubbi ambientali
Il Piano di Riqualificazione Ambientale e Rigenerazione Urbana del SIN Bagnoli-Coroglio, quartiere di Napoli affacciato sul golfo, nasce con l’obiettivo di sanare le profonde ferite lasciate da anni di abbandono e dalla dismissione dell’area industriale dell’ex Italsider (storico complesso siderurgico attivo fino agli anni ’90). L’iniziativa si propone di restituire alla città un’area di rilevanza strategica, fondamentale per il rilancio economico, sociale e ambientale della zona occidentale del capoluogo partenopeo.
Il piano di risanamento include interventi di bonifica dei terreni inquinati, la creazione di ampie aree verdi e l’inserimento di infrastrutture all’avanguardia, ripensando l’accesso e la fruizione del litorale in una prospettiva ecologica e sostenibile.
Tuttavia, tra le opere infrastrutturali previste, uno degli interventi più controversi riguarda l’ampliamento del collettore fognario, con la costruzione di un secondo scolmatore (struttura che permette di deviare parte delle acque reflue o piovane per evitare sovraccarichi) nei pressi della Zona Speciale di Conservazione (ZSC) Gaiola-Nisida, uno degli ecosistemi marini più preziosi del Mediterraneo. Cerchiamo di capire meglio.
Un tesoro marino da preservare: il Parco Sommerso di Gaiola
Il Parco Sommerso di Gaiola, immerso nelle acque limpide del golfo di Napoli, è uno degli ecosistemi marini più preziosi del Mediterraneo. Questa perla naturalistica fa parte della rete Natura 2000, il principale strumento dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità e la tutela degli habitat.
Designato come Zona Speciale di Conservazione (ZSC), il parco custodisce una straordinaria varietà di vita marina. Le sue grotte sommerse, le pareti coralligene e le numerose specie ittiche che trovano rifugio tra gli anfratti rocciosi rappresentano un patrimonio di biodiversità unico nel Mediterraneo.
Le sue praterie di Posidonia oceanica, poi, considerate autentici polmoni del mare, offrono rifugio a una moltitudine di organismi marini. Il che contribuisce a mantenere l’equilibrio ecologico dell’area.
Nel corso degli anni, il Parco Sommerso è stato oggetto di numerosi interventi finalizzati a preservarne l’integrità, attraverso progetti di ricerca scientifica, iniziative di educazione ambientale e la promozione di un turismo sostenibile e responsabile.
Tuttavia, questo delicato equilibrio rischia di essere compromesso dall’introduzione di un secondo scolmatore nei pressi dei fondali protetti di Gaiola e Nisida. Secondo numerosi esperti e associazioni ambientaliste, l’opera potrebbe vanificare anni di sforzi, esponendo l’area a rischi di inquinamento che metterebbero in pericolo la fauna e la flora marine.
Una vittoria di Pirro: l’approvazione del MASE e il futuro del parco
Nonostante due relazioni tecniche negative fornite dall’Ente Parco Sommerso di Gaiola, la mozione contraria approvata all’unanimità dal Consiglio della Regione Campania e il “NO” da parte di numerose associazioni scientifiche e culturali, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha deciso di approvare il progetto.
Il WWF Italia ha reagito con fermezza, denunciando il rischio che il piano, invece di risolvere le problematiche già esistenti, finisca per aggravarle ulteriormente. L’associazione ha sottolineato che la riqualificazione dell’area avrebbe dovuto rappresentare l’occasione per eliminare lo scolmatore attualmente in funzione, evitando di aggiungerne uno nuovo e riducendo così il rischio di inquinamento marino.
Una delle principali critiche mosse dal World Wild Found for Nature riguarda la mancanza di alternative sostenibili esplorate per risolvere la questione degli scarichi fognari. Secondo la Direttiva Habitat dell’Unione Europea (Direttiva 92/43/CEE), prima di intervenire in una zona protetta devono essere valutate altre opzioni che comportino il minor impatto ambientale possibile.
Basta fogne nel mare: l’appello di WWF
In risposta all’approvazione del progetto, lo scorso aprile il WWF ha organizzato una manifestazione pubblica lungo uno dei tratti più suggestivi della costa partenopea. L’evento ha assunto il valore di un simbolo di difesa ambientale. Centinaia di cittadini, ambientalisti e ricercatori hanno partecipato all’evento per esprimere con determinazione la necessità di un cambio di rotta.
La mobilitazione non è stata solo una protesta. Ha lanciato un appello concreto per tutelare il Parco Sommerso di Gaiola. Si è sottolineata l’urgenza di preservare questo ecosistema marino, un patrimonio naturale di grande valore.
La speranza è che la protesta della società civile possa convincere le istituzioni a rivedere il progetto e a puntare su soluzioni che tutelino il mare, rispettando il valore ambientale e culturale di uno dei gioielli più preziosi del Mediterraneo.