L’INIZIATIVA “CITTADIN3 PER IL CLIMA” VUOLE PROMUOVERE QUESTO STRUMENTO DI DEMOCRAZIA DELIBERATIVA PER FAR SÌ CHE SIANO DIRETTAMENTE I CITTADINI AD AFFRONTARE LA CRISI CLIMATICA
«Occorre cercare soluzioni per la più grande crisi dei nostri tempi, la crisi climatica», così Lorenzo Mineo, coordinatore di Politici per caso, ha presentato la proposta di legge che mira a istituire in Italia una “Assemblea dei Cittadini sul Clima”.
L’iniziativa è chiamata “Cittadinз per il Clima” ed è stata esposta il 30 giugno alla sala capitolare del Senato. I promotori, oltre a Politici per caso, sono Eumans, che riunisce cittadini e attivisti di tutta Europa, l’Associazione Luca Coscioni ed Extinction Rebellion, movimento socio-politico non violento.
Lo scopo di promuovere l’istituzione in Italia di “Assemblee dei Cittadini” è quello di dar vita a una forma di democrazia deliberativa basata sul contributo attivo proprio dei cittadini. Questa istituzione democratica, che si affiancherà al Parlamento, al governo e alle giunte locali, serve a dar loro voce. «Ai cittadini è stata espropriata la facoltà di partecipare, di conoscere», ha dichiarato il senatore Gregorio de Falco, intervenuto durante l’evento e in prima linea per fare approvare questa proposta di legge.
Assemblea dei Cittadini come rimedio alla crisi politica
Grazie a queste assemblee si potrebbe risolvere il problema dell’attuale crisi della rappresentanza politica. Questa è evidente anche dalla poca partecipazione riscontrata recentemente alle urne. «Bisogna integrare all’attuale democrazia altri strumenti come questo. Infatti la democrazia deliberativa è una parte della democrazia rappresentativa – sostiene Serena Uberti del movimento 6000 Sardine -. In questo modo si instaurerà un circolo virtuoso che condurrà i cittadini a interessarsi di nuovo della politica, della polis. Altrimenti si rischia di dover salutare la democrazia in una maniera che sarebbe più drastica di quanto invece occorrerebbe per cambiarla».
È quindi necessario un «cambio di paradigma», come sostiene Samuele Nannoni, tesoriere di Politici per caso. Durante il suo intervento ha illustrato tutti i benefici della costituzione di queste assemblee. Innanzitutto saranno rappresentative della diversità del Paese. Infatti il campione dei cittadini partecipanti sarà scelto in base a specifici criteri e sarà affiancato da esperti. Proprio attraverso il confronto con questi ultimi, selezionati in modo dar voce a tutte le parti coinvolte nella questione affrontata, si arriverà a racchiudere le proposte emerse in un report finale da presentare al governo o Parlamento. Le istituzioni poi, entro novanta giorni, dovranno accettare le proposte dell’Assemblea, procedere ad alcune modifiche o rigettare interamente i suggerimenti, dando però sempre delle motivazioni che giustifichino la scelta.
Assemblea dei Cittadini: esempi nel mondo
Esempi di “Assemblee dei Cittadini” sono già stati messi in atto in altri Paesi d’Europa. Per esempio in Irlanda sono state utili per arrivare a delle riforme su temi importanti come l’aborto e i matrimoni omosessuali. Inoltre sia la Francia sia il Regno Unito hanno costituito assemblee per affrontare il problema della riduzione di emissioni di gas serra. La Francia mira a una riduzione di almeno il 40% entro il 2030. Invece il Regno Unito si impegna a raggiungere l’azzeramento delle emissioni nette entro il 2050.
La prima “Assemblea dei Cittadini” in Italia sarà dedicata proprio ad affrontare la stessa problematica. Infatti, qualora passasse la proposta, che renderebbe l’Italia il primo Paese a istituire questo strumento di democrazia deliberativa tramite una legge, entro tre mesi si costituirà la prima assemblea che affronterà il tema della crisi climatica ed ecologica.
Dato che le istituzioni tradizionali faticano a trovare soluzioni a questi drastici mutamenti che stanno colpendo non solo l’Italia ma il mondo, questo nuovo strumento partecipativo può essere la giusta opportunità da cogliere per trovare risposte efficaci al problema e per «bilanciare lo strapotere delle lobby del settore», come denuncia Giulia Innocenzi, attivista e giornalista di Le Iene. Durante il suo intervento ha infatti illustrato la mancanza di opportunità che i cittadini hanno per far valere la propria opinione: «Non c’è democrazia e partecipazione sul tema della crisi climatica». L’unico modo sembra intraprendere azioni legali contro specifiche aziende da parte di comitati di cittadini, che però hanno effetti limitati. In alternativa ci sono azioni estreme di proteste, come quella di Ultima generazione. Negli scorsi giorni hanno bloccato il Grande Raccordo Anulare di Roma per rendere nota la loro posizione.
La democrazia è dialogo: le parole di Marco Cappato
Per questo è importante ristabilire il dialogo alla base della democrazia. È quanto afferma Marco Cappato, co-presidente di Eumans. «Non esiste democrazia senza la linfa vitale della voce dei cittadini», ha ribadito Carlo Corazza, capo dell’ufficio del Parlamento Europeo in Italia.
La stessa opinione è condivisa dagli altri partecipanti all’evento, tra cui:
- Mario Staderini, primo firmatario della PdL popolare sulle assemblee dei cittadini;
- Silvia Panini, Volt Italia, partito panaeuropeo;
- Stefano Sotgiu, presidente dell’associazione Prossima Democrazia;
- Salvatore Papa dell’organizzazione The Good Lobby.
La protesta di Extinction Rebellion Italia
A conclusione del dibattito le rappresentanti di Extinction Rebellion Italia, Sabina Santovetti e Francesca Cigala, hanno annunciato che l’attivista Alessandro Berti ha iniziato lo sciopero della fame.
«L’obiettivo è quello di ottenere in tempi brevi l’avvio di un’indagine conoscitiva per la proposta di legge di iniziativa parlamentare – ha spiegato Berti -. Però, siccome per questo avvio ci potrebbero volere anche dei mesi, vorrei tenere un incontro con i presidenti delle Commissioni della Camera».
In particolare si riferisce a Alessia Rotta, presidente della “Commissione Ambiente, tutela e lavori pubblici” e Giuseppe Brescia, il presidente della “Commissione Affari costituzionali”. «Un incontro con uno di questi due presidenti potrebbe portare all’interruzione dello sciopero della fame», ha affermato l’attivista di Extinction Rebellion. Il movimento mira a far sì che il governo dichiari la crisi ecologica e che agisca subito per bloccare definitivamente le emissioni di gas serra.
E uno degli strumenti più efficaci che possa condurre a questa conclusione è proprio una “Assemblea dei Cittadini sul Clima”. Infatti, quando gli è stato chiesto quale sia il principale impedimento che, a livello politico, sta ostacolando e rallentando l’assunzione di soluzioni efficaci alla crisi climatica, Berti risponde che «esistono una serie di problemi. La burocrazia è uno degli elementi e, per me, uno di quelli più importanti. Ma ci sono anche interessi che difficilmente riescono a portare a una soluzione rapida, fluida e immediata». Tutto potrebbe venir meno se fossero i cittadini a proporre idee per affrontare la crisi. Da questa convinzione nasce la scelta estrema di Alessandro Berti. «Quando i governi ci conducono alla morte – conclude l’attivista Francesca Cigala – occorre ribellarsi».