domenica, Febbraio 16, 2025

Api e clima: quanto ci costa il caldo eccessivo

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SE LE API SI RISVEGLIANO IN ANTICIPO RISPETTO AL DOVUTO, POSSONO TROVARE UNA SITUAZIONE DIVERSA. IMPOLLINAZIONE A RISCHIO, E CON ESSA TUTTO L’ECOSISTEMA (COMPRESA LA SPECIE)

Può sembrare una cosa ridicola, o un falso problema, ma se le api “selvatiche” si risvegliano troppo presto dal loro letargo rispetto a quando dovrebbero, ne va dell’esistenza di un intero ecosistema. Per api selvatiche si intendono quelle che fanno parte della famiglia degli Apidae, escluse le api domestiche usate per la produzione di miele (Apis mellifera).

A scoprire questa preoccupante dinamica sono stati i ricercatori dell’Università Britannica di Reading, che hanno esaminato 88 specie diverse nell’arco di 40 anni. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Ecology and Evolution.

Fioritura dei mandorli

Le api si svegliano con una settimana di anticipo

Il cambiamento climatico, che sta imponendo nuove temperature sempre più alte in gran parte del globo, sta provocando il risveglio delle api dal letargo con una settimana circa di anticipo. In media si svegliano 6,5 giorni in anticipo, per essere precisi. E questo accade per ogni grado in più di aumento della temperatura; circa 4 giorni prima ogni decennio.

La sincronizzazione con la fioritura delle piante da cui le api stesse dipendono è perciò a rischio. Si restringe infatti il campo delle risorse nutritive per gli insetti che, di conseguenza, avranno meno energia per impollinare.

Spiegano i ricercatori che “coordinare le date del risveglio con quelle della fioritura delle piante è vitale per le api appena emerse dal letargo, perché hanno bisogno di trovare polline e nettare per aumentare le loro possibilità di sopravvivenza e riprodursi“. Se ciò non avviene, rischiano l’estinzione.

Ci sono poi anche i costi economici per tutti noi. Infatti una mancata sincronizzazione “significa che non possono impollinare in modo efficace, e una minore impollinazione naturale potrebbe portare gli agricoltori a dover utilizzare api domestiche“. Il che si tradurrebbe in un aumento esponenziale dei costi per l’agricoltura, che andrebbero a ricadere anche sui consumatori finali.

apicoltori
Apicoltori

In Italia: accordo con apicoltori per progetti scolastici

Le api sono riconosciute anche in Italia come importante risorsa da valorizzare. Il ministero delle Politiche agricole (Masaf) ha dunque stipulato un accordo con la Federazione Apicoltori Italiani (FAI). Esso prevede attività didattiche a favore di scolaresche e personale ministeriale sulla utilità di questi insetti (in particolare dell’ape italiana, l’apis mellifera ligustica).

Per il mantenimento della biodiversità, sull’uso sostenibile delle api in città anche con finalità di educazione agro-ambientale e sul rapporto Uomo-Api“. “La collaborazione tra il Masaf e la FAI – si legge in una nota – mira a valorizzare il modello che regola la vita dell’alveare, come esempio organizzativo di facile e immediata comprensione ai giovani alunni delle scolaresche, che potranno essere avvicinati in sicurezza al mondo delle api; e dello stesso personale degli uffici ministeriali con la possibilità di confrontarsi con il lavoro dell’apicoltore, per comprendere competenze, criticità e opportunità che interessano l’attività di allevatore di api mellifere”.

L’apiario del Masaf gestito dalla FAI, inoltre, sarà inserito nel nella rete del Progetto ApinCittà di Roma Capitale. Avrà funzioni di monitoraggio della biodiversità vegetale e della qualità dell’aria.

Numero verde ONA

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