Antonio Dal Cin è un ex finanziere – vittima del dovere – che si è ammalato di asbestosi a causa dell’esposizione all’amianto all’interno delle caserme dove ha prestato servizio.
L’ex finanziere scrive al ministro Costa
Nel corso degli anni Dal Cin ha visto molti altri colleghi ammalarsi e tanti, troppi, trapassare a causa della fibra killer. Purtroppo perché il pericolo amianto è stato sottovalutato e, di conseguenza, non sono stati eseguiti controlli adeguati a tutelare la salute dei militari, così come è successo per i civili.
Antonio Dal Cin, quindi, con lo spirito combattivo del militare qual’era, decide di lottare per tutelare la salute di chi continua ad ammalarsi e sfidare vertici militari e istituzioni civili che finora hanno cercato di insabbiare la verità.
Della sua lotta personale, l’ex finanziere ne fa una battaglia per la comunità, nella quale trova il supporto dell’Osservatorio Nazionale Amianto e del presidente dell’associazione l’avv. Ezio Bonanni.

L’ultima iniziativa di Dal Cin a favore della collettività è la lettera appello che ha scritto al ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare Sergio Costa, che pubblichiamo di seguito.
«L’Italia è un Paese inquinato ormai al collasso ambientale. Siamo in guerra contro il cancro con mille nuove diagnosi al giorno imputate agli stili di vita, mentre ecomafie e “malapolitica” traggono enormi profitti sulla pelle dei cittadini. Non sono risparmiati neanche i bambini, che ogni giorno si ammalano e muoiono di tumore e l’unica loro colpa è quella di essere nati.
Di seguito le parole raccapriccianti emerse in un’intercettazione shock, che compare nell’inchiesta della Dda di Firenze, che parla di una discarica abusiva vicino a una scuola: “Ci mancavano anche i bambini che vanno all’ospedale, che muoiano i bambini. Non mi importa che i bambini si sentano male. Io li scaricherei in mezzo alla strada i rifiuti”.
Ma è solo una delle tante notizie facilmente reperibili in internet. E che dire dell’ultima notizia di un’azienda che miscelava materiale contaminato, principalmente da metalli pesanti come rame, nichel, piombo e selenio con altri rifiuti? Il fine era di diluire gli inquinanti e, quindi, realizzare con questi rifiuti e con l’aggiunta di calce, leganti e cemento, aggregati da utilizzarsi nel campo dell’edilizia. In particolare sottofondazioni e rilevati stradali.
Le notizie sui crimini ambientali sono ormai all’ordine del giorno e fotografano da nord a sud la realtà in cui viviamo. L’Italia è ormai una “terra dei fuochi”, tra roghi tossici che generano micropolveri, amianto, diossina e traffico di rifiuti pericolosi che minacciano quotidianamente la nostra esistenza. L’Italia che muore in silenzio, con il più alto tasso di mortalità per inquinamento atmosferico di tutti i Paesi dell’UE, mentre la bonifica del territorio resta una promessa mai realizzata.
Rivolgo un pubblico appello al ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare Sergio Costa, già alto ufficiale del glorioso Corpo Forestale dello Stato e generale dell’Arma dei Carabinieri, da sempre impegnato in prima linea nella lotta al crimine ambientale, per la tutela e salvaguardia dell’ambiente, del territorio e del mare: “ci aiuti a sconfiggere quel dolore che viviamo quotidianamente nel vedere un’Italia che muore in silenzio”.
Io non riesco a darmi pace e in questi giorni si è aggiunto dolore al dolore per quanto sta accadendo nell’Agro Pontino, terra di storia e di tradizioni, con quel profondo legame con l’ambiente che si riflette nelle bellezze di Sabaudia e del Parco Nazionale del Circeo.
Un legame fatto di storia e tradizioni tramandate nel tempo e valorizzate dalla costante presenza del Corpo Forestale dello Stato, oggi Carabinieri Forestali, che ne hanno custodito la memoria, mettendo al servizio dell’Arma dei Carabinieri, competenze capacità e professionalità uniche, indispensabili a garantire quel doveroso rispetto della natura e di quel creato che Dio ci ha donato e ci appartiene e abbiamo il dovere di custodire, salvaguardare, affinché i nostri figli e le future generazioni possano tramandarlo nel tempo».
“Pro Natura Opus et Vigilantia”
Antonio Dal Cin
Vittima del Dovere