UN CUCCIOLO DI CAPRA È NATO NEL RIFUGIO PER ANIMALI MALTRATTATI “MILETTA”, IN PROVINCIA DI NOVARA, DOVE SONO ACCOLTI CENTINAIA DI ANIMALI ANCHE SELVATICI
Un rifugio per animali maltrattati può diventare anche un luogo di rinascita e di nuove speranze per il futuro.
Ha da poco compiuto una settimana, infatti, il cucciolo nato lo scorso 7 febbraio da una capretta trovata per strada mentre vagava nella zona di Borgomanero. Si tratta di un maschio ed è in buona salute. Mamma capretta era arrivata in rifugio già incinta.
Il rifugio che nei giorni scorsi ha visto il fiocco celeste è il Miletta, vicino Novara. Tre ettari terreno e pochi recinti in cui gli animali possono essere curati, trovare il rispetto che è loro dovuto e finalmente ritrovare la loro dimensione, prima di essere rimessi in libertà o adottati. Qui gli animali vivono in comunità. L’eutanasia al rifugio si esegue soltanto in casi di gravissima sofferenza senza possibilità di guarigione.
I rifugi non sono allevamenti, ma la gioia non si respinge
“I rifugi non sono allevamenti – spiega il Rifugio Miletta – non si fanno nascere nuove vite qui (ma ci si impegna a proteggere quelle che ci sono già); a meno di casi eccezionali come questo. E anche se, per assurdo, ci fossero migliaia di animali nati nei rifugi, si tratterebbe comunque di una frazione infinitesimale rispetto al numero di animali allevati.
È per questo che, insieme alla felicità, ci viene un po’ di magone al pensiero che questo capretto pieno di gioia e di cose da scoprire sia uno dei pochi animali al mondo nati liberi: di stare con la mamma; di crescere; di vivere senza altre finalità (non animali “da carne, da pelliccia, da cacciare”) se non quella di stare bene, di amare e di essere amato“.
Animali maltrattati, preoccupano i dati italiani
Parlare di un rifiugio per animali maltrattati è l’occasione per fare il punto sul tema. In Italia i dati purtroppo non sono rassicuranti. Secondo il Rapporto Zoomafia 2022, l’ultimo elaborato dalla LAV, ogni 55 minuti c’è una denuncia per reati contro gli animali.
Il rapporto è stato realizzato con il patrocinio della Fondazione Antonino Caponnetto, a cura di Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia LAV.
Tra i crimini più contestati c’è l’uccisione di animali, con 2.624 procedimenti aperti (soltanto 361 verso noti). E sono ancora moltissimi i casi di combattimenti tra cani, pesca di frodo, corse clandestine di cavalli; ma lo sono anche i casi di traffico di fauna selvatica, traffico di cuccioli, raccolta di datteri di mare.
Per il reato di maltrattamenti di animali sono 2.318 i procedimenti aperti; 1.188 i procedimenti per reati venatori; 940 quelli per abbandono o detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura.
Reati contro gli animali: aperti 26 fascicoli al giorno
All’indagine della LAV ha risposto il 70% delle procure italiane. Per questo motivo i dati riportati rappresentano stime indicative e non una vera e propria fotografia della situazione. Inoltre sono riportati soltanto i reati registrati e non altri illeciti sanzionati dal punto di vista amministrativo.
Su questa base, “possiamo stabilire che, nel 2021, sono stati aperti circa 26 fascicoli al giorno, uno ogni 55 minuti. Con circa 14 indagati al giorno, uno ogni 103 minuti, per reati a danno di animali. Si registra a livello nazionale un tasso di 15,5 procedimenti e di 8,6 indagati ogni 100.000 abitanti” – spiega la LAV.