venerdì, Settembre 22, 2023

Amianto sotto la strada. Operazione del NOE di Bari

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MATERIALE DI RISULTA, COMPRESO L’AMIANTO, UTILIZZATO COME RIEMPIMENTO PER LA COSTRUZIONE DI UNA STRADA, VICINO BARI. OPERAZIONE DEL NOE. GRAVE INQUINAMENTO AMBIENTALE. OPERAI A RISCHIO PER LA PRESENZA DELLA FIBRA KILLER (vedi il filmato)

I Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Bari hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due imprenditori del settore edilizio.  I due sono accusati dei reati di inquinamento ambientale (art. 452 bis c.p.), frode nelle pubbliche forniture (art. 356 c.p.) e discarica abusiva (art.256 commi 1 e 3).

Al termine dell’operazione “Retta Via” condotta dal NOE, su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo pugliese, il G.I.P. del Tribunale di Bari ha emesso una ordinanza custodia cautelare personale e reale, che impedisce agli indagati di disporre dei propri beni mobili o immobili.

Operazione “Retta Via”

Le indagini hanno consentito di smascherare un’attività di smaltimento illecito di rifiuti speciali pericolosi – in prevalenza di natura edile – che contengono anche amianto, per una quantità complessiva accertata pari a circa 7.200 tonnellate.

Gli indagati hanno utilizzato il materiale di risulta edile per la costruzione del “rilevato stradale”, cioè il cumulo sul quale poi viene posta la piattaforma stradale. L’opera sarebbe poi stata completata in prossimità di aree agricole attigue al cantiere edificato per la realizzazione di uno dei tre lotti della “Poligonale Esterna di Bari”.

Il progetto prevede la costruzione di una importante arteria stradale, che consentirà, una volta realizzata, il collegamento diretto tra due importanti assi di collegamento viario, la Strada Provinciale 92 Bitritto – Modugno e la Strada Provinciale 224 delle Puglie. La Città Metropolitana di Bari ha appaltato i lavori per un importo complessivo di circa 22 milioni di euro.

NOE Bari

Danno ambientale

Secondo gli inquirenti, le condotte criminose degli imprenditori hanno causato un grave inquinamento ambientale con serio pericolo per la salute pubblica.  

Gli stessi operai addetti ai lavori sul cantiere incriminato sarebbero in grave pericolo, nel caso in cui non avessero adottato le misure di sicurezza in presenza dell’amianto.

Gli indagati avrebbero ottenuto un importante vantaggio economico, pari a circa 4milioni e 500mila euro, risparmiando sui costi di un corretto smaltimento dei rifiuti e sulle lavorazioni che avrebbero reso innocui per l’ambiente e quindi riutilizzabili i rifiuti speciali pericolosi, tra i quali anche l’amianto.

Secondo l’accusa, gli indagati si sarebbero accordati fra loro, in maniera fraudolenta, per utilizzare i rifiuti pericolosi come “riempimento” e li avrebbero fatti passare come materiale “riciclato stabilizzato”.

Ai due è stata, quindi, applicata la misura del divieto temporaneo di esercitare attività d’impresa o di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche.

La Città Metropolitana di Bari, in seguito alle ispezioni effettuate dagli investigatori e dall’ARPA Puglia, ha ordinando, in via cautelativa, la sospensione dei lavori e la messa in sicurezza del cantiere.

I Carabinieri del NOE di Bari hanno anche sottoposto a sequestro un’area della lunghezza di circa 800 mt sul totale dell’opera, pari a circa 3.500 mt.

L’entità del danno ambientale sarà valutata in seguito, in conformità a quanto previsto dall’articolo 25 undecies del d.lgs. 08.06.2001 n. 231 relativo alla cd. “responsabilità amministrativa degli enti”.

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