SONO 63 LE STRUTTURE CONTAMINATE NELLA PROVINCIA DI LATINA, 23 DELLE QUALI NEL CAPOLUOGO. L’INTERVENTO DELL’AVVOCATO BONANNI, PRESIDENTE DELL’ONA, IN COMMISSIONE AMBIENTE HA FATTO EMERGERE LA NECESSITÀ DI UN’AZIONE INCISIVA A LIVELLO TERRITORIALE
All’ordine del giorno della commissione Ambiente del Comune di Latina, c’era proprio come segnalare l’amianto abbandonato ai margini dei canali di bonifica.
La soluzione per l’avv. Ezio Bonanni, intervenuto all’incontro, è aprire uno Sportello amianto sul sito del Comune di Latina. Bonanni, nel corso del suo intervento, ha denunciato gli annosi ritardi nelle bonifiche e i problemi delle vittime di patologie asbesto correlate.
L’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, da oltre venti anni è al fianco delle vittime dell’amianto in tutto il Paese. L’avvocato ha sintetizzato la problematica legata all’utilizzo dell’asbesto fino al 1993. Anno in cui è entrata in vigore la Legge 257/92 che lo ha messo al bando.
L’amianto è in tutte le costruzioni edificate prima dell’entrata in vigore della legge
«Tutti gli edifici costruiti fino a quella data – ha spiegato l’avv. Bonanni – potrebbero contenere amianto, nelle tubature, nelle pavimentazioni, nelle coperture. Se una mappatura nel Lazio è stata eseguita nel 2015, gli edifici privati non sono mappati. In questo senso dovrebbe spingersi lo sforzo dell’amministrazione comunale, per partire verso la bonifica necessaria per evitare malattie e decessi».
Nella provincia di Latina scuole e chiese contaminate
Per quanto concerne la provincia pontina, Bonanni ha fornito alcuni dati sulla presenza del materiale killer. Sono 63 le strutture contaminate sul territorio, 23 delle quali a Latina.
In città, due sono luoghi di culto, due gli esercizi commerciali e due siti industriali. Gli altri immobili sono banche e uffici. Nella provincia sono nove le scuole in cui è stata registrata la presenza dell’amianto. tuttavia, la mappatura non è ancora completa.
Bonifiche costose per i privati
Il presidente dell’ONA ha sottolineato che una delle criticità che ferma le bonifiche sono i costi di queste operazioni, sempre a carico del privato.
Infatti, poi, se un cittadino durante una ristrutturazione si trova di fronte il minerale killer, deve bloccare i lavori e affidarsi a una ditta specializzata.
Ma prima deve anche presentare un piano di rimozione periziato da un tecnico, che fa lievitare i costi. Pertanto, il privato spesso rinuncia.
Le amministrazioni locali devono supportare il cittadino
«L’amministrazione, allora, potrebbe intanto informare e supportare il cittadino. E poi, dove possibile, firmare convenzioni con gli ordini professionali e con ditte specializzate per ottenere prezzi calmierati», ha spiegato Bonanni.
«Il Comune, poi, potrebbe farsi carico, anche con fondi regionali, del controllo sanitario sui lavoratori esposti ad amianto. La Regione Campania per esempio, lo ha attuato. Si tratta della prevenzione secondaria molto importante per avere diagnosi precoci delle terribili malattie causate dall’asbesto».
Un sito e uno sportello al quale rivolgersi
La soluzione migliore per il cittadino sarebbe , dunque, l’apertura di uno sportello amianto sul sito del Comune. Qui sarebbero pubblicati i dati che riguardano il Comune di Latina, le aziende accreditate per le bonifiche e tutte le informazioni sull’argomento. E dove, inoltre, segnalare le eventuali presenze di amianto sul territorio.