giovedì, Febbraio 6, 2025

Ambiente, sviluppo sostenibile e Covid-19

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Ambiente e Coronavirus: l’importanza della biodiversità

L’ambiente è tutto ciò con cui ognuno di noi è in relazione. Un elemento entra in contatto con gli organismi, che li influenza e che da essi viene influenzato.

Infatti, se è vero che l’uomo, come le altre forme di vita, ha sviluppato la capacità di mutare ad adattarsi alle condizioni imposte dall’esterno, è vero anche che tutte le specie viventi modificano l’ambiente di cui fanno parte.

BIODIVERSITA'

L’ecosistema naturale è costituito da due elementi: una comunità di esseri viventi, ovvero la flora e la fauna, e lo spazio con cui interagiscono. Questa interazione determina un equilibrio stabile tra ambiente e organismi.

L’ecologia si occupa dello studio di questa interazione ed in particolare delle condizioni di vita che derivano da questo rapporto.

Violare l’equilibrio naturale dell’ambiente vuol dire pregiudicare l’armonia interna dell’ecosistema e quindi manipolarne la stabilità.

In particolare, negli ultimi secoli, si è assistito a uno sfruttamento intensivo delle risorse naturali e ad un aumento esponenziale degli agenti inquinanti. Per questa ragione, gli habitat di molte specie sono stati danneggiati e la biodiversità messa a rischio. Tra le cause principali:

  • consumo massiccio del suolo
  • cambiamento climatico
  • sfruttamento eccessivo delle risorse

Tutto ciò ha determinato la distruzione di interi ecosistemi e l’estinzione di molte specie vegetali ed animali. Infatti, molte si sono dimostrate incapaci di sopravvivere nell’ambiente fortemente modificato dalle azioni dell’uomo.

Il legame tra pandemia e biodiversità

Ma perché mantenere le biodiversità è così importante? E come si colloca il Covid-19 nell’ambito delle tematiche di ambiente e sviluppo?

Ogni essere vivente ha un preciso ruolo nel contesto in cui è inserito. Eliminare definitivamente una specie dal suo habitat vuol dire indurre un mutamento nell’equilibrio di quel determinato ecosistema e danneggiarlo.

Come è noto, il virus ha avuto origine dal pipistrello, ma le modalità con cui è entrato in contatto con l’uomo sono ancora incerte.

Uno studio condotto dal WWF (World Wide Fund for Nature) ipotizza che l’arrivo di pandemie ed epidemie sia connesso con la rovina degli ecosistemi. Nel caso del coronavirus, si parla di spillover, ovvero il passaggio di una malattia da una specie ad un’altra. Questo fenomeno dipenderebbe dalla distruzione delle biodiversità.

Ogni ecosistema è in grado di sopportare in una certa misura la perdita di biodiversità, ma purtroppo oggi ci sono troppe cause scatenanti. In particolare: deforestazione, inquinamento, cambiamento climatico e commercio di specie animali.

La salute ambientale e l’impatto del Covid-19

La prevenzione e la precauzione sono i due principi cardine della tutela ambientale. Mentre la prima esegue un’analisi preventiva dei rischi, la seconda ha lo scopo di limitare anche ipotetiche minacce.

L’obiettivo di questi due principi è quello di preservare l’integrità della natura dagli effetti nocivi causati dalle attività dell’uomo. In particolare dall’industrializzazione e dallo sviluppo commerciale.

Il crescente benessere economico mondiale, in particolare quello dei Paesi Europei e degli Stati Uniti, ha portato a una domanda sempre maggiore di beni e servizi. Questa condizione ha determinato un brusco cambiamento degli equilibri naturali. Ne sono un esempio le varie forme di inquinamento che hanno contaminato beni essenziali come l’acqua, l’aria e il terreno o fenomeni come la deforestazione, che ha riguardato intere aree boschive, e la desertificazione causata dall’eccessivo sfruttamento agricolo.

PIANETA AMBIENTE

Tutelare l’ambiente vuol dire tutelare gli ecosistemi e quindi non solo l’ambiente in quanto tale ma anche la varietà degli organismi viventi che ne fanno parte. Danneggiare così gravemente alcune aree del mondo ha portato alla definitiva scomparsa di molte specie animali e vegetali.

Gli effetti della pandemia globale di coronavirus

In questo senso il Covid-19 sembra aver giovato alla salute ambientale. Le regole imposte dai lockdown adottati nei vari Paesi del mondo hanno permesso alla natura di riappropriarsi dei propri spazi.

Nel corso della pandemia si è assistito a un miglioramento netto della qualità dell’aria e a una riduzione sostanziale dell’inquinamento atmosferico e acustico. Più in generale a una diminuzione dello smog e delle emissione dei gas serra.

Il problema di questi miglioramenti è che non sono sufficienti a pareggiare decenni di degrado ambientale. Per di più, rischiano di rappresentare solamente una fase temporanea che si estinguerà insieme alla pandemia.

CORONAVIRUS AMBIENTE

Inoltre, quelli che inizialmente sembravano fattori di ripresa per l’ambiente si sono dimostrati invece una nuova fonte di contaminazione. Ne è un esempio l’inquinamento marino da plastica.

Nei primi mesi di lockdown si era assistito a un netto miglioramento delle condizioni marine. I mari erano più puliti e l’acqua più limpida e trasparente. Nei mesi successivi invece, l’utilizzo ingente di mascherine, guanti, gel igienizzanti e dispositivi di sicurezza ha portato a un aggravamento delle condizioni di inquinamento. Tra i primi a dare l’allarme c’è Opération mer propre, associazione francese a difesa dell’ambiente e della fauna marina.

Ambiente e sviluppo sostenibile ai tempi del Coronavirus

Oggi il problema ambientale è percepito molto più intensamente rispetto al passato. Per questa ragione si inizia ad avere una maggiore consapevolezza dei danni che l’uomo causa al pianeta.

Il diritto a un ambiente sano rientra nei diritti fondamentali e inviolabili dell’uomo. Per questo motivo oggi si parla di sviluppo sostenibile, ossia la capacità di far coincidere la produzione di beni e servizi con la salvaguardia dell’ambiente.

SVILUPPO SOSTENIBILE

Lo sviluppo sostenibile non si occupa solamente della questione ambientale ma è costituito dall’intreccio di tre elementi fondamentali: ambiente, economia e società.

L’ambiente in un’ottica sostenibile deve mantenere integre le proprie qualità naturali e quindi rimanere a disposizione anche delle generazioni future. L’economia deve poter creare posti di lavoro e reddito alla popolazione. La società invece, è intesa come entità che garantisca il benessere sociale dell’uomo e, quindi, non solo la salute ma anche la sicurezza, l’istruzione e la giustizia.

L’Agenda 2030: il progetto per ambiente e sviluppo sostenibile

Il 15 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno sottoscritto l’Agenda 2030, un programma cui hanno aderito ben 193 Paesi. Il progetto è articolato in diciassette obiettivi con lo scopo di migliorare il pianeta per noi e soprattutto per le generazioni future.

Lo scopo di questo programma è il miglioramento della qualità della vita degli esseri viventi e il potenziamento dell’economia e della società in un’ottica di rispetto e sostenibilità dell’ambiente e del suo sviluppo.

I diciassette Obiettivi sono:

  1. Sconfiggere la Povertà
  2. Sconfiggere la Fame
  3. Salute e Benessere
  4. Istruzione di Qualità
  5. Parità di Genere
  6. Acqua Pulita e Servizi Igienico-Sanitari
  7. Energia Pulita E Accessibile
  8. Lavoro Dignitoso e Crescita Economica
  9. Imprese, Innovazioni E Infrastrutture
  10. Ridurre le Disuguaglianze
  11. Città e Comunità Sostenibili
  12. Consumo e Produzione Responsabile
  13. Lotta Contro il Cambiamento Climatico
  14. Vita sott’acqua
  15. Vita sulla Terra
  16. Pace, Giustizia e Istituzioni Solide
  17. Partnership per gli Obiettivi

L’ASVIS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) riassume in soli cinque punti chiave gli obiettivi dell’Agenda 2030. Parla delle cinque “P” dello sviluppo sostenibile: persone, prosperità, pace, partnership e pianeta.

Pandemia, ambiente e sviluppo sostenibile

L’arrivo della pandemia all’inizio del 2020 ha danneggiato i propositi dell’Agenda 2030 e vanificato tutti gli sforzi e i progressi fatti nei cinque anni passati dalla sottoscrizione del programma.

In particolare, ne hanno risentito negativamente i punti 1 (sconfiggere la povertà) e 4 (istruzione di qualità). Questo a causa delle chiusure imposte dai governi alle attività commerciali e agli istituti scolastici. Inoltre, il coronavirus ha danneggiato anche i progressi fatti nei punti 6 (Acqua Pulita e servizi Igienico-Sanitari) e 13 (Lotta al cambiamento climatico). Infatti, queste tematiche sono state trascurate per dar spazio al problema creato dalla nuova pandemia.

Più in generale ne hanno risentito tutti quei punti che riguardano il miglioramento della vita dell’uomo dal punto di vista della salute e dell’economia. Ne sono un esempio il punto 3 (Salute e Benessere), il punto 8 (Lavoro dignitoso e Crescita Economica) e il punto 9 (Imprese, Innovazioni e Infrastrutture).

In particolare, l’ASVIS analizza il percorso intrapreso negli ultimi cinque anni. Il rapporto “L’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile” fornisce valide opzioni per affrontare la crisi e riprendere a sostenere i punti del programma dell’Agenda 2030.

Numero verde ONA

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