mercoledì, Novembre 29, 2023

Un’altra “Porta” al Parco delle Colline Metallifere

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AQUARIUM MONDO MARINO SI AGGIUNGE ALLE ALTRE REALTÀ CHE SI OCCUPANO DI PRESERVARE IL PATRIMONIO STORICO E NATURALISTICO DELLA TOSCANA

La tradizione della Toscana, oltre a distinguersi in campo artistico e gastronomico, ha avuto un forte impatto anche per quanto riguarda l’attività estrattiva. Infatti molte sono state in passato le miniere nell’area, alcune rimaste attive ancora oggi. Simbolo di questa tradizione millenaria è soprattutto la zona delle Colline Metallifere. Comprende sette comuni della provincia di Grosseto: Follonica, Gavorrano, Massa Marittima, Monterotondo Marittimo, Montieri, Roccastrada e Scarlino.

Qui oggi sorge l’importante Parco nazionale che nasce proprio con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio ambientale, storico, culturale e tecnico del territorio, segnato in particolar modo dall’esperienza mineraria e dall’estrazione di diversi metalli come rame, argento, ferro, pirite e lignite.

Costituito da un consorzio di cui fanno parte il ministero dell’Ambiente e della Transizione Ecologica, il ministero della Cultura, la Regione Toscana, la Provincia di Grosseto, l’Unione dei Comuni Montana Colline Metallifere e le sette amministrazioni comunali, il parco vuole promuovere una tipologia di turismo lento e sostenibile. Il filo conduttore è la riscoperta del lavoro nel sottosuolo e della storia geologica della Terra. Per questo non stupisce che sia stato inserito nella Rete Mondiale dei Geoparchi UNESCO.

Il Parco Nazionale delle Colline Metallifere è unico anche per la sua struttura a “Porte”. Queste possono essere centri di accoglienza, punti informativi, centri di documentazione o musei dove vengono organizzati visite guidate, laboratori didattici, seminari, corsi di formazione e attività di ricerca.

Aquarium Mondo Marino nel Parco delle Colline Metallifere

Ogni anno si attiva una nuova “Porta” in uno dei comuni della zona. L’ultimo a essere stato inserito nella grande “famiglia” del parco è l’Aquarium Mondo Marino di Valpiana. Per la prima volta è stata coinvolta una realtà privata che comprende il Centro di Educazione Ambientale e il Centro Studi Squali – Istituto Scientifico.

«Aquarium Mondo Marino opera sul territorio da molti anni – spiega la presidente del Parco Nazionale delle Colline Metallifere, Lidia Bia -. La scelta di aprire una “Porta” del parco in questa struttura ci apre nuovi orizzonti, in particolare dal punto di vista della ricerca scientifica. Si parla di mare e quindi non solo di geologia o miniere».

L’Aquarium Mondo Marino di Valpiana custodisce infatti particolari specie animali e vegetali che si possono osservare nelle vasche mediterranee, tropicali, atlantiche e nella vasca panoramica che riproduce una laguna tropicale.

Ci sono murene Zebra e Leopardo, pesci Pipistrello, pesci Pagliaccio e ben sei specie di squali, come Pinna Nera, Bamboo Grigio, Bamboo Punctatum, Dei Coralli, Gattuccio, Gattopardo.

«Si tratta di un vero centro di ricerca scientifica del mare dove si studia la fauna e si porta avanti anche un approccio didattico – osserva la direttrice del Parco delle Colline Metallifere, Alessandra Casini -. E questo è un aspetto molto importante per il contributo che potrà offrire in merito alle nostre attività con le scuole, oltre a quello sul tema della blue-economy».

Aquarium Mondo Marino e il Centro Studi Squali

La struttura fa parte della rete dell’Osservatorio Toscano per la Biodiversità, promosso dalla Regione Toscana e comprende anche altri ambienti. Per esempio c’è Explora, il museo dei dinosauri. Si estende all’aria aperta per circa 3mila metri quadri e include le rappresentazioni di ben venti dinosauri e pesci preistorici.

Ci sono poi ambienti dedicati ai piccoli esploratori naturalistici, come il laghetto bio, il rifugio per gli insetti, il piccolo orto botanico e l’angolo dedicato a Charles Darwin.

Infine l’Aquarium Mondo Marino ospita anche la sede del Centro Studi Squali – Istituto Scientifico, che opera in coordinamento con l’Università di Siena. Svolge attività di ricerca sugli squali in Sud Africa (squalo Bianco), in Madagascar (squalo Balena e squali Grigi) e nel Mar Mediterraneo (squali Verdesche, squali Gattopardi e squali Gattucci). Poi ci sono le iniziative didattiche rivolte a studenti e ricercatori, grazie alla responsabile Valérie Barbot.

«Ci concentriamo sullo studio di uno degli ambienti fondamentali della Maremma, che è il mare, e su alcune sue peculiarità – spiega Primo Micarelli, fondatore e direttore scientifico dell’Aquarium Mondo Marino -. In particolare ci concentriamo sugli squali e su altre specie. Per esempio c’è la melanopsis etrusca, una piccola chiocciolina di acqua dolce i cui esemplari stanno diventando sempre più rari, che il Comune di Massa Marittima e il Museo Storia Naturale della Specola di Firenze ci hanno incaricato di salvare».

Parco delle Colline Metallifere e la tradizione mineraria

Quest’ultimo centro si aggiunge quindi alle altre “Porte” del Parco Nazionale delle Colline Metallifere, che risaltano le diverse risorse presenti sul territorio. A Follonica è il museo MAGMA a farne parte. Qui si potrà scoprire la storia tecnologica, artistica e umana dello stabilimento siderurgico della città e lo sviluppo della produzione di ghisa.

Invece il Centro civico di Ribolla a Roccastrada è un polo di sviluppo culturale, di aggregazione e socializzazione. Si concentra sul passato minerario della città e ricorda i tragici eventi del 4 maggio del 1954, in cui persero la vita quarantatré minatori.

Anche il Museo della miniera a Massa Marittima nasce dalla trasformazione di un’antica cava. Qui erano state ricavate tre gallerie, utilizzate già come rifugio durante la Seconda Guerra Mondiale. Qui si snoda un percorso di circa settecento metri dove sono esposte armature, varia documentazione riguardante le differenti tecniche di estrazione del minerale, strumenti da lavoro, macchinari e vagoni.

Lo stesso approccio è quello che si sperimenta al Centro Accoglienza e Museo minerario in galleria, che si trovano nell’edificio degli ex Bagnetti di Gavorrano. Questo sito storico ospitava gli spogliatoi dei minatori, l’infermeria e gli uffici Montecatini. Nel percorso museale non solo il visitatore ripercorre tutte le fasi del sito minerario, ma sperimenta anche, grazie alla narrazione della guida, a luci, immagini, suoni e installazioni multimediali, le condizioni ambientali e di lavoro estremamente gravose all’interno della miniera. Infine può essere visitata l’area mineraria di Ravi Marchi. Qui sono presenti gli impianti di superficie delle miniere Marchi per l’estrazione della pirite, che sono stati dismessi nel 1965.

Geodiversità, natura e storia locale

Differente è invece il suggestivo percorso che offre il MUBIA, il Geomuseo delle Biancane a Monterotondo Marittimo. Qui è possibile scoprire cos’è la geodiversità, come si sono formati i minerali e le rocce, le cause dei colori unici e delle emissioni gassose, i diversi fenomeni geotermici e i prodotti a essi legati: dalla scoperta dell’acido borico alla produzione di energia elettrica.

Diversamente la Riserva Naturale Regionale delle Cornate di Gerfalco e Fosini, a Montieri, custodisce l’habitat montano di una delle aree più selvagge e meno conosciute delle Colline Metallifere nella Toscana meridionale, Le Cornate. La sua cima è la più alta dell’area e arriva a ben 1081 metri. Lupo, gatto selvatico, martora, biancone, lanario, viola etrusca, fritillaria sono solo alcune delle tantissime specie di animali e piante presenti nella zona protetta.

Infine c’è MAPS, il Museo archeologico di Portus Scabris e il Centro di documentazione di Scarlino. Il museo ha sede in un casello idraulico risalente ai primi anni del ‘900, che si affaccia su una zona umida, il Padule di Scarlino. Un tempo grande e salubre lago costiero, oggi è un’area protetta di rilevanza naturalistica internazionale.

Questa realtà nasce per divulgare i dati emersi dagli scavi archeologici subacquei condotti per la costruzione del porto turistico di Marina di Scarlino. Questi hanno portato alla luce numerosi reperti, accumulati nei secoli sui fondali. Ciò ha rivelato come l’area fosse un nodo importante di un intenso traffico di navi mercantili già a partire dal III secolo a.C.. La mostra si propone quindi di ricostruire la vita dello scalo e restituire un frammento di storia locale.

Numero verde ONA

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