“AIR GUN E TRIVELLE, IL RITORNO” SEMBRA IL TITOLO DI UN FILM DI TERRORE MA NON LO È. IL TERRORE, PERÒ C’È. IL PIANO PER LA TRANSIZIONE ENERGETICA SOSTENIBILE DELLE AREE IDONEE (PITESAI) VARATO DAL MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA, RIAVVIA, DI FATTO, PROSPEZIONI, ESTRAZIONI E COLTIVAZIONI DI IDROCARBURI. UNA NORMA, PERÒ, TUTT’ALTRO CHE FAVOREVOLE ALL’AMBIENTE
Il MiTE, ministero della Transizione ecologica, ha pubblicato, nei giorni scorsi, il PiTESAI, cioè il Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee.
Il PiTESAI favorisce la corsa al gas di casa
Il PiTESAI individua le aree dove sarà possibile riavviare prospezioni, estrazioni e coltivazioni di idrocarburi. Di fatto, con questo documento il MiTE sospende la moratoria del 2019 e favorisce la corsa al gas di casa.
I recenti aumenti delle bollette, determinati anche dai venti di guerra che provengono, in questi giorni, dai confini russo-ucraino, in risposta alle sanzioni dell’UE nei confronti della Russia hanno determinato alcune decisioni governative.
Infatti, il governo ha intenzione di aumentare le estrazioni di gas dai giacimenti già esistenti e dare via libera alla trivellazione di nuovi pozzi.
Dal progetto è escluso il petrolio, anche se la Legge n. 12 del 2019, che regolamenta il PiTESAI, prevede la ricerca degli idrocarburi sia liquidi sia gassosi.
Gli aumenti notevoli delle bollette sono addebitati anche ai venti di guerra che provengono, in questi giorni, dai confini russo-ucraino e in risposta alle sanzioni dell’UE nei confronti della Russia, in risposta alla crisi in Ucraina.
Russia, maggiore fornitore di gas del nostro Paese
L’ambasciatore russo in Italia Sergey Razov ha dichiarato, nel corso della trasmissione di Bruno Vespa “Porta a Porta”, che «il presidente Putin ha detto che l’anno scorso la Russia ha fornito all’Italia 22,8miliardi di metri cubi di gas. Questo supera di 2miliardi di m3 la cifra del 2020».
Fonti ufficiali affermano che il fabbisogno di metano del nostro Paese ammonta a circa 70-75miliardi di metri cubi l’anno.
2,48miliardi di m3 (-20,2%) arrivano nelle nostre case dai giacimenti in Pianura Padana, dall’Adriatico, dalla Basilicata e, in minor quantità dalla Sicilia.
La differenza l’Italia la importa soprattutto dalla Russia, come abbiamo visto. Quindi dall’Algeria, via nave fino al rigassificatore di Rovigo e dal metanodotto TAP entrato in uso di recente.
Secondo le cifre ufficiali pubblicate nel PiTESAI, però, le nostre riserve di metano ammontano a circa 90miliardi di metri cubi.
Ciò basta per soddisfare il fabbisogno degli italiani di un solo anno.
Un millesimo delle riserve russe.
Ma l’aumento del costo del gas può essere una ritorsione per le sanzioni UE alla Russia?
ENI e Gazprom export decidono il costo delle bollette
Putin, afferma l’ambasciatore Razov, «ha assicurato che la Russia è disposta a fornire di più, qualora ci fosse una necessità del genere del partner italiano».
Questo, però, continua l’ambasciatore, «dipende dalle relazioni e dagli accordi tra operatori specifici: ENI da parte Italia e Gazprom export da parte russa. Loro hanno relazioni commerciali».
Riferendosi, poi, alle sanzioni, Sergey Razov ha risposto a Bruno Vespa che «le sanzioni, dopo certi avvenimenti in Ucraina del 2013, le sanzioni che l’UE e Washington hanno imposto alla Russia hanno provocato una inerzia molto cattiva. Non c’è relazione di causa con quanto realmente sta succedendo in Ucraina e attorno all’Ucraina. Le sanzioni sono state imposte, a nostro avviso, senza alcuna motivazione».
Il PiTESAI di Cingolani è una presa in giro colossale
Se la questione politica dell’aumento delle bollette sembra risolta, ci si chiede perché il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani abbia dato via libera al PiTESAI.
«Il PiTESAI di Cingolani è una presa in giro colossale – risponde il deputato di Alternativa Giovanni Vianello -. L’individuazione delle cosiddette aree idonee, non previste dalla normativa, porterà alla proliferazione degli Air Gun e degli impianti di prospezione nei nostri mari alla ricerca di quantitativi ridicoli di gas o petrolio che non produrranno nessun beneficio per gli italiani».
Il parlamentare pugliese della Commissione Attività Produttive della Camera afferma, infatti, che «l’eventuale maggior estrazione di gas italiano non farà scendere il prezzo della bolletta, ma farà salire solo i guadagni delle multinazionali delle fonti fossili che lucrano mettendo in pericolo i nostri mari».
L’idea di decarbonizzare l’Italia con l’uso del metano non convince
Non convince perché il nostro è uno dei Paesi che alla COP26 di Glasgow ha chiesto a Cina e India di azzerare l’uso di combustibili fossili per l’abbattimento delle emissioni di CO2.
Ma il metano, anche se è il meno inquinante tra i combustibili fossili, se non viene bruciato è uno dei peggiori gas climalteranti. Infatti, il gas disperso attraverso guarnizioni e valvole di migliaia di chilometri di metanodotti riscalda molto di più della stessa CO2.
Non convince perché l’uso degli Air Gun per la prospezione di idrocarburi fossili o gassosi è dannoso per l’ecosistema marino, come documentato in molti studi. In particolare sono dannosi per i cetacei.
«È ora che questa follia si concluda – ha dichiarato Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace Italia -. Non ha alcun senso continuare a bombardare il nostro mare per estrarre riserve limitate che non ci garantiscono nessuna indipendenza energetica, ma solo rischi ambientali ed economici».
Inoltre, spiega Monti, gli impatti sul cambiamento climatico delle attività di estrazione, trasporto e uso del gas sono di gran lunga maggiori di quanto millantato dall’industria petrolifera.
Per non parlare dei costi e comunque dei tempi, lunghi, per avviare la distribuzione del metano dai nostri pozzi.
Incentivare le rinnovabili, per ridurre il costo delle bollette e aiutare l’ambiente
Secondo Greenpeace, l’unica alternativa per ridurre il costo delle bollette e, allo stesso tempo, aiutare l’ambiente è incentivare le rinnovabili.
“Bisogna aumentare la velocità di sviluppo delle fonti rinnovabili – afferma l’organizzazione ambientalista -, a partire dal solare fotovoltaico e dall’eolico». E avviare, inoltre, “politiche di efficienza energetiche nei consumi domestici e nei cicli produttivi”.