Vigili del Fuoco uccisi dall’amianto
Nessuna protezione, né procedure per la tutela e il controllo della salute. L’Osservatorio Nazionale Amianto preannuncia azioni giudiziarie e un appello al ministro Matteo Salvini. L’ONA e i VVF annunciano una campagna congiunta di sensibilizzazione e di assistenza nei confronti delle vittime del dovere
L’associazione, insieme con l’Unione Sindacale di Base, Usb, dei Vigili del Fuoco proclamano un momento di confronto con esperti, studiosi, istituzioni e lavoratori del soccorso per la mancanza di procedure di prevenzione.
Negli ultimi anni l’ONA ha scoperchiato le criticità che, da sempre, caratterizzano il lavoro dei Vigili del Fuoco.
Infatti, i soccorritori hanno affrontato le emergenze – vedi i terremoti più drammatici che hanno colpito il Centro Italia dal 2009 al 2016 con magnitudo da 6,0 a 6,5 che hanno distrutto paesi interi – senza sufficienti tutele e a rischio di esposizione all’amianto e a tutti gli altri cancerogeni.
Assenza di screening medico e psicologico, nessun post intervento per chi quotidianamente guarda in faccia la morte, totale mancanza di tutele previdenziali, eppure il mestiere dei Vigili del Fuoco, paradossalmente, non è considerato un lavoro usurante né una categoria a rischio.
A questo proposito, l’ONA preannuncia il deposito di una serie di azioni legali a carico del ministero dell’Interno, riguardo numerosi casi di mesotelioma e altre patologie asbesto correlate tra i pompieri.
Il caso di Trieste È il caso di G.S., Vigile del Fuoco in servizio al Comando del capoluogo del Friuli Venezia Giulia, dal 1956 al 1990. Tra gli incarichi svolti dal nostro, la vigilanza durante il carico/scarico di sacchi di amianto nel porto, la sorveglianza antincendio e interventi anche presso la Raffineria e i Cantieri Navali.
Deceduto il primo settembre 2008, i familiari si sono rivolti al ministero dell’Interno per chiedere il riconoscimento della causa di servizio. L’istanza, però, è rimasta senza esito, nonostante le prove della presenza di amianto per tutta la durata del rapporto di lavoro.
Il ministero nega il riconoscimento di causa di servizio e di vittima del dovere e per la famiglia del defunto si rende necessario adire le vie legali.
L’avv. Alberto Kostoris del Foro di Trieste insieme con l’avv. Ezio Bonanni del Foro di Roma e presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, nei prossimi giorni si rivolgeranno al Tribunale del capoluogo friulano per chiedere la condanna del ministero dell’Interno alla costituzione delle prestazioni previdenziali, in favore della vedova e degli orfani.
L’appello al ministro dell’Interno L’on. Matteo Salvini il 29 settembre scorso è stato a Latina, città dell’Agro Pontino, tra i territori in Italia con più alta incidenza di patologie da amianto. Durante la “Festa regionale della Lega” qualcuno tra il pubblico lo definisce “eroe” ma lui risponde: «Gli eroi sono quelli che rischiano la vita per gli altri. Come i vigili del fuoco. Io sono qui per voi».
Prendendo lo spunto da questa dichiarazione, l’ONA si rivolge a Matteo Salvini per chiedere un intervento «per sanare l’ingiusta discriminazione e lesione dei diritti subiti dal personale delle Forze Armate e del Comparto Sicurezza e dei Vigili del Fuoco, vittime dell’amianto», interviene Ezio Bonanni. «Abbiamo già trasmesso al ministro il grido di dolore della vedova e degli orfani del Vigile del Fuoco deceduto, perché disponga di correggere l’ingiusto provvedimento che impedisce, tuttora, alla vedova e agli orfani di ottenere le prestazioni di vittima del dovere».
A tutt’oggi non c’è stato alcun intervento da parte del dicastero ma «riteniamo che il ministro possa, quanto prima, porre rimedio al torto subito dalle vittime, magari anteriormente alla prima udienza di comparizione delle parti», conclude il legale della vedova e degli orfani di G.S. «L’ONA esprime fiducia nel governo del cambiamento e si augura che le vittime del dovere non siano dimenticate».
È operativo lo Sportello Amianto ONA che assiste, gratuitamente, tutti coloro che ne fanno richiesta. Per consulenze tecniche, mediche e legali chiamare il numero verde gratuito 800 034 294 oppure collegarsi al sito istituzionale dell’Osservatorio.