L’Orto di Nemo: esempio italiano di agricoltura sostenibile
Il cambiamento climatico che la Terra sta subendo ha avuto impatti negativi su molti settori. Ma sicuramente il campo più vulnerabile è l’agricoltura.
Però anche la pratica dell’agricoltura industriale ha le sue colpe per quanto riguarda la situazione di emergenza in cui verte il nostro pianeta. L’agronomia moderna, l’allevamento delle piante, i pesticidi, i fertilizzanti e i miglioramenti tecnologici hanno aumentato i raccolti della coltivazione, ma, allo stesso tempo, hanno provocato danni ecologici ed effetti negativi sulla salute. Il problema più allarmante causato dalle coltivazioni è che esse sfruttano circa il 70% di acqua dolce a livello mondiale. L’agricoltura attinge dalle falde acquifere e dalle fonti sotterranee ormai ad un ritmo insostenibile.
A tutte queste complicazioni è stata trovata una soluzione, ed è tutta italiana. L’idea, infatti, nasce in Liguria, a Noli, vicino Savona: Nemo’s Garden – L’Orto di Nemo. Questo è il primo esempio di orto sottomarino al mondo.
Il progetto è stato elaborato dall’ingegnere Sergio Gamberini, amministratore di Mestel Safety, un’azienda del gruppo Ocean Reef, specializzata in lavori subacquei. L’iniziativa è uno degli esempi più nobili di agricoltura sostenibile. È quindi un tipo di agricoltura rispettosa delle risorse naturali e delle generazioni future, che non utilizza sostanze inquinanti per non alterare l’equilibrio ambientale.
Come funziona l’orto subacqueo di Nemo’s Garden?
L’Orto di Nemo è costituito da serre sottomarine sferiche, fatte di materiale vinilico semi-trasparente. In questo modo i raggi del Sole possono penetrare, permettendo la crescita delle piante. Queste biosfere di metacrilato, di 2 metri di diametro, vengono posizionate tra i 6 e i 10 metri di profondità, a un centinaio di metri dalla costa, e ancorate al fondale. Ognuna di esse può contenere dalle 65 alle 95 piante.
Dal 2012 ad oggi, l’Orto di Nemo è cresciuto a poco a poco. Adesso sono 5 le biosfere, che garantiscono una temperatura costante intorno ai 26°C, un tasso di umidità dell’83% e alte concentrazioni di anidride carbonica: tutti elementi indispensabili per la crescita delle piante.
Inoltre l’acqua marina, evaporando, genera una condensazione di acqua dolce sulle pareti interne delle serre. Si crea così un sistema autosufficiente e “naturale” di irrigazione.
La cupola assicura anche una temperatura costante, data dall’alta stabilità termica del mare. Perfino in inverno la temperatura è tra i 13 e i 14°C. La fascia climatica del nostro Paese è ideale per la maggior parte delle piante. Ma questo sistema può essere adottato anche in altre regioni del mondo. Per esempio può essere applicato nelle zone tropicali, caratterizzate da una grande escursione termica tra giorno e notte. In questo caso gli stress termici per le piante vengono meno grazie alla protezione del mare. L’iniziativa può essere anche un’opportunità per tutte le aeree in cui è impossibile coltivare per mancanza di terra o di risorse idriche.
Rendere ospitale un luogo inospitale per la coltivazione è una prospettiva importante, soprattutto per lo sviluppo alimentare. È questo l’obiettivo che porta avanti Nemo’s Garden.
I vantaggi delle biosfere sottomarine
Altro aspetto da non sottovalutare di questa innovazione è che l’orto non ha alcun impatto negativo sull’ecosistema marino. Inoltre le piante all’interno delle biosfere sono inattaccabili da insetti e parassiti. Non si rende quindi necessario nessun uso di pesticidi chimici, garantendo così una coltivazione naturalmente biologica.
L’unico prodotto che viene applicato è naturale e serve per fornire gli elementi nutritivi ai diversi substrati di cui è costituito il sistema idroponico dell’orto. Con coltivazione idroponica s’intende quella fuori suolo. Infatti la terra non può essere trasportata sott’acqua per gli elevati costi e per l’impatto ambientale che ne deriverebbe. Così il terriccio viene sostituito da un substrato inerte, che può essere argilla espansa, perlite, vermiculite, fibra di cocco, lana di roccia o zeolite.
Cosa si coltiva nell’orto in fondo al mare
Ma quali ortaggi posso essere coltivati sott’acqua? Essendo l’idea nata in Liguria, Il primo protagonista dell’esperimento non poteva che essere il basilico. Nell’estate del 2013, il basilico è germogliato già dopo una trentina di giorni dalla semina. Le piante si sono sviluppate in tempi molto brevi, fruttando 300 grammi di raccolto in totale.
In seguito si è cominciato a coltivare anche altre erbe aromatiche ed edibili, come stevia, insalata, e piante a uso farmaceutico o cosmetico, come per esempio l’aloe o le bacche di goji. In tutti i casi le germinazioni si sono verificate dopo appena 36-48 ore, mentre la stessa tipologia di pianta, in condizioni normali, impiega circa 5-7 giorni.
Inoltre le colture hanno dimostrato una qualità organolettica pari o addirittura superiore alle piante provenienti da coltivazioni tradizionali. La pianta sviluppa più pigmenti per mantenere la fotosintesi clorofilliana anche con poca luce. Tuttavia il sapore degli alimenti resta invariato.
Una fase cui prestare la massima attenzione è però il raccolto. L’acqua salata ha un effetto devastante sulle colture, perciò è essenziale evitarne ogni contatto diretto. Gli addetti alla raccolta prestano la massima cautela. Occorre sciacquarsi con acqua dolce e usare contenitori stagni per portare le piante in superficie. A quel punto bisogna proteggerle anche dall’esposizione diretta alla luce solare.
La continua ricerca di Nemo’s Garden
Il progetto sta crescendo ed è alla costante ricerca di nuove coltivazioni da piantare. Inoltre si sta studiando un modo per ricavare fertilizzante naturale direttamente dalle alghe.
I promettenti vantaggi dell’orto subacqueo sono talmente tanti che, solo dopo pochi mesi di sperimentazione, l’impresa è stata contattata da una grande azienda dell’Arabia Saudita, che ha acquistato una delle biosfere. Infatti, in quella parte del mondo, l’installazione di serre subacquee sarebbe la soluzione ideale data la presenza di diverse lagune poco profonde, dove la luce riesce a filtrare in maniera ottimale e dove non c’è il moto ondoso. Inoltre si sopperirebbe al problema della scarsità d’acqua della zona. Normalmente, per svolgere attività agricole in questi Paesi, si deve desalinizzare l’acqua marina. Ma questa operazione è molto costosa e comporta un elevato dispendio energetico. Il sistema autosufficiente di irrigazione delle biosfere metterebbe fine a questa complessa procedura.
Perciò le biosfere sottomarine, oltre a favorire lo sviluppo alimentare, aiutano l’ambiente, proteggendolo dal disboscamento per la creazione di aree coltivabili e dall’impatto energetico.
È nata quindi ufficialmente una nuova frontiera in campo agricolo e si trova nelle acque limpide del mare della Liguria.