In questa guida scopriamo il significato di biologico, quali e cosa sono i prodotti bio e dell’agricoltura biologica e le ragioni per cui è importante nella salvaguardia dell’ambiente, i dubbi e le controversie.
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Agricoltura biologica: significato
Il significato di agricoltura biologica è semplice. Meno semplice è valutare gli effetti e i benefici di questo tipo di agricoltura sull’ambiente e sulla salute.
Partiamo dalla definizione di biologico. Il termine biologico, in chimica, raccoglie tutto ciò che è vivo e caratterizzato da reazioni chimiche che includono la presenza di cellule e altre biomolecole, come proteine, lipidi, carboidrati etc…
La parola biologia deriva infatti dal greco bios che significa vita. L’agricoltura biologica è un tipo di agricoltura che limita gli interventi sul suolo e sui vegetali, favorisce la biodiversità (sia vegetale che animale) e non utilizza prodotti di sintesi e organismi geneticamente modificati (i cosiddetti OGM).
Cosa significa biologico?
Nell’agricoltura biologica si impiegano concimi e fitosanitari che non vengono prodotti in laboratorio. I fitosanitari utilizzati non contengono sostanze di sintesi, ma solo sostanze di origine organica e naturale. Cosa significa, però, naturale? La natura produce sostanze inquinanti. Pensiamo per esempio all’inquinamento atmosferico causato dalle eruzioni vulcaniche. Nell’ambito dell’agricoltura biologica facciamo l’esempio del rame, ammesso nella produzione biologica di uva. Il verderame è un prodotto naturale che non viene sintetizzato in laboratorio. Nonostante questo è considerato un inquinante, il cui utilizzo viene sempre più ristretto dalla Comunità Europea.
Principi e definizione di agricoltura biologica
La Federazione internazionale dei movimenti per l’agricoltura biologica (International Federation of Organic Agricolture, IFOAM) definisce i principi generali e gli obiettivi dell’agricoltura biologica.
- Trasformare il più possibile le aziende in un sistema agricolo autosufficiente attingendo alle risorse locali.
- Salvaguardare la fertilità naturale del terreno.
- Evitare ogni forma di inquinamento determinato dalle tecniche agricole.
- Produrre alimenti di elevata qualità nutritiva in quantità sufficiente.
Normativa europea sul biologico
Il regolamento europeo del giugno del 2007 regolamenta e definisce il biologico a livello degli Stati membri della Comunità Europa, Reg. (CE) nº 834/2007.
L’obiettivo del biologico, secondo il regolamento CE in vigore, risulta quello di stabilire un sistema di gestione sostenibile per l’agricoltura, l’allevamento e la pesca (che rispetti anche i criteri di benessere degli animali). Si fonda su principi ecologici di sfruttamento sostenibile della pesca e dei suoli, limitando l’utilizzo di fattori di produzione esterni e vietando l’OGM. Il concetto di biologico appare dunque strettamente legato a quello di agricoltura sostenibile.
Per essere certificato come biologico un prodotto dovrebbe usufruire in tutto il suo ciclo vitale di prodotti e derivati del biologico. La normativa prevede l’utilizzo dei medicinali di sintesi se le patologie non sono controllabili con prodotti naturali. In tutti gli altri casi si prediligono sistemi di prevenzione e cura di natura biologica.
L’agricoltura biologica è sostenibile?
Agricoltura sostenibile significa sfruttare l’innovazione tecnologica per ottimizzare le risorse e gli sprechi e produrre prodotti orto-frutticoli con un impatto ambientale neutro o positivo, creando al contempo lavoro ed equità sociale.
Il divieto di usare la maggior parte di prodotti chimici di sintesi riduce l’impatto ambientale legato all’immissione di molecole tossiche nell’ambiente. La produzione biologica però ha rese inferiori del 20-45% rispetto a quella convenzionale. Per produrre le medesime quantità, sarebbe quindi necessario mettere a coltura il 25-64% di terre in più con conseguenze negative per la biodiversità e gli habitat.
A causa della scarsità di animali allevati in modo biologico è attualmente consentito l’utilizzo di fertilizzanti certificati come biologici che però derivano da produzioni convenzionali. Questa pratica rende le rese dell’agricoltura biologica fortemente dipendenti dall’agricoltura convenzionale, con risultati difficili da mantenere in uno scenario di agricoltura biologica globale.
Il divieto di utilizzo di diserbanti causa la necessità di un maggiore lavoro meccanico sul terreno con aumento dei livelli di energia utilizzati e eventuale CO2 immessa nell’ambiente. Per alcune colture, come nel caso del riso biolgico ciò diventa particolarmente oneroso in termini energetici ed economici.
Controversie e dubbi sull’agricoltura biologica
La distinzione tra prodotti naturali e di sintesi porta all’erronea conclusione che i secondi siano più tossici dei primi. In agricoltura biologica possono essere utilizzati prodotti naturali che presentano tossicità superiori rispetto a quelle di alcuni prodotti di sintesi. In certi casi l’impatto ambientale di questi prodotti “naturali” è particolarmente rilevante, come succede con il solfato di vinaccia e il verderame.
La coltivazione biologica risulta onerosa e poco sostenibile da un punto di vista ambientale e economico per alcune colture come il mais, il riso e la soia. Risulta invece sostenibile per alcune specie arborre, come l’olivo, i pascoli e i foraggi. Appare dunque non sostenibile se pensata in scala globale come unico sistema di agricoltura.
I prodotti dell’agricoltura biologica sono più sani?
Le controversie sul biologico riguardano anche la qualità degli alimenti prodotti. Non appare scientificamente provato, infatti, che i prodotti da agricoltura biologica siano di maggiore qualità dal punto di vista nutrizionale. Appare invece evidente come i prodotti biologici contengano circa il 30% in meno di pesticidi rispetto a quelli da agricoltura convenzionale, ma non è provato scientificamente l’effettivo miglioramento in termine di salute a vantaggio dei consumatori.
Il biologico in Italia
L’Italia è uno dei paesi leader nella produzione biologica in Europa. L’agricoltura biologica interessa circa il 6,9% della superficie agricola del paese, di cui più del 50% è rappresentato da pascoli e foraggere. L’incremento dell’agricoltura biologica in Italia va ricercato in ragioni di mercato (che negli ultimi anni ha prediletto i prodotti biologici) e nei finanziamenti dell’Unione europea per l’adozione di pratiche agricole eco-compatibili.
Tutte le grandi catene della distribuzione italiana (Coop, Carrefour, Conad, Esselunga, Lidl, etc) hanno una loro linea di prodotti biologici. Al contempo nei ristoranti e nello street food italiano il biologico ha avuto un boom, che ha intercettato il desiderio dei consumatori per i prodotti biologici e per le loro, sebbene controverse, qualità di rispetto dell’ambiente e della salute.