venerdì, Novembre 8, 2024

Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA): Biodiversità in declino

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Secondo AEA la biodiversità in Europa è in declino

L’Europa non è affatto vicina a raggiungere gli obiettivi chiave della Strategia per la biodiversità per il 2020. La conferma nel Rapporto pubblicato oggi dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA).  «Agricoltura e silvicoltura non sostenibili, espansione urbana incontrollata e inquinamento sono i principali fattori cui va imputato il drastico declino della biodiversità in Europa». Lo afferma Virginijus Sinkevičius, commissario UE per l’Ambiente, gli oceani e la pesca. «È urgente tenere fede agli impegni assunti nel quadro della nuova strategia dell’UE sulla biodiversità per invertire il declino per il bene della natura, delle persone, del clima e dell’economia», avverte Sinkevičius,

I dati dell’AEA relativi alla perdita di specie destano allarme

AEA - Il rapporto sullo stato della natura in poche parole
AEA – Il rapporto sullo stato della natura in poche parole

I numeri sono peggiorati rispetto all’ultima valutazione di cinque anni fa.

  • Un devastante 81% degli habitat si trova in uno stato di conservazione inadeguato (“poor”) o sfavorevole (“bad”) a livello europeo, con più di 1 habitat su 3 che continua a deteriorarsi.
  • Per le specie, oltre il 60% si trova in uno stato inadeguato o sfavorevole – solo il 6% mostra tendenze al miglioramento, mentre 1/3 continua a deteriorarsi. Le specie ittiche sono quelle che stanno peggio di tutte: il 38% si trova in “cattivo” stato di conservazione, mentre il 50% dei pesci e degli anfibi sono in declino.

Secondo l’AEA, gli Stati membri devono intensificare gli impegni per attuare le leggi sulla natura e i regolamenti ambientali in vigore nell’UE. Inoltre sono necessarie maggiori risorse finanziarie e umane per garantire un’efficace protezione della natura.

I fattori alla base della perdita della biodiversità richiedono, secondo l’Agenzia, enormi sforzi per trasformare la Politica Agricola Comune (PAC) e la Politica Comune della Pesca (PCP) dell’UE in strumenti efficaci per la protezione della biodiversità.

Urge azione per salvare la biodiversità in Europa

«Questo rapporto evidenzia quanto sia diventata urgente un’azione per salvare ciò che resta della natura europea». Lo ha dichiarato Sabien Leemans, Senior Policy Officer per la biodiversità dell’Ufficio Politico Europeo del WWF. «Dopo il mancato rispetto della scadenza del 2020, la Commissione ha recentemente presentato la sua strategia per la biodiversità 2030, con obiettivi ambiziosi per la conservazione e il ripristino della natura. Questa strategia potrebbe essere una vera e propria svolta. Ma solo se gli Stati membri la sosterranno e si concentreranno sulla piena e rapida attuazione delle misure necessarie. La scienza è chiara: non c’è più tempo per rimandare!».

Gli obiettivi della Commissione Europea

Gli effetti dell’agricoltura industriale e della silvicoltura insostenibile sono devastanti. La Commissione Europea ha indicato gli obiettivi, importanti, per guidare la necessaria trasformazione, nella strategia “Farm to Fork”.

La strategia “Farm to Fork” (F2F) è il piano decennale messo a punto dalla Commissione Europea per guidare la transizione verso un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente.

«Ma gli obiettivi “Farm to Fork” da soli non sono sufficienti – afferma Jabier Ruiz, Senior Policy Officer per l’agricoltura presso l’Ufficio Politico Europeo del WWF -. Sono necessari cambiamenti drastici anche nella politica agricola dell’UE. Gli eurodeputati, che voteranno il futuro della PAC questa settimana, devono fermare i sussidi dannosi e utilizzare quei soldi per premiare gli agricoltori che adottano pratiche davvero rispettose del clima e della natura».

Tutela delle aree marine protette

Quanto al deterioramento del nostro ambiente marino, le cause vanno ricercate nella pesca eccessiva, le catture accidentali e i metodi di raccolta distruttivi che si effettuano da troppo tempo.

«Oltre a una migliore applicazione delle regole di sostenibilità previste dalla Politica Comune della Pesca, la chiave per il ripristino della biodiversità marina rimane la tutela delle aree protette, che offrono rifugio alle specie e agli habitat minacciati». Lo asserisce Alexandre Cornet, Ocean Policy Officer dell’Ufficio Politico Europeo del WWF. «È necessario che l’UE e i suoi Stati membri garantiscano una protezione efficace per almeno il 30% dei nostri mari. Un obiettivo la cui importanza per il ripristino della natura è riconosciuta dalla Strategia per la Biodiversità».

La prossima settimana gli Stati dell’Unione dovranno prendere una serie di decisioni che decideranno il futuro della PAC e la “Strategia sulla biodiversità dell’UE per il 2030”.

«I ministri dell’UE e il Parlamento europeo devono dimostrare di essere all’altezza della sfida globale che ci attende, dalla quale dipende la nostra stessa sopravvivenza sul pianeta», ha dichiarato Isabella Pratesi, Direttore Conservazione di WWF Italia.

Numero verde ONA

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