giovedì, Gennaio 23, 2025

Acque contaminate da arsenico: un problema attuale?

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Contaminazione da arsenico nelle acque e negli alimenti

La contaminazione da arsenico presente nelle acque è un problema che riguarda tutto il pianeta perché questo metalloide, altamente tossico, è un componente naturale della superficie terrestre. Infatti, è in grado di contaminare non solo le acque ma, tramite l’irrigazione, anche i cibi.
L’arsenico è un semimetallo, la parola deriva dal prestito persiano زرنيخ (Zarnik), che vuol dire “ornamento giallo”. Era utilizzato in Persia in tempi antichi addirittura per omicidi dato che non era ancora stato ben definito il suo effetto letale. Fino all’uscita del saggio di Marsh, che effettuò un test di laboratorio in grado di rivelarne la presenza nei tessuti.
In che forma può presentarsi?

Si presenta in forma organica (come elemento chimico o sali) e in forma inorganica (tramite composti meno tossici). Presente in natura nelle rocce, nel suolo, nell’aria e nell’acqua in alcuni territori la sua concentrazione è così elevata da provocare seri problemi per la salute dell’uomo. Tuttavia, anche l’inquinamento determinato da attività produttive, può aumentarne i livelli di tossicità.

Danni alla salute: come avviene l’esposizione?

L’esposizione avviene per ingestione, inalazione o contatto con la pelle.
Attraverso l’acqua che ingeriamo, alcuni cibi e i pesci che assorbono l’acqua in cui vivono. Ma, secondo le stime dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, i cereali e i prodotti a base di cereali possono contenere una quantità di arsenico maggiore.

L’acqua ricca di arsenico è quella presente nelle zone di origine vulcanica. Il contatto con l’uomo avviene attraverso l’ingestione di acqua potabile (in modo diretto); o tramite l’acqua usata per preparare i cibi (in modo indiretto) o quella usata per l’irrigazione dei campi (in particolare i cereali come il riso e i vegetali).

Ma anche il fumo di tabacco, a causa della capacità della pianta di assorbire con le sue radici i metalli. E per finire le esposizioni professionali cioè nei luoghi di lavoro come le fonderie in cui sono presenti fumi che contengono questo pericoloso elemento. Se le norme non sono rispettate, questa contaminazione per inalazione, può essere altamente nociva.

L’arsenico è presente nell’atmosfera?

Si, proviene da varie fonti come i vulcani che rilasciano nell’aria circa 3mila tonnellate di arsenico l’anno e i microorganismi che liberano metilarsine volatili nella misura di 20 mila tonnellate. Ma sono 80mila le tonnellate di arsenico all’anno rilasciate nell’aria tramite la combustione di combustibili fossili. O ancora attraverso attività minerarie e fusione del metallo, l’arsenico immobile può “spostarsi” e raggiungere posti diversi.

Effetti collaterali da ingestione ed esposizione

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il consumo di acque potabili contenenti arsenico in quantità comprese tra 0,05 e 0,1 milligrammi per litro (corrispondenti a 50-100 microgrammi per litro) aumenta il rischio di sviluppare un tumore della pelle, al polmone o alla vescica. Di conseguenza è stata fissata la concentrazione massima di arsenico a 10 μg/L dall’OMS e dalla Direttiva 98/83/CE. Poiché livelli più elevati comportano gravi rischi per la salute.

Questi valori hanno l’obiettivo di assicurare che le acque destinate al consumo umano possano essere consumate in condizioni di sicurezza. Assunzione di arsenico in dosi elevate può provocare vomito, dolori addominali, ipersensibilità agli arti e addirittura tumori e morte.
Se un individuo adulto di circa 60 kg ingerisce 120 mg di arsenico rischia di morire.

L’esposizione a basse dosi di arsenico ma ripetuta nel tempo, può causare pigmentazione della pelle, lesioni cutanee, ispessimenti della pelle. E questi disturbi, dopo circa cinque anni, secondo l’Istituto Superiore di Sanità possono portare alla formazione di tumori cutanei.

Altri effetti collaterali e danni alla salute

L’arsenico può causare anche diabete, malattie cardiovascolari e alterazione del feto in gravidanza. In persone esposte ad arsenico da molto tempo possono insorgere patologie come il tumore al polmone e alla vescica.

Acqua potabile e arsenico: cosa dice la legge


I produttori di acqua in bottiglia, secondo la legge, devono rispettare il limite di concentrazione vigente di arsenico per le acque destinate al consumo umano (10 μg/l).
Le autorizzazioni per il rilascio dell’acqua minerale vengono rilasciate dal ministero della Sanità, dopo un controllo della presenza di arsenico eliminando o imponendo azioni correttive per quelle che superano i 10 μg/l. Sia le ASL sia i laboratori ARPA controllano le linee d’imbottigliamento (mensilmente).

Come valutare l’esposizione all’arsenico

Lo strumento che consente di valutare l’esposizione all’arsenico è il biomonitoraggio.  Si effettua, quindi, l’analisi dell’arsenico nelle urine.
Secondo i dati il problema di alti livelli di arsenico nelle acque sotterranee destinate al consumo umano ha coinvolto gran parte della popolazione italiana.
In aree del Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Emilia Romagna, Toscana e Lazio si è fatto ricorso a fonti alternative o all’uso di sistemi che consentissero di disporre di acqua in cui i livelli di arsenico non superassero il limite legale
( Fonte ISPRA).

Cosa dice la legge: il commento del presidente dell’ONA

L’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, si occupa della tutela di lavoratori e persone esposte ad agenti nocivi e cancerogeni.


L’arsenico è uno tra i principali inquinanti delle falde acquifere.
Il forte inquinamento dovuto all’arsenico provoca gravi danni alla salute e all’ambiente. In caso di danno biologico, cioè , di malattia di origine professionale, è possibile chiedere l’indennizzo. L’INAIL è l’ente deputato alla richiesta di indennizzo e al riconoscimento del diritto.
Oltre all’erogazione della rendita –
continua l’avvocato – si può e si deve agire nei confronti del datore di lavoro per chiedere l’integrale ristoro di tutti i danni, patrimoniali e non patrimoniali patiti e patiendi. In caso di danni da inquinamento ambientale, sia delle acque che delle falde, anche in questo caso è possibile agire nei confronti di chi è responsabile dell’inquinamento. Ciò a maggior ragione successivamente all’introduzione della legge sugli ecoreati (L. 68 del 2015). Con l’esercizio dell’azione penale e l’istaurazione del procedimento, si può agire con
la costituzione di parte civile”.

Numero verde ONA

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