ARPA PUGLIA E SISTEMA NAZIONALE PER LA PROTEZIONE DELL’AMBIENTE CONFERMANO LA PUGLIA PER IL SECONDO ANNO CONSECUTIVO PRIMA IN ITALIA PER LE ACQUE DI BALNEAZIONE
La Puglia si conferma prima in Italia, per il secondo anno consecutivo, per qualità delle acque di balneazione. Meglio di Sardegna e Toscana.
È quanto emerge dal lavoro di controllo e monitoraggio condotto dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa).
Ogni anno le acque di balneazione vengono sottoposte a periodici controlli per garantire la salute dei bagnanti. L’attività è disciplinata dalla direttiva comunitaria 2006/7/CE, che stabilisce le regole della classificazione in tutta la Comunità Europea delle acque di balneazione.
Quattro le classi di qualità: eccellente, buona, sufficiente e scarsa.
I dati nei dettagli
Lungo i mille chilometri circa di costa, la Puglia ha ben 676 “acque” (tratti) destinate alla balneazione. Corrispondono a un totale lineare pari a circa 800 km. In particolare, ne sono state individuate 254 in provincia di Foggia, 46 in provincia di Bat, 78 in provincia di Bari. Altre 88, invece, sono in provincia di Brindisi, 139 in provincia di Lecce e 71 in provincia di Taranto.
Acque di balneazione “non eccellente” sono nel territorio di Lesina, di San Nicandro Garganico e di Manfredonia. Sul sito istituzionale di Arpa Puglia, è possibile, utilizzando una mappa interattiva, visualizzare la localizzazione geografica delle acque di balneazione.
Come funzionano i monitoraggi delle acque
Per la stragrande maggioranza delle regioni italiane, la verifica di tale condizione è affidata alle Agenzie per la Protezione dell’Ambiente (Arpa). Non tutte le zone costiere sono tuttavia destinate (o destinabili) alla balneazione.
Infatti, di norma sono preclusi a priori i tratti caratterizzati dalla presenza di aree urbane fortemente antropizzate, portuali o aeroportuali, militari. Sono anche precluse le zone “A” delle aree marine protette, quelle interessate da scarichi o apporti di qualsiasi origine (canali, scarichi urbani e/o industriali).
Per essere idonee alla balneazione, le acque ad uso dei bagnanti devono essere conformi a valori soglia di due parametri microbiologici. Difatti, non devono superare le 200 Ufc (Unità Formanti Colonie) per gli Enterococchi intestinali e le 500 Ufc per l’Escherichia coli.
Inquinamenti di breve durata
Le norme prevedono che nella procedura di classificazione non siano considerati gli “inquinamenti di breve durata”, che si esauriscono nelle 72 ore successive all’evento perturbativo.
Non si può escludere, dunque, che anche per le acque classificate di qualità “buona” o “elevata”, si siano verificati sporadicamente dei superamenti dei limiti. Infatti, se i superamenti sono relativi a “inquinamenti di breve durata”, non influenzano in maniera significativa il calcolo e quindi la valutazione di qualità.