giovedì, Ottobre 3, 2024

Acqua: l’oro blu di cui ha bisogno la salute dell’Africa

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Grazie all’acqua e a nuovi pozzi si tutela la salute

L’acqua è un bene prezioso, anche se spesso sottovalutato. Oltre a essere indispensabile per la vita di ogni essere umano, è importante per le coltivazioni e, soprattutto, per la salute e la prevenzione di malattie, come il Covid-19.

Infatti, circa l’80% delle patologie diffuse in Africa deriva dall’uso di acqua sporca e contaminata. Perciò «parlare di acqua vuol dire parlare di igiene, salute e prevenzione». Così sostiene Guglielmo Micucci, direttore generale di Amref Health Africa-Italia.

Amref Health Africa è la più grande organizzazione senza fini di lucro impegnata nella promozione del diritto alla salute nel continente africano. È attiva in trentacinque Paesi e porta avanti più di centotrenta progetti.

In particolare, dal 1998, promuove l’iniziativa “Coastal School Health Project”, che ha il fine di migliorare la salute di donne e bambini, anche attraverso la realizzazione di infrastrutture per l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici. Inoltre contribuisce a spiegare la necessità di pratiche igieniche appropriate a donne e bambini nelle scuole e nelle comunità.

Questo progetto ha luogo nei territori di Malindi, in Kenya, dove, a causa della bassa disponibilità di fonti d’acqua pulita e di servizi igienici, proliferano infezioni intestinali e malattie respiratorie. Ma quello del Kenya non è un caso isolato. Infatti nelle campagne e nelle zone aride lontane dalle grandi città abitano circa 313 milioni di persone che non hanno accesso all’acqua pulita. Inoltre 400 milioni di africani non possono contare su servizi igienici di base. Mentre oltre 500 milioni non hanno neanche la possibilità di lavarsi le mani con il sapone nelle proprie case.

Amref e NWG Italia: insieme per il futuro dell’Africa

Per portare acqua là dove le persone non ne hanno accesso Amref collabora con NWG Italia, azienda attiva nel settore degli impianti fotovoltaici, della produzione di energia da fonti rinnovabili e dell’efficientamento energetico.

Insieme sono riusciti a realizzare, nei diciotto anni di collaborazione, centodue pozzi per l’approvvigionamento di acqua potabile e a salvare oltre 50mila vite. Per il 2022 sono previsti altri quaranta pozzi.

«Portare acqua pulita in Kenya e costruire pozzi e cisterne è un’azione importante, sia per la prevenzione delle malattie sia per il miglioramento della qualità della vita, soprattutto delle donne, che, altrimenti, dovrebbero fare lunghi viaggi per l’approvvigionamento – dichiara il direttore Micucci -. Amref e NWG Italia guardano entrambe con attenzione al futuro, per portare un cambiamento permanente nella vita delle persone».

Per questo i pilastri che sorreggono la lunga collaborazione tra queste due realtà sono: acqua, solidarietà e pianeta. Infatti lo scopo ultimo è preservare la salute delle comunità africane, rendendo sostenibile l’accesso a fonti d’acqua e a servizi innovativi, investendo nel settore della salute pubblica e formando adeguatamente il personale sanitario.

In Africa l’acqua c’è, ma è sottoterra

Eppure sotto la superficie del continente più assetato del mondo ci sarebbero grandi riserve d’acqua. Lo sostiene uno studio scientifico, pubblicato su Environmental Research Letters.

Infatti, la ricerca, compiuta dal British Geological Survey e dall’University College London, è la prima ad aver analizzato la quantità complessiva di acqua nei territori africani. Essa sostiene che, sotto terra, ci siano riserve idriche cento volte superiori al volume d’acqua presente in superficie.

Ovviamente la distribuzione di questi bacini idrici sotterranei non è uniforme su tutto il territorio. Le riserve maggiori si trovano nei Paesi del Nord Africa e del Sahel. In Stati come Algeria, Libia, Egitto, Niger, Chad e Sudan occidentale c’è un bacino di 75 metri di profondità. Questo enorme acquifero, nascosto sotto la sabbia del deserto del Sahara, non è, però, approvvigionato attraverso le piogge. Ha avuto origine circa 5mila anni fa, quando il clima africano era più umido.

Il problema del rinnovo delle falde acquifere sotterranee

Poi ci sono altre zone ricche di falde acquifere sotterranee. Un secondo grande bacino è riscontrato tra la Repubblica democratica del Congo e la Repubblica centrafricana, mentre un terzo è a sud, tra Namibia, Botswana, Angola e Zambia. Al contrario, nelle aree con precipitazioni più elevate, come Liberia, Guinea e Burundi, è stata rilevata una scarsa capacità di stoccaggio delle acque sotterranee.

Le falde d’acqua presenti sotto il suolo possono rappresentare per l’Africa un’importante risorsa. Quest’acqua è meno sensibile ai cambiamenti climatici, meno soggetta alla stagionalità delle piogge e alla siccità, e meno inquinata per il naturale filtraggio del terreno. Tuttavia, senza un’attenta gestione di queste riserve sotterranee si rischia un loro impoverimento, dato che, a causa delle scarse precipitazioni, il loro ripristino è molto lento. Perciò occorre prima effettuare studi che accertino la natura del suolo, le caratteristiche strutturali e i ritmi di rinnovo delle falde.

Numero verde ONA

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