domenica, Luglio 13, 2025

A processo la “fognopoli pugliese” in Sardegna

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È INIZIATO, NEI GIORNI SCORSI, AL TRIBUNALE DI ORISTANO IL PROCESSO DEFINITO “FOGNOPOLI PUGLIESE” IN SARDEGNA. OLTRE 7MILA TONNELLATE DI RIFIUTI FOGNARI PROVENIENTI DALLA PUGLIA SVERSATI NELLE TERRE DELLA MALVASIA DI BOSA

È iniziato, nei giorni scorsi, al Tribunale di Oristano il processo definito “fognopoli pugliese” in Sardegna. Secondo l’accusa, oltre 7mila tonnellate di rifiuti fognari provenienti dalla Puglia «diffondeva nell’area circostante l’impianto, ivi compresi i centri abitati di Magomadas, Tresnuraghes, Flussio e Tinnura, emissioni odorose nauseabonde, che creavano agli abitanti dei predetti paesi rilevanti molestie e fastidi e in alcuni casi anche problemi di salute, tali da costringerli a modificare le proprie abitudini di vita».

Le terre coinvolte sono quelle della Malvasia di Bosa, situate alle pendici del Montiferru, nella Planargia, tra Magomadas e Tresnuraghes, Tinnura e Flussio. Una lunga fila di camion provenienti dalla Puglia hanno riversato carichi di fanghi fognari a pochi passi dal paese di Magomadas.

Il Tribunale di Oristano dovrà accertare come mai un impianto di trattamento dei fanghi fognari della zona industriale dell’Ilva di Taranto, di Bari, Monopoli, Altamura e Brindisi sia stato autorizzato e realizzato a soli 150 metri dal centro abitato.

La disavventura per i cittadini di Montiferru è iniziata nel 2019, quando un tanfo nauseabondo, senza precedenti, si è diffuso in maniera invasiva per tutto il paese. Causando malesseri e fastidi di ogni genere alla gente, costretta a restare “sigillati” in casa.

Ma oltre al disagio imposto ai cittadini della Planargia, quel “fiume in piena” di fanghi fognari provenienti dalla Puglia si stava riversando nel territorio della Malvasia di Bosa, protetta da un decreto del Presidente della Repubblica, tanto da far aumentare la preoccupazione per un disastro ambientale. E tutto mentre le autorità competenti restavano inattive a causa di negligenze e complicità locali.

7.013 tonnellate di fanghi di depurazione, non amendanti

Il Pubblico Ministero Marco De Crescenzo della Procura della Repubblica di Oristano, che tiene conto anche delle testimonianze raccolte dalla Forestale, apre, cosi, un fascicolo nei confronti della Geco srl, punto di riferimento della Puglia per lo smaltimento dei fanghi fognari di tutta la regione.

I capi d’imputazione per l’amministratore della Geco srl Leonardo Galleri vanno dalle «attività di gestione di rifiuti non autorizzata» al «versamento in un luogo di pubblico, transito o in un luogo privato ma di comune o di altrui uso, cose atte a offendere o imbrattare o molestare persone provocando emissioni di gas, di vapori o di fumo, atti a cagionare tali effetti».

«Sversava nei terreni in agro di Tinnura e Magomadas, 7.013 tonnellate di fanghi di depurazione miscelati con residui di frantumazione di inerti, da considerarsi a tutti gli effetti di legge “rifiuti” (speciali non pericolosi) e non “ammendante”, in tal modo effettuando uno smaltimento illecito degli stessi». Così scrive il Pubblico Ministero nel decreto di citazione a giudizio, che precisa: «la sostanza sversata nei predetti terreni va considerata “rifiuto” e non “ammendante”». Quindi va considerato rifiuto che deve essere smaltito in modo adeguato e non può essere utilizzato per scopi agricoli o ambientali.

Così la Procura: «tale sostanza è stata versata nei terreni in oggetto senza alcuna ragione di natura agronomica ma al solo scopo di disfarsene».

Una pena esemplare

Rifiuti fognari intrisi di materiali di ogni genere, speciali e pericolosi, come «la comparsa e l’incremento della concentrazione di alcuni metalli pesanti e degli idrocarburi», dispersi per le campagne di quello che qualche secolo fa era considerato il vino più famoso di Europa, tutt’oggi comunque molto apprezzato, la Malvasia.

All’udienza dibattimentale, giudice Paola Bussu, erano presenti i legali della Geco e gli avvocati delle parti civili costituite, nel procedimento, dai singoli cittadini al Comitato Acqua bene Comune Planargia e Montiferru, Italia Nostra Sardegna, il Comitato Ambiente Planargia, i Comuni di Magomadas, Tresnuraghes, Flussio e Tinnura. I quali per la “fognopoli pugliese” «chiediamo una pena esemplare per evitare che questo attentato alla salute e all’ambiente possa ripetersi». (Fonte L’Unione Sarda)

Numero verde ONA

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