L’8 marzo, come ogni anno, si celebra la Festa della Donna
La fiamma olimpica che illumina il mondo
Nel 1917, l’8 marzo, a San Pietroburgo (Russia) le donne marciarono per le strade per il “Pane per la pace”, chiedendo la fine della Prima Guerra Mondiale. Manifestavano per i loro diritti, nel chiaro spirito olimpico, che dall’antica Grecia è risuonato in tutta Europa, in un periodo nel quale milioni di uomini si fronteggiavano e morivano tra indicibili sofferenze e tragedie. Vissute anche dalle popolazioni anche nell’orrore della Seconda Guerra Mondiale.
Perché la mimosa?
La mimosa, un fiore umile della terra, emblema della condizione femminile in quel particolare periodo storico, con il giallo oro che invece ha rappresentato e rappresenta l’esatta immagine femminile di luce ed intelligenza, di forza e di energia, perché è dalla forza e dalla energia che nasce e si propaga la vita, quella vegetale e quella umana, nel passato, nel presente e nel futuro dell’umanità.
Forza e femminilità, due facce della stessa medaglia, sono sintetizzate dalla semplicità e dalla luminosità della mimosa.
Una pianta che germoglia anche in terreni difficili, come l’energia e la forza femminile nei momenti più difficili, della famiglia e della collettività.
Il ruolo della donna nel terzo millennio
Uomini e donne, ragazzi e ragazze, lavoratori e lavoratrici, studenti e studentesse, insieme per il progresso morale della nostra nazione e dell’intera collettività.
L’8 marzo non solo una ricorrenza e una festa ma precursore del progresso culturale, morale, sociale ed economico della nostra società. Globale, come cittadini del mondo intero, per la pace e per il rispetto della dignità di tutti gli esseri umani contro ogni forma di discriminazione e di razzismo, di sopraffazione e di ingiustizia.
Donna, non più soltanto come angelo del focolare ma nuova protagonista nella moderna società tecnologica, dei social, dei nuovi media, che si associano ai tradizionali strumenti di comunicazione e di condivisione, in una nuova prospettiva di edificazione morale e culturale e di pari dignità, secondo lo spirito della nostra costituzione.
Una donna non deve stare in silenzio ma unirsi per creare un grido planetario che possa spazzare via per sempre ogni tipo di violenza e di abuso.
Lotta all’ingiustizia
L’8 marzo, una ricorrenza che sottolinea il ruolo fondamentale delle donne nella nostra società, per il passato, per il presente e per il futuro e per spazzare via ogni residuo di diseguaglianza, discriminazione, sopraffazione e ingiustizia.
L’ONA (Osservatorio Nazionale Amianto), di cui sono presidente, si fa portavoce dell’esigenza di dar voce alle donne, sole, deboli e oggetto di abusi e sopraffazioni, compresi quelli psicologici e morali, molto più insidiosi, che spesso si annidano negli ambienti domestici e nei luoghi di lavoro e di vita.
L’ONA, da tempo, ha sottolineato la necessità di una maggiore protezione per le donne minacciate, una giustizia più attenta e più sollecita, con pene esemplari e certe ma, soprattutto, con azioni preventive per evitare che si intervenga quando ormai le tragedie sono consumate.
Stop alla violenza sulle donne
Un giorno in fiore ma non basta. Possono poco i fiori e un pensiero sfuggente se poi, ogni giorno, violenze, stupri, abusi, anche psicologici annullano, annichiliscono e distruggono la donna nel fisico e nel cuore.
Per questo motivo, l’impegno contro la violenza sulle donne deve essere largamente condiviso come momento culturale e sociale, prima di tutto nella scuola, poi nella famiglia e ancora nei luoghi di vita e di lavoro.
La Festa della Donna passa prima di tutto in un momento di elevazione culturale, di consapevolezza della cultura, del rispetto etico e morale di tutte le donne.
Occorre guardare in faccia la realtà, con la drammatica situazione di 94 vittime nel 2018 tra cui 32 casi di femminicidio.
Un pensiero straordinario va a tutte le donne che hanno pagato con la propria vita la brutalità di questa società.
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