Overshoot day: quando l’uomo esaurisce tutte le risorse
Il 22 agosto è l’Overshoot Day, cioè il giorno del sovrasfruttamento delle risorse terrestri da parte dell’Uomo.
È l’ultimo giorno in cui l’umanità utilizza tutte le risorse che il pianeta genera ogni anno e in modo naturale.
Da questo giorno in poi, l’umanità inizia a consumare più di quanto la Terra produca o possa rigenerare, per la restante parte dell’anno.
L’Overshoot Day nel tempo
Non è una data fissa. Negli ultimi cinquant’anni l’Overshoot Day è arretrato sempre di più. Nel 1970 la Terra era popolata da 3,7 miliardi di esseri umani e il suo consumo era a pareggio con quanto il pianeta era in grado di rigenerare. Con la crescita della popolazione e l’aumento dei consumi e dell’inquinamento la data dell’Overshoot Day ha iniziato a cadere sempre prima. Nel 2000 è capitato il 23 settembre, nel 2019, la data più anticipata di sempre, è avvenuto il 29 luglio.
In pratica cosa è avvenuto in questi anni? È successo che la popolazione è aumentata al ritmo di 80milioni di persone l’anno. Si è consumato cibo sempre di più, impoverendo, per esempio gli oceani. Mentre, per aumentare la produzione di carne si sta deforestando il polmone verde dell’Amazzonia. La cementificazione ha aumentato il consumo di suolo. Si continua a scavare miniere per la richiesta di minerali. L’utilizzo di petrolio e carbone ha cambiato il clima. La plastica sparsa nell’ambiente ha generato negli oceani isole (Great Pacific Garbage Patch) grandi quanto gli Stati Uniti.
L’emergenza Coronavirus mette un freno al sovrasfruttamento delle risorse
Quest’anno l’Overshoot Day arriva tre settimane dopo rispetto al precedente. Infatti, il confinamento sanitario dovuto alla pandemia di Coronavirus ci ha costretti a rimanere in casa. Fabbriche, uffici e negozi chiusi; spostamenti e il turismo azzerati. Questo frangente ha messo un freno ai consumi e all’inquinamento. Ma tornando alla “normalità” pre-Covid tutto sta tornando come prima. Anzi, con molta probabilità, anche peggio.
L’avv. Ezio Bonanni, che da anni sostiene la causa ambientalista, afferma che “la pandemia dovrebbe essere la giusta occasione per ripensare al rapporto tra uomo e natura e cercare di riportarlo al giusto e sano equilibrio“.
Il Global Footprint Network
A calcolare la data è il Global Footprint Network. Questa organizzazione internazionale di ricerca tiene aggiornato il calcolo dell’impronta ecologica, cioè la richiesta di risorse naturali da parte dell’uomo.
Questa riduzione, inattesa, dell’impronta ecologica “non deve essere interpretata come un’inversione di tendenza intenzionale, necessaria a raggiungere sia l’equilibrio ecologico sia il benessere delle popolazioni, due componenti inestricabili dello sviluppo sostenibile”, evidenzia il Global Footprint Network (fonte ANSA).
L’umanità, infatti, oggi consuma il 60% in più di quanto si possa rinnovare. In pratica è come se l’uomo consumasse le risorse di 1,6 pianeti Terra. Senza curarsi delle generazioni future e di altri esseri viventi.
Cambiare le nostre abitudini per rigenerare il pianeta
Continuando a esaurire in tempi sempre più ristretti le risorse rinnovabili che la Terra è in grado di rigenerare nell’arco di 365 giorni, Global Footprint Network stima che entro il 2030 servirà per la sopravvivenza del genere umano la biocapacità equivalente di due pianeti. L’emergenza Covid-19 ci ha insegnato una cosa, però.
Se cambiamo le nostre abitudini, come, per esempio, limitando l’uso dell’aereo, con il telelavoro e diminuendo gli sprechi, potremmo ridurre in tempi brevi il nostro impatto sulle risorse del nostro pianeta.